Cannes 75. Nostalgia, Martone e il ritorno a Itaca

Mario Martone, a pochi mesi di distanza dal grande consenso avuto alla Mostra del Cinema di Venezia del 2021 con “Qui rido io”, è nuovamente in Concorso ma al Festival di Cannes e con un film che loro riporta nel cuore del Rione Sanità di Napoli. È un ritorno a casa, un riconciliarsi con il passato e con le proprie origini

Mario Martone, Ulisse che torno nella sua amata Itaca, il Rione Sanità di Napoli che assume le sembianze di un labirinto, un tradimento e una riconciliazione. Nostalgia, presentato il Concorso al Festival di Cannes 75 e in sala dal 25 maggio con Medusa Film, è una tragedia greca, è una storia densa di significato, è un racconto molto contemporaneo. Ha un titolo che vuol dire “ritorno” e “dolore”, e due protagonisti con due nomi, Felice e Oreste, che dicono molto su loro e sul loro destino. Felice è colui che si “salva”; Oreste colui che scivola verso l’illegalità. Questa storia è tratta dalle pagine del libro omonimo scritto da Ermanno Rea, autore che molto ha raccontato di Napoli e con taglio giornalistico più che sentimentale. In Nostalgia ci sono attori enormi come Pierfrancesco Favino, Francesco Di Leva, Tommaso Ragno e Aurora Quattrocchi. Sono rispettivamente Felice Lasco, Don Luigi Rega, O malommo e Teresa Lasco. Sono un figlio che ritorna a casa e si riunisce con le proprie origini; un sacerdote che si muove contro la violenza e la camorra; il cattivo, il boss, l’uomo, l’amico, prima tradito e poi traditore; la mamma, colei che resta, aspetta, si adatta e resiste in condizioni difficili. Loro sono il coro di Nostalgia, un film che in diversi momenti ricorda il cinema del reale.

LE SFUMATURE DELLA NOSTALGIA

Il protagonista di Nostalgia, Felice Lasco, è un figlio che ha dei rimpianti, un amico che è scappato, un uomo che ha bisogno di riconciliarsi con la sua Itaca. È un Ulisse che intraprende un viaggio lungo per poi tornare a casa e ritrovare in quel luogo la sua anima più profonda, pur dovendo fare i conti con chi in quel posto non lo vuole più. A colpire di questa storia non è la nostalgia che rappresenta quest’uomo – qui non espressa come un sentimento negativo – ma l’emozione che prova nel momento in cui deve confrontarsi con le due persone per lui più importanti, la madre e l’amico – quest’ultimo divenuto il boss del quartiere. Nostalgia non è solo la storia di un’amicizia pericolosa, di un migrante e del suo ritorno, di un uomo che ha alcuni rimpianti – la madre lasciata sola per ben 40 anni – è anche la storia di un ragazzo che si è salvato da una prospettiva di vita illegale e difficile, di un uomo che ha sacrificato il suo essere e che custodisce un segreto angosciante. Il film si apre con una citazione di Pier Paolo Pasolini: “La conoscenza è nella Nostalgia. Chi non si è perso, non ne possiede” ed è stato scritto da Martone con Ippolita Di Majo.

DALLE NOTE DI REGIA DI MARIO MARTONE

Ciò che si racconta in questo film nasce dalla cronaca ma io volevo andare altrove, verso un sentimento misterioso da cercare durante le riprese”, scrive Mario Martone. “Mi affascinava l’idea di fare un film non in una città ma in un quartiere, come se si trattasse di una scacchiera, e così in Nostalgia non appaiono strade, case o persone che non siano del Rione Sanità, un’enclave di Napoli distante dal mare. Tutto viene inghiottito dal quartiere, gli anni così distanti di cui si racconta, il Medioriente dove era finito il protagonista, i sogni, le sfide, le colpe. Ho invitato gli attori e la troupe a immergersi nel quartiere come se fosse un labirinto e a non temere di perdersi. Macchina da presa in spalla, abbiamo cominciato a percorrere le strade come se si trattasse di cinema del reale. Incontro dopo incontro, vita dopo vita, storia dopo storia, abbiamo finito per girare l’ultima scena chiedendoci quale ne era il senso, e non l’abbiamo più trovato. Forse non c’era, forse non c’è. C’è il labirinto, e c’è la nostalgia, che sono il destino di tanti, forse di tutti”.

– Margherita Bordino

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Margherita Bordino

Margherita Bordino

Classe 1989. Calabrese trapiantata a Roma, prima per il giornalismo d’inchiesta e poi per la settima arte. Vive per scrivere e scrive per vivere, se possibile di cinema o politica. Con la valigia in mano tutto l’anno, quasi sempre in…

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