Obbligo di prenotazione nel weekend, una misura dannosa per i piccoli musei. Parte l’appello

Si tratta di spazi che vivono di visitatori spesso non programmati e che sono costretti a chiudere nel fine settimana a causa dell’assenza di prenotazioni. A nome di tutti la Fondazione Musei Senesi ha lanciato un appello indirizzato al Ministro della Cultura Franceschini, che ha accolto la richiesta eliminando la dannosa norma

Una buona notizia per i piccoli musei, che possono finalmente riaprire in serenità anche durante il weekend. L’appello per riaprire è stato infatti accolto dal Governo, che nel testo delle nuove disposizioni mantiene l’obbligo di prenotazione per “gli istituti e i luoghi della cultura che nell’anno 2019 hanno registrato un numero di visitatori superiore a un milione“. Si tratta di una piccola ma significativa vittoria che permetterà di valorizzare anche l’attività delle realtà più piccole, continuando a garantire al pubblico una visita in sicurezza.

LA SITUAZIONE DEI PICCOLI MUSEI

Dopo i lunghi mesi di chiusure e restrizioni imposte dal Covid, il sistema dell’arte tira un sospiro di sollievo, ripartendo con mostre e programmazioni. Le misure correnti permettono infatti di riaprire i musei in zona gialla, con obbligo di prenotazione nel weekend (e con un anticipo di almeno 24 ore) per evitare assembramenti. Una regola che, se risulta doverosa per le istituzioni di maggiore attrazione, si rivela tuttavia controproducente per le realtà meno frequentate, che vivono di dinamiche differenti. A lanciare l’allarme è stata per prima la Fondazione Musei Senesi insieme ai Musei di Maremma e all’Associazione Nazionale Case della Memoria, scrivendo un appello indirizzato al Ministro della Cultura Dario Franceschini e chiedendo di rimuovere la dannosa limitazione.

Museo Civico La Città Sotteranea

Museo Civico La Città Sotteranea

L’APPELLO PER RIMUOVERE L’OBBLIGO DI PRENOTAZIONE DAI PICCOLI MUSEI

Al centro della questione ci sono “i piccoli musei, spesso dislocati nei borghi storici e vero tessuto culturale del territorio”, viene spiegato nell’appello. “Qui i visitatori sono spesso occasionali e per la maggior parte non programmati; qui si entra durante un’improvvisata gita domenicale, magari decisa all’ultimo momento. Inoltre, secondo le regole attuali, il museo che non avesse prenotazioni dovrebbe rimanere chiuso, rischiando di trasmettere agli eventuali visitatori respinti un messaggio sbagliato, di scarsa sicurezza o addirittura di disservizio”. Il danno attuato dalla normativa vigente non tiene conto, infatti, delle particolari modalità dei piccoli musei, causando un grave danno – addirittura di immagine – che nulla ha a che fare con il contenimento dei virus.

I DANNI DELLA PRENOTAZIONE OBBLIGATORIA NEI PICCOLI MUSEI

La prenotazione obbligatoria in anticipo ci condanna a non accogliere che qualche sporadico frequentatore, quando non equivale a rimanere chiusi: se vogliamo tornare a offrire il consueto servizio di valorizzazione del patrimonio culturale e del territorio, dobbiamo cambiare paradigma”, affermano i tre responsabili dei sistemi museali che promuovono l’appello, Marco Capaccioli, vicepresidente dell’Associazione Nazionale Case della Memoria, Irene Lauretti, presidente dei Musei di Maremma e Alessandro Ricceri, presidente della Fondazione Musei Senesi. “Eliminare la prenotazione obbligatoria significherebbe garantire un’apertura continuativa nel fine settimana seppur con una gestione razionale delle presenze rispetto ai turni di visita o alla capienza delle sale. Si possono evitare gli assembramenti ma, al contempo, dare ai musei la possibilità di vivere e accogliere i visitatori”. L’appello è stato sottoscritto da altre dodici reti e sistemi museali della Toscana: Accademia Etrusca di Cortona per conto di MAEC Museo dell’Accademia Etrusca e della Città di Cortona (Arezzo), Associazione Nazionale Case della Memoria, Centro Servizi SMI – Museo Diffuso – Sistema Museale Integrato Mugello – Montagna Fiorentina (Firenze), Coordinamento Regionale ICOM Toscana, Ecomuseo della Montagna Pistoiese e Coordinatore del SIMOP Sistema Museale Montagna Pistoiese (Pistoia), Fondazione Parsec Museo di Scienze Planetarie e Parco del Centro di Scienze Naturali di Prato e Rete Musei di Prato, MuDEV Sistema Museale dell’Empolese Valdelsa (Firenze), Museo Civica Raccolta Gigi Guadagnucci, Massa, Pinacoteca di Volterra (Pisa), Sistema Museale del Chianti e del Valdarno Fiorentino (Firenze), Sistema Museale delle Terre di Malaspina e delle Statue Stele (Massa Carrara) e Sistema Musei e Parchi della Provincia di Livorno.

-Giulia Ronchi

https://www.museisenesi.org/

*Articolo aggiornato il 19 maggio 2021

Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati

Giulia Ronchi

Giulia Ronchi

Giulia Ronchi è nata a Pesaro nel 1991. È laureata in Scienze dei Beni Culturali all’Università Cattolica di Milano e in Visual Cultures e Pratiche curatoriali presso l’Accademia di Brera. È stata tra i fondatori del gruppo curatoriale OUT44, organizzando…

Scopri di più