Nuovo film con tre grandi artisti e un’intervista a Renzo Piano

In concorso al Milano Design Film Festival c'è il documentario di Pietro Leone e Helga Marsala girato a Milano durante il cantiere di Monte Rosa 91, edificio progettato dal Renzo Piano Building Workshop. Qui il trailer

Debutta all’undicesima edizione del Milano Design Film Festival, diretto da Cristiana Perrella, il lungometraggio girato negli spazi di Monte Rosa 91, poderoso complesso incastonato nel cuore di Milano, in zona Lotto, progettato nei primi anni Duemila dal Renzo Piano Building Workshop, a partire dall’originario nucleo industriale.

Inaugurato nel 2004 per ospitare il “Sole 24 Ore” – sede abbandonata dal quotidiano milanese alcuni anni addietro – l’edificio è stato recentemente riqualificato, ancora per mano dello studio del grande architetto genovese, trasformandosi in un campus urbano con uffici, attività culturali, spazi retail. Un progetto voluto da AXA IM Alts, la società immobiliare che ne ha oggi la proprietà e la gestione.

Un film “AMOENUS. MR91 – Paradigma di un cantiere” su Monte Rosa 91

Ribattezzato “Monte Rosa 91”, ampliato e aperto alla città, grazie ad alcune modifiche strutturali e al restyling dell’originaria collina artificiale interna (con il nuovo “Parco della Luce”), il sito è protagonista di AMOENUS. MR91 – Paradigma di un cantiere, documentario firmato dal filmmaker Pietro Leone, inieme all’autrice e curatrice Helga Marsala, prodotto da AXA IM Alts e realizzato in collaborazione con Artribune Produzioni. Oggi in concorso per l’AFA–Architecture Film Award, premio organizzato in collaborazione con la Fondazione dell’Ordine degli Architetti della Provincia di Milano, partner del Festival insieme a Triennale di Milano. La proiezione è attesa il 7 marzo, alle ore 21, presso l’Anteo Palazzo del Cinema (qui per acquistare i biglietti).
Scansando la descrizione più tecnica o didattica del manufatto completo, il film si sofferma sui volti, i tempi, i suoni, i gesti, i macchinari e le immagini del cantiere che lo ha di recente modificato. Nonché sulla comunità di lavoratori che ne è sostanza viva e varia, tra fatiche, diversità culturali, linguistiche e sociali, sentimenti d’orgoglio e di speranza, tensioni, legami, ritualità e quotidiana dedizione. Un cantiere che diventa inoltre metafora universale di tutti i processi di creazione e trasformazione.

L’intervista a Renzo Piano e l’arte contemporanea

A cucire i vari capitoli del film è la testimonianza di Renzo Piano, la cui intervista – raccolta appositamente dalla scrittrice Gaia Manzini – convive con i pensieri di tre artisti italiani, tra i più rilevanti della generazione emersa tra gli anni ’80 e ‘90: Mario Airò, Stefano Arienti e Loris Cecchini riflettono sulle dinamiche tra opera d’arte e spazio architettonico, ma anche sul rapporto tra l’opera stessa e l’artista, e ancora sul concetto di cantiere, con le sue metafore possibili, sull’idea della luce e la sua forza poetica o costruttiva.
Lo spunto arriva infatti dal coinvolgimento di Artribune Produzioni nell’ideazione e la realizzazione di tre grandi opere d’arte pubblica site specific, destinate proprio a Monte Rosa 91: ne è nato Prima Luce, progetto curato dalla stessa Helga Marsala, la cui presentazione è attesa la prossima primavera, insieme all’inaugurazione della collina interna dell’edificio, attualmente in fase di completamento.

Amoenus, 2024, di P. Leone e H. Marsala, still video
Amoenus, 2024, di P. Leone e H. Marsala, still video

Unendo approccio documentaristico e riferimenti alla videoarte, AMOENUS è un racconto per immagini e suoni che procede dall’astrazione luminosa fino al contatto pieno con la realtà, passando per intrecci di immagini indefinite, filtrate dalle enormi vetrate dell’edificio imbevuto di luce, immerso nella natura e intitolato alla trasparenza.
Il titolo arriva da quel locus amoenus che per i Latini era ideale angolo di natura, intimo e incontaminato”, si legge in una nota degli autori: “Il riferimento è alla collina artificiale incastonata nel complesso architettonico (…) ma anche all’idea di città e di architettura, intesi – in una prospettiva ideale – come luoghi di pace, di futuro, di convivenza tra le diversità. Etimologicamente, infine, “amoenus” significa “senza mura”. Un luogo aperto, immerso nel verde e nel sole. Così Monte Rosa 91 si sviluppa attraverso le immense pareti di vetro, gli spazi adamantini e un fulcro luminoso costituito dall’ampio cortile e dalla collina stessa: una struttura i cui muri, idealmente, vengono rimpiazzati dalla luce, dall’aria, dal vento”.

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