Cover di dischi in mostra a Torino. Trent’anni di musica scanditi da immagini d’artista

Vinili che valgono doppio. Per il contenuto ma anche per l’involucro. Sono quelli con le cover d’artista: opere d’arte che raccontano una lunga storia di collaborazioni.

Mainstream e underground, lo scintillio del pop e il mondo dorato dell’arte, le firme eccellenti dei musei e le icone di massa. Commistioni che hanno segnato, progressivamente, l’ultimo mezzo secolo di storia del costume e della cultura in Occidente. Ed ecco che, ad esempio, la quantità di copertine di dischi progettate non da grafici ma da artisti, raggiunge oggi una quota significativa. Tanto da diventare un settore specifico della produzione creativa contemporanea e di meritarsi diverse iniziative espositive. L’ultima la organizza la torinese Square 23 Art Gallery: una selezione di dischi che hanno fatto la storia della musica rock, pop, rap e indie, con tanto di immagini d’autore. Dalla celebre banana di Andy Warhol, stampata sulla cover del primo album dei Velvet Underground, ai due omini romantici di Keith Haring disegnati per Without You (1983) di David Bowie, passando per un ritratto a olio di Jenny Saville che i Manic Street Preachers vollero per il loro Plague Lovers (2009).

Without You, di David Bowie, con cover di Keith Haring

Without You, di David Bowie, con cover di Keith Haring

TANTO RAP E STREET ART

Opere realizzate ad hoc oppure scelte a posteriori, ma sempre cercando corrispondenze, convergenze, mood e ispirazioni comuni. Ancora in mostra: la cover del singolo rap di Rammlezee vs K-Rob, Beat Bop (1983), col tipico intreccio di segni bianchi su fondo nero di Jean-Michel Basquiat; di nuovo Warhol per Sticky Fingers (1971) dei Rolling Stones – il dettaglio di un paio di jeans con un inequivocabile rigonfiamento fallico – e poi le quattro variazioni grafiche su tema di Banksy per la compilation Badmeaningood di dj Skitz e sempre di Banksy lo stencil a bomboletta realizzato per Melody A.M. dei norvegesi Röyksopp, o una delle rarissime copie del cd di Paris Hilton, contraffatte dal genio di Bristol nel 2006.
Restando in tema “street”, spiccano le produzioni rare di super big della scena hip-hop statunitense anni Ottanta: writer misuratisi col rap, come
Phase II, che incise solo due singoli, Beach Boy e The Roxy, o come Futura 2000, re dei Graffiti, artista, illustratore di fama internazionale, che nel 1982 disegnò le back cover di cinque singoli graficamente (e stilisticamente) collegati: il suo The Escapades of Futura, lo stesso The Roxy di Phase II, Smurf For What It’s Worth di The Smurfs, Une Sale Histoire  di Fab 5 Freddy e uno split di Grand Mixer D.St.* & The Infinity Rappers.

– Helga Marsala

“Street Vinyl”
Square 23 Art Gallery – via San Massimo 45, Torino
dal 4 marzo al 1 aprile 2017
www.square23.net

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Helga Marsala

Helga Marsala

Helga Marsala è critica d’arte, giornalista, editorialista culturale e curatrice. Ha innsegnato all’Accademia di Belle Arti di Palermo e di Roma (dove è stata anche responsabile dell’ufficio comunicazione). Collaboratrice da vent’anni anni di testate nazionali di settore, ha lavorato a…

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