The Old Oak, l’ultimo film manifesto di Ken Loach

L'ultimo film di Ken Loach si intitola "The Old Oak" e sarà nelle sale cinematografiche dal 16 novembre. Il trailer anticipa una storia attuale e di grande solidarietà

Il cinema è tante cose: sogni, emozioni, visioni, ma anche impegno civile e politico. Lo è sicuramente quello di Ken Loach, che fino alla sua ultima pellicola, ha scelto di raccontare i più deboli per dar loro speranza. Questa è sicuramente una delle parole chiave di The Old Oak, il film che sarà nelle sale cinematografiche italiane dal 16 novembre con Lucky Red.

The Old Oak: l’ultimo film di Ken Loach?

Presentato in anteprima lo scorso maggio al Festival di Cannes, potrebbe essere l’ultimo film del regista inglese, che concluderebbe così con The Old Oak una carriera lunga più di mezzo secolo.

L’ottantasettenne Loach avrebbe infatti ammesso che “Per le riprese devi stare via un anno o giù di lì: sarebbe un po’ meschino lasciare mia moglie tanto a lungo alla mia età” e in conferenza stampa, ai giornalisti che chiedevano conferme riguardo al suo addio al cinema, ha risposto: “Non è importante la mia storia personale, parliamo del film”.

Qualche possibilità di veder ancora qualche suo lavoro dunque c’è, ma quello che conta ora è il messaggio profondo di speranza che ha affidato a TJ e Yara, i protagonisti del suo film che presto arriverà al cinema.

La sinossi ufficiale di The Old Oak

La sceneggiatura di The Old Oak è opera dello stesso regista e del suo braccio destro Paul Laverty. La trama ufficiale recita così:

“The Old Oak è un posto speciale. Non è solo l’ultimo pub rimasto, è anche l’unico luogo pubblico in cui la gente può incontrarsi in quella che un tempo era una fiorente località mineraria e che oggi attraversa momenti molto duri, dopo 30 anni di ininterrotto declino.

Il proprietario del pub, TJ Ballantyne (Dave Turner) riesce a mantenerlo a stento, e la situazione si fa ancora più precaria quando The Old Oak diventa territorio conteso dopo l’arrivo dei rifugiati siriani trasferiti nel villaggio. Stabilendo un’improbabile amicizia, TJ si lega ad una giovane siriana, Yara (Ebla Mari). Riusciranno le due comunità a trovare un modo di comunicare?”.

The Old Loak, manifesto di solidarietà e speranza firmato Ken Loach

La storia è dunque di quelle che accomunano tante periferie europee, dove la crisi economica, le complesse dinamiche sociali e la carenza di servizi e presidi territoriali, lascia la popolazione in balia degli eventi, accrescendo un rancore serpeggiante che viene facilmente sfogato sul capro espiatorio di turno. In questo caso i profughi siriani, in cerca di un luogo sicuro dove andare, spauriti per aver dovuto abbandonare il loro Paese e spaventati per l’accoglienza affatto calorosa a loro riservata.

Il motto adottato però da TJ e Yara, protagonisti del film, lascia intravedere una soluzione: “Mangiamo insieme, restiamo insieme” e così la pellicola diventa uno strumento per divulgare solidarietà. “Un giorno dovremo essere così organizzati e determinati da fare in modo che la solidarietà possa porre fine alla sofferenza e alla necessità di ricorrere alle lotte. Abbiamo già aspettato troppo a lungo” ha affermato Loach, dichiarando che “Forza, solidarietà, resistenza possono essere le parole per il nostro tempo. Ma io suggerirei di aggiungervi: agitare, educare, organizzare. Perché senza l’organizzazione non potremo mai vincere la nostra battaglia per un mondo migliore”.

Che sia l’ultimo film o meno di Ken Loach, The Old Oak appare sicuramente come un testamento di visione e intenti del pluripremiato regista inglese, capace ancora una volta di infondere nel pubblico messaggi sociali di grande attualità e valore.

Roberta Pisa

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Roberta Pisa

Roberta Pisa

Vive a Roma dove si è laureata in Scienze politiche e Relazioni internazionali. Da sempre si occupa di cultura e comunicazione digitale. Dal 2015 è pubblicista e per Artribune segue le attività social.

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