“Ora più che mai!” Appello di Icom per la riapertura dei musei

Riaprire i musei è l’appello che ICOM rivolge al Ministro al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, al ministro dei Beni, delle attività culturali e del turismo Dario Franceschini e al Ministro della Salute Roberto Speranza. Ecco di cosa si tratta

Se “il museo è un’istituzione permanente, senza scopo di lucro, al servizio della società e del suo sviluppo” perché non posso sostenerci durante una crisi globale? La lettera di ICOM al Governo Italiano riflette sul sostegno dei luoghi di cultura durante le crisi.

Gallerie dItalia cantiere del 900 “Ora più che mai!” Appello di Icom per la riapertura dei musei

Gallerie d’Italia, Cantiere del ‘900, Milano

ICOM: UN’IDEA DI PROGRESSO

ICOM è l’acronimo di International Council of Museums, l’organizzazione internazionale che tutela e promuove i musei e i loro professionisti, stabilendo, da codice etico, gli standard minimi di pratica e di condotta. La sua nascita data 1946, un anno di crisi e, allo stesso tempo, di speranza per un’Europa profondamente ferita alla fine del Secondo Conflitto Mondiale. Proprio in quell’annata, nel mese di novembre, si svolse a Parigi (città dove si trova la sede centrale di ICOM) la Prima Conferenza generale dell’UNESCO da cui ICOM ebbe origine. Apparve infatti necessario, ai rappresentanti degli Stati Europei, rifondare un ordine internazionale. Per tale impresa, fu valutato indispensabile puntare i riflettori sulla vita intellettuale, i sistemi educativi, la conoscenza e la comprensione reciproca tra popoli. Furono coinvolti educatori, scienziati, tecnici, artisti, scrittori e giornalisti in un progetto di comunità transnazionale, inglobante i cinque continenti, volta al progresso economico, alla giustizia sociale e alla pace. Professionisti della cultura ed istituzioni museali furono quindi fattori imprescindibili del progresso.

Reggia di Capodimonte

Reggia di Capodimonte

MUSEI ANCORA CHIUSI

Il XXI secolo ci sta ponendo di fronte a sfide che non possono essere equiparate a delle Guerre, ma rappresentano tuttavia un momento nevralgico della storia mondiale, generando crisi (climatiche, epidemiche, di pensiero) che travalicano i confini estendendosi a tutta la comunità umana. Di fronte alla seconda ondata epidemica di COVID19 e alla minaccia di una possibile terza ondata Paesi, Governi, Economie mondiali si sono dovuti mettere in profonda discussione adottando piani di difesa contro un nemico invisibile che fino a ora ha portato a più di 1 milione di decessi in tutto il mondo. La vita continua e, onde evitare un collasso globale del mondo capitalistico esteso, fondato sul binomio produzione-consumo, è stato necessario valutare come massimizzare la tutela della salute delle persone a fronte della minor perdita in termini di rendite. Tuttavia se a partire da domenica 29 novembre 2020 è permessa, nelle ex zone rosse, la riapertura delle attività commerciali, con conseguente affollamento di strade e negozi sensibili all’avvicinamento del Natale, i luoghi di spettacolo, di arte e cultura sono ancora chiusi al pubblico. Durante la pandemia, da Roma a Napoli, da Milano a Bologna, da Venezia a Rovereto, le più importanti istituzioni culturali hanno saputo rilanciare sulle proprie piattaforme online approfondimenti, attività, format di intrattenimento, visite guidate virtuali, incontri, seminari, dimostrando di saper cogliere nuove possibilità dalla crisi in corso, ma la voglia di riaprire c’è.

Roma, MAXXI. ®Hufton-Crow

Roma, MAXXI. ®Hufton-Crow

L’APPELLO DI ICOM

ICOM, un’organizzazione nata, lo ricordiamo, nel 1946, proprio in un momento di frattura e ricostruzione della storia del ‘900, ha in questo contesto lanciato lunedì 30 novembre un appello al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, al ministro dei Beni, delle attività culturali e del turismo Dario Franceschini e al Ministro della Salute Roberto Speranza. La Presidentessa della delegazione italiana Adele Maresca Compagna, pur comprendendo che “una situazione critica sotto il profilo sanitario induca alla cautela” tuttavia “invita il governo a non sottovalutare il contributo importante che i musei, e più in generale la cultura, possono fornire al benessere e alla qualità della vita degli individui e delle collettività“. “Apriamo i musei, ora più che mai!” è quindi la richiesta di un’organizzazione internazionale che basa le proprie radici, come già citato, nella ricostruzione per una nuova società di progresso e sviluppo. “I musei oggi sono luoghi sicuri al servizio della società dove tutti i cittadini possono avvicinarsi al piacere della conoscenza trovando conforto alle difficoltà del presente e nutrire, attraverso l’arte e la scienza, il pensiero, l’immaginazione e la creatività.” Essere lungimiranti, come al momento della ricostruzione post Seconda Guerra Mondiale, dare valore al pensiero e alla rappresentazione culturale per nuovi equilibri di vita globali, è lo spirito che anima ICOM in rappresentanza di tutti gli operatori e i professionisti museali, la cui sfida – ancora più chiaramente di prima – dovrebbe essere quella di non lasciare indietro nessuno, ma di dare a tutti la possibilità di nutrirsi a quella fonte sicura di affrancamento dalle schiavitù conclamate e subdole, che è la conoscenza di sé, del mondo, di ciò che è altro da sé. Tutto ciò che un museo sa, può e dovrebbe fare. Per una lettura della lettera nel suo testo integrale, qui:http://www.icom-italia.org/apriamo-i-musei-ora-che-piu-che-mai/

– Agnese Comelli

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Agnese Comelli

Agnese Comelli

Nata il 17 marzo 1989, formata tra l'Italia e la Francia, laureata in Esthétique et Philosophie de l'Art all'Università Sorbonne, a Parigi. Specializzata in Critica Giornalistica per lo Spettacolo all'Accademia d'Arte Drammatica "Silvio d'Amico" di Roma, ha lavorato in alcuni…

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