3 mostre da vedere a Taormina

Sono tre le mostre promosse dall’Assessorato Beni Culturali della Regione siciliana e dal Parco Archeologico Naxos Taormina, e allestite fino a novembre: Pietro Consagra al Teatro Greco, Umberto Mastroianni all'Isola Bella e al Parco Archeologico di Naxos, dodici artisti siciliani contemporanei a Palazzo Ciampoli.

Le storiche sedi culturali di Taormina, fiori all’occhiello del turismo siciliano, quest’estate ospitano scultura e pittura in un dialogo serrato tra classico e contemporaneo, contesto e opera, natura e “artificio”. Come ha spiegato bene nei suoi saggi Salvatore Settis, ogni epoca, per trovare identità e forza, ha inventato un’idea diversa di ‘classico’. Così il ‘classico’ riguarda sempre non solo il passato ma il presente e una visione del futuro. Per dar forma al mondo di domani è necessario ripensare le nostre molteplici radici.
Proprio dalle radici artistiche e letterarie prende forma il calendario espositivo di quest’anno: il centenario della nascita di Pietro Consagra e Gesualdo Bufalino e, a settembre, altri due anniversari, per ricordare Leonardo Sciascia e Vincenzo Consolo e per celebrare i rapporti fecondi che ebbero con la fotografia, il cinema, la musica, le arti visive.

Mercedes Auteri

PIETRO CONSAGRA AL TEATRO ANTICO

Pietro Consagra, Bianco Macedonia e scaglie di ossidiana. Photo Fabrizio Villa

Pietro Consagra, Bianco Macedonia e scaglie di ossidiana. Photo Fabrizio Villa

Il Teatro Antico di Taormina ospita la mostra di Pietro Consagra (Mazara del Vallo, 1920 ‒Milano, 2005), Il colore come materia, a cura di Gabriella Di Milia e Paolo Falcone, con l’organizzazione di Electa. La maggior parte delle sculture, per volere dei curatori, sono collocate in corrispondenza degli accessi alla cavea di uno dei teatri greco-romani più suggestivi che siano sopravvissuti ai secoli. Sono state pensate come componenti di un coro, come quello delle antiche tragedie, frontali rispetto alla scena, per creare una contraddizione: la libertà dell’astrazione e “la sublimazione della visione frontale che smaterializza la scultura distaccandola dalla realtà solo per poterla osservare e interrogare, così come fa il coro che, fuori della scena, assiste alla rappresentazione e dialoga con lo spettatore”. Nel 1988, Consagra, ancora vivo e partecipe della rinascita culturale, morale e fisica di Gibellina (distrutta dal terremoto del Belice del 1968 e poi ricostruita da lui e dagli artisti), aveva immaginato un allestimento affine sui ruderi della città (dove stava sorgendo il Cretto di Alberto Burri), nella scenografia per la Città di Tebe dell’Edipo Re, recentemente restaurata e riportata all’originale candore, ideata dall’artista per le Orestiadi Teatro: una narrazione scenica in cui lo spettatore era (ed è, oggi, nella Piazza del Municipio della città nuova) l’intera popolazione che assiste allo spettacolo perenne. Le sculture stabiliscono un reciproco richiamo e diventano elemento attivo coinvolgendo il pubblico nel pathos animato dal dramma dell’uomo e della città. L’arte allevia la tragedia contemporanea con la sua più profonda spiritualità. Consagra lo sapeva bene e ce lo ricorda sempre.
Le sculture, in particolare quelle in ferro rosso e in ossidiana, poste nello stesso raggio visivo del vulcano sullo sfondo, officina di Efeso, celebrano la totale sintonia tra materia, forma, colore e paesaggio.

UMBERTO MASTROIANNI AL PARCO ARCHEOLOGICO DI NAXOS E ISOLA BELLA

Umberto Mastroianni, Eroe, bronzo. Photo Melamedia

Umberto Mastroianni, Eroe, bronzo. Photo Melamedia

Grazie al sodalizio con l’omonima Fondazione, Umberto Mastroianni (Fontana Liri, 1910 – Marino, 1998) torna in Sicilia. A Naxos la mostra è allestita su tutta l’area del Parco: dall’ingresso di via Lungomare Schisò fino a Torre Vignazza, dove si trova il secondo ingresso di via Stracina (frazione Recanati), nei giardini del Museo Archeologico, fra gli scavi e lungo le antiche mura in pietra lavica che circondavano e proteggevano il centro abitato, prima città dei coloni greci in Sicilia. A Isola Bella le sculture, invece, sono in una delle camere della storica Villa Bosurgi che, negli anni della dolce vita taorminense, aveva ospitato l’indimenticabile nipote Marcello. Dai finestroni sul mare si affacciano le sculture in vetro e le piccole opere in bronzo di Umberto. Il curatore Giordano Bruno Guerri racconta che Mastroianni diceva: “Ho sempre avuto bisogno di spazio, altura, di verde attorno a me, per poter lavorare bene”, ed è in questa chiave che bisogna leggere le sue opere fra l’area archeologica di Naxos e il sito di Isola Bella, dove potranno continuare a dialogare con la natura e il cielo. Allarte classica guardano alcune delle sculture qui in esposizione temporanea. “I miei maestri sono stati Fidia, Michelangelo e Boccioni”, diceva Mastroianni. L’idea classica di armonia ed equilibrio, nella sua ripresa rinascimentale, viene però presto completamente sconvolta dalle avanguardie del primo Novecento che travolgono di velocità futurista, di astrazione e materiali poveri le sue opere. Aveva partecipato da partigiano alla Seconda Guerra Mondiale, opponendosi ai nazifascisti dopo l’armistizio di Cassibile, ed era stato pronto ad accogliere nella sua scultura le istanze dell’astratto, dell’informale, della libertà conquistata (e difesa) di materia e forma con la “poetica della resistenza” (come la descrisse Giulio Carlo Argan).

GLI ARTISTI SICILIANI CONTEMPORANEI A PALAZZO CIAMPOLI

Cento Sicilie, installation view at Palazzo Ciampoli , Taormina 2021. Photo Melamedia

Cento Sicilie, installation view at Palazzo Ciampoli , Taormina 2021. Photo Melamedia

Non da una specifica “scuola”, né da una città o aerea precisa, ma da ogni parte dell’isola, per raccontarne la pluralità, vengono i dodici artisti scelti a rappresentare quello che Gesualdo Bufalino descrisse come “il più ibrido dei continenti”, “le cento Sicilie”.
Il volume a cui s’ispira il titolo della mostra, scritto a quattro mani con Nunzio Zago, in fase di pubblicazione, ricevette come sottotitolo “testimonianze per un ritratto”, con l’intento di tracciare un ritratto, appunto, attraverso una serie di testimonianze. I testimoni per questo progetto sono: Alessandro Bazan, Giovanni Blanco, Barbara Cammarata, Giuseppe Colombo, Emanuele Giuffrida, Giovanni Iudice, Giovanni La Cognata, Filippo La Vaccara, Franco Polizzi, Ignazio Schifano, Samantha Torrisi e William Marc Zanghi.
La mostra raccoglie “uno sguardo zenitale, quasi a volo duccello, sulla composita realtà dellattuale pittura siciliana, uno scenario inafferrabile, sfuggente, che meriterebbe non una mostra, ma una teoria di esposizioni capaci di documentarne le varie anime: quella realistica e quella surreale, quella tradizionalista e quella sperimentale, quella isolazionista e quella cosmopolita, quella identitaria e quella globalista, come parti di un complesso mosaico multicentrico”, scrive in catalogo il critico Ivan Quaroni.
L’esposizione, nata da un’idea di Giuseppe Vella e Diego Cavallaro, valorizza con apparati didattici multimediali le sale dello storico Palazzo Ciampoli recentemente restaurato, trasformandolo in un prezioso museo, aperto gratuitamente ai siciliani e ai numerosi turisti.

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Mercedes Auteri

Mercedes Auteri

Mercedes Auteri (Catania, 1977) ha conseguito un Dottorato di ricerca in Storia dell'Uomo, delle Società e del Territorio, con tesi storico-artistica, e un Master in Turismo Culturale Sostenibile e Comunità Locale, con tesi in Museologia. Ha frequentato la Scuola Interuniversitaria…

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