Antoon van Dyck all’Accademia Carrara di Bergamo. Al via mostre sulla grande pittura europea

Era la star alla Biennale di Antiquariato di Firenze di qualche anno fa, ora il dipinto da un milione e mezzo di euro del pittore fiammingo in prestito a Bergamo inaugura una serie di mostre sui maestri europei.

Da museo dedicato alla pittura del Rinascimento – con i grandi capolavori di Pisanello, Mantegna, Bellini, Botticelli, Raffaello, Lotto, Moroni – la storia dell’Accademia Carrara di Bergamo l’ha portata ad essere un museo d’arte tout-court, con un’ampia rappresentanza di generi pittorici del Sei, Sette e Ottocento, una significativa raccolta di disegni e stampe e preziosi nuclei di arti decorative, dai ventagli alle porcellane, dai bronzetti alle medaglie. Ora si apre un’ulteriore nuova stagione per l’unico museo italiano composto da lasciti di importanti collezionisti privati, con l’avvio di un ciclo espositivo dedicato alla grande pittura europea, in dialogo con la sua collezione. “L’Accademia Carrara intende aprirsi a un confronto con la pittura europea”, ci spiega il suo direttore Maria Cristina Rodeschini, “ospitando singole opere di grandi autori che entrano a far parte temporaneamente del percorso museale, dialogando con i dipinti della collezione presenti nella sala prescelta”.

IL PRESTITO DALLA COLLEZIONE DI UNA GALLERIA

Si comincia con un eccezionale prestito dalla collezione Robilant+Voena, la galleria a Londra con sede in Mayfair, quel Compianto sul Cristo morto di Antoon van Dyck – databile tra il 1628 e 1632 – che allo stand della galleria specializzata in arte antica, con sedi a Londra, Milano e St Moritz, alla XXVIII edizione della Biennale internazionale dell’Antiquariato di Firenze nel 2013 fu un’autentica star, per il suo valore stimato intorno a un milione e mezzo di euro. “Aprire con Van Dyck”, continua Rodeschini, “artista dotatissimo che contese la scena a Rubens e frequentò lungamente l’Italia, provando un’attrazione fatale per i suoi maestri – su tutti per Tiziano – diviene un’introduzione quanto mai efficace ai vertici della pittura europea”. Il quadro ha un’antica provenienza: appartenuto alla famiglia dei duchi Airoldi di Cruillas di Palermo, è poi riapparso a Roma fortunosamente in seguito alla seconda guerra mondiale. Di recente è giunto nella collezione privata che lo concede in prestito per l’inaugurazione di questo percorso che Accademia Carrara vuole intraprendere per favorire il confronto tra maestri italiani e internazionali, sui cui nomi c’è ancora riserbo. “Abbiamo inaugurato con un’opera straordinaria di Van Dyck”, conclude Rodeschini. “E stiamo studiando soluzioni praticabili, tutte di altissimo livello, con istituzioni museali internazionali”.

– Claudia Giraud

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Claudia Giraud

Claudia Giraud

Nata a Torino, è laureata in storia dell’arte contemporanea presso il Dams di Torino, con una tesi sulla contaminazione culturale nella produzione pittorica degli anni '50 di Piero Ruggeri. Giornalista pubblicista, iscritta all’Albo dal 2006, svolge attività giornalistica per testate…

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