Pinacoteca Tosio Martinengo. Un gioiello museale a Brescia

Punto di riferimento nel panorama culturale bresciano, ha due anime storicamente distinte: quella di collezione privata del Conte Paolo Tosio e quella di prima raccolta pubblica di arte contemporanea in Italia

Un uomo anziano siede solo, con abiti logori, una camicia stropicciata, pantaloni sdruciti. Sullo sfondo un buio e scarno paesaggio boschivo, oltre il quale si apre uno specchio d’acqua. Tutto è come appare: nessun simbolismo, nessun rimando ulteriore. Una novità assoluta per la pittura settecentesca: nessuna denuncia sociale dietro a questa tela, che non trova committenti né precedenti. Di fronte a chi guarda c’è un uomo, nella sua semplicità, che nello sguardo mansueto e disperato altro non dice, altro non significa, se non la sua condizione. È il Pitocco seduto di Giacomo Ceruti, pittore famoso tra i contemporanei, poco presente nei musei di oggi, molto in collezioni private, che lo hanno a lungo sottratto allo sguardo di un pubblico più ampio.
Ceruti, perno della sezione del Settecento della Pinacoteca Tosio Martinengo, dove un’intera sala brulica delle sue tele dai toni ingrigiti, sedici per l’esattezza.
Memoranda insolenti e giganteschi” per Roberto Longhi, primo attore della riscoperta dell’artista negli Anni Trenta del secolo scorso, le opere in collezione testimoniano i quindici anni che il Pitocchetto, (soprannome buffo e popolaresco derivatogli da un autoritratto in veste di mendicante) trascorse a Brescia e nei quali si dedicò alla pittura di genere o della realtà, facendone “qualcosa di allora così nuovo e moderno da essere contemporaneo ancora oggi”, come dichiarato dalla curatrice delle collezioni della Pinacoteca, Roberta D’Adda.
All’artista sarà dedicata la prima mostra in occasione di Bergamo e Brescia Capitale italiana della cultura 2023, Giacomo Ceruti e l’Europa del Settecento, che inaugurerà il 14 febbraio 2023 al Museo di Santa Giulia. Prima di prendere il “volo” a maggio per la tappa oltreoceano, attesa al Getty Center di Los Angeles dal 18 luglio, dove gli americani scopriranno l’artista che ha saputo dare “la misura di quello che è la povertà, di quello che lascia sui volti, sui vestiti, sul modo di stare seduti, sulle occupazioni”.

Lorenzo Lotto, Ritratto di uomo con rosario

Lorenzo Lotto, Ritratto di uomo con rosario

GLI ULTIMI PRESTITI ALLA PINACOTECA TOSIO MARTINENGO

Dalla riapertura della Pinacoteca nel 2018, c’è stato un notevole via vai di opere lungo un binario di prestiti che hanno coinvolto tante e prestigiose istituzioni europee. Il formato PTM Andata e Ritorno è infatti volto a instaurare, come sottolineato da Stefano Karadjov, direttore della Fondazione Brescia Musei, “un mutualismo culturale come scambio con musei, istituzioni ed enti terzi”.
Sono già 13 le opere prestate da inizio anno. Tra le ultime: lo Stendardo di Orzinuovi (1514 ca.), testamento spirituale di Vincenzo Foppa. Al suo posto due tavole raffiguranti il Battista e Santo Stefano, nel quale la mano del Foppa emerge dai giochi d’ombre dei volti, “gli incarnati cerulei e grigi” indicati da Longhi.
Uno storicamente tormentato Lotto, Ritratto di uomo con rosario, a lungo attribuito ad Hans Holbein il Giovane, in prestito dalla Nivaagaards Malerisamling di Niva, in Danimarca, dal cui fondatore Johannes Hage fu acquistato nel 1904. Un dipinto affascinante ma misterioso, della cui committenza e rappresentazione molto ancora sfugge.
Infine, i due leoni di Domenico Ghidoni, che ora sorvegliano l’ingresso della Pinacoteca di Antonio Tagliaferri, architetto locale e committente delle due statue, che si aggiungeranno al complesso della Rocca di Lonato del Garda nella primavera del 2023. Realizzati per le torricelle della nuova porta Stazione, inaugurata a fine Ottocento, i due colossali animali, 120 quintali ognuno, sono tuttora non-finiti. La commissione non fu mai conclusa a causa di un problema riguardante la sbozzatura del marmo di Mazzano, fornito dalle vicine cave di Davide Lombardi (poi fornitore del marmo per l’Altare della Patria) e giudicato troppo duro dall’artista. Oggi, al Castello, altri due leoni, dissimili, troneggiano: sono quelli realizzati nel più morbido marmo di Carrara dallo stesso Ghidoni.

Vincenzo Foppa, Installation view at Pinacoteca Tosio Martinengo, Brescia. Photo adicorbetta

Vincenzo Foppa, Installation view at Pinacoteca Tosio Martinengo, Brescia. Photo adicorbetta

LA COLLEZIONE DI PAOLO TOSIO E L’ALLESTIMENTO DELLA PINACOTECA

Una collezione in movimento, dunque, che parla due linguaggi: quello civico che ne fa la “casa della città”, nelle parole di Francesca Bazoli, presidente della Fondazione Brescia Musei, e che esprime una cultura figurativa particolarissima e locale; e quello privato, che trae origini in primis dalla collezione del conte Paolo Tosio, donata insieme alla Biblioteca al Comune nel 1836 “a pubblico comodo”.
Palazzo Tosio, edificio rinascimentale in contrada Pace (citata dalle guide dell’epoca come passaggio obbligato per gli appassionati d’arte), all’atto della donazione, nel 1836, era la più vasta raccolta di opere contemporanee, che in seguito confluirono nella GAM di Bergamo. Dal 1889 traslocò a Palazzo Martinengo da Barco, concepito come Pinacoteca civica e autonoma rispetto al nucleo originario della collezione di Tosio.
Nel tempo le due si sono fuse, e la collezione ha modificato la propria silhouette, arricchendo di molto le sezioni del Seicento e il Settecento. Dopo il restauro si è recuperata la centralità della pittura ottocentesca, chiudendo il percorso con le due gigantesche tele di Francesco Hayez (I profughi di Parga e Incontro di Giacobbe ed Esaù) e la copia del Laocoonte di Luigi Ferrari.
Anche l’allestimento rispecchia le origini come collezione privata. Le pareti in velluto cangiante si legano e compenetrano alle vesti e ai broccati dei ritratti, e richiamano gli ambienti preziosi delle residenze ottocentesche. Predominante il colore, scelto nelle sale con la partecipazione di Anish Kapoor, così come la luce, che varia di sala in sala. Splendida è la sala del Moretto, Raffaello bresciano e Romanino, che si confrontano in un continuo dialogo.
Caratteristica della Pinacoteca è l’impostazione di una quaestio critica intorno al formarsi delle collezioni, capace di fornire al contempo letture nuove di artisti e correnti e di suggerire accostamenti intelligenti e inediti tra loro. Insomma, una tappa obbligatoria per chi visiterà Brescia nel 2023.

Silvia Zanni

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Silvia Zanni

Silvia Zanni

Nata a Milano nel 1997, si è laureata in Filosofia presso l’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano con una tesi in Estetica dal titolo “Il nuovo paradigma della forma: Thode, Warburg e la rappresentazione di Francesco nel XIX secolo”. Attualmente…

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