Alla Tate Modern 100 querce in memoria di Joseph Beuys

Dalla metà di maggio, la Tate accoglie una grande installazione ambientale del duo britannico Ackroyd&Harvey che, nel nome di Beuys, punta il dito contro un'emergenza climatica ed ecologica e suggerisce un ripensamento del nostro rapporto con la Natura. L’opera rimarrà in situ fino al 14 novembre prossimo

Nel 1982, per la settima edizione della mostra Documenta, Joseph Beuys propose un piano per piantare 7000 querce in tutta la città di Kassel, dal titolo City Forestation Instead of City Administration; con ciò, sperava di incoraggiare la società civile a piantare più alberi, di aumentare la consapevolezza ecologica, e tutelare il benessere psicofisico degli individui, immersi in un ambiente più salubre. Era almeno 30 anni avanti. Nel 2007, gli artisti britannici Ackroyd&Harvey si sono recati nella cittadina tedesca e hanno raccolto ghiande dalle querce a suo tempo piantate dal loro collega. Adesso, un centinaio di questi alberi, ormai cresciuti, sono esposti alla Tate Modern, sotto forma di grande installazione ambientale: Beuys’ Acorns è una manifestazione artistica, ma anche un luogo d’incontro e di riflessione sulle nostre relazioni con la natura. Per tutta l’estate, alla mostra sarà affiancato un programma di incontri, seminari, workshop, dedicati alle tematiche ambientali. La collocazione delle querce è resa ancora più poetica e pertinente dal fatto che, direttamente sotto la terrazza del Museo, è conservata un’importante opera di Beuys, The End of the 20th Century (1983-5), una delle più importanti della collezione permanente. Ackroyd & Harvey, co-fondatori di Culture Declares Emergency, (piattaforma lanciata nel 2019, l movimento mira a creare piani strategici eco-sostenibili per individui e istituzioni) sono in piena sintonia con lo spirito ecologista di Beuys, di cui quest’anno decorre il centesimo anniversario dalla nascita.

Ackroyd & Harvey's Beuys’ Acorns, 2021. Installation view at Tate Modern

Ackroyd & Harvey’s Beuys’ Acorns, 2021. Installation view at Tate Modern

UNO SGUARDO AL PIANETA

Nel realizzare questa nuova installazione si è lavorato al massimo per ridurne al minimo l’impatto ambientale: i materiali sono stati portati sul posto in bicicletta, sono state utilizzate risorse locali esistenti, evitando plastica e prodotti chimici dannosi. Al termine della mostra, la maggior parte dei materiali sarà riutilizzata o smaltita con le dovute procedure. Anche se l’installazione ha carattere temporaneo, rimarranno comunque, in sua memoria, sette querce che appunto saranno piantata in maniera permanente. Ackroyd e Harvey sottolineano che, nonostante il calo delle emissioni di carbonio causato dalla pausa di Covid-19, gli ultimi 12 mesi hanno segnato il terzo peggior anno per la perdita di alberi in tutto il mondo, dal 2002. Questa grande opera ambientale, quindi, rappresenta un promemoria della deforestazione che sta soffocando il pianeta Terra. Come hanno dichiarato i due artisti, “Beuys ha chiesto che il mondo diventi una grande foresta. E noi sentiamo un forte senso di protezione nei confronti di questi giovani alberi in un momento di enorme instabilità sociale, politica, ecologica”. 

Niccolò Lucarelli 

www.tate.org.uk

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Niccolò Lucarelli

Niccolò Lucarelli

Laureato in Studi Internazionali, è curatore, critico d’arte, di teatro e di jazz, e saggista di storia militare. Scrive su varie riviste di settore, cercando di fissare sulla pagina quella bellezza che, a ben guardare, ancora esiste nel mondo.

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