Artecinema: la rassegna di film per celebrare Joseph Beuys

Nel centenario dalla nascita del grande artista cinque film lo raccontano. Da Joseph Beuys, Trasformer a I like America and America likes me

Joseph Beuys
Joseph Beuys

Sono numerose le iniziative che celebrano il centenario della nascita di Joseph Beuys. Tra queste merita una speciale segnalazione la rassegna di film dedicata all’artista tedesco organizzata da Artecinema, il festival internazionale di arte contemporanea, nato nel 1996, con il proposito di diffondere i linguaggi del presente. Curata da Laura Trisorio, la rassegna è fruibile, gratuitamente sulla piattaforma online.artecinema.com, fino al prossimo 16 maggio, ed è stata realizzata in collaborazione con il Goethe Institut di Napoli, il comune di Anacapri e la Reggia di Caserta, con il matronato del Museo Madre.

Joseph Beuys, I like America and America likes me, 1974 (raccontato da Roberto Sironi). Courtesy Circolo del Design di Torino
Joseph Beuys, I like America and America likes me, 1974 (raccontato da Roberto Sironi). Courtesy Circolo del Design di Torino

LA RASSEGNA

Cinque i film in programma che indagano vita e opera dell’artista, allo stesso tempo performer, teorico, rivoluzionario e sciamano. Come Beuys (Germania 2017), documentario diretto da Andres Veiel che ne tratteggia un profilo a tutto tondo con materiali d’archivio, inedite fonti audio e video, e con una restituzione completa della temperie culturale e politica in cui fu immerso. Con Beuys and Beuys di Peter Schiering (Germania 2006) viene ripercorsa la sua attività internazionale a New York, Berlino e Darmstadt, attraverso alcune delle sue più note performance e mediante le interviste in cui esplicita i concetti guida della sua filosofia d’artista.  I like America and America likes me, firmato da Helmut Wietz (Germania 1974) testimonia l’iconica performance di Beuys che dalla Germania vola a New York, si fa portare in ambulanza nella galleria Renè Block e qui trascorre tre giorni in una grande gabbia vuota insieme a un coyote, animale selvaggio e dunque simbolo di un mondo destinato a soccombere. Protetto solo da un panno di feltro Beuys si adoperò pazientemente affinché si generasse una relazione con l’animale per una rifondata pacificazione tra uomo e ambiente.

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LA RIVOLUZIONE SIAMO NOI

In Joseph Beuys, Trasformer (Stati Uniti 1988) John DiLeva-Halpern riprende l’artista impegnato nel montaggio della sua retrospettiva al Guggenheim di New York nel 1988, con il valore aggiunto di essere l’unica testimonianza video dell’evento espositivo più prestigioso della sua carriera. Con La rivoluzione siamo noi (Italia 2020) Ilaria Freccia sposta il focus sulla scena artistica italiana che, nel decennio tra 1967 e 1977, accoglie i più rivoluzionari protagonisti del rinnovamento linguistico di quegli anni, tra cui lo stesso Beuys. La regista, con il critico Ludovico Pratesi, ricuce le tappe salienti di un periodo fecondo in cui l’Italia visse un ruolo propositivo nel sistema internazionale del contemporaneo.

– Marilena Di Tursi

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Marilena Di Tursi
Marilena Di Tursi, giornalista e critico d'arte del Corriere del Mezzogiorno / Corriere della Sera. Collabora con la rivista Segno arte contemporanea. All'interno del sistema dell'arte contemporanea locale e nazionale ha contribuito alla realizzazione di numerosi eventi espositivi, concentrandosi soprattutto sulla promozione dei giovani artisti pugliesi dal 1988 fino ad oggi. È autrice di numerose pubblicazioni e di testi critici di presentazione dell’opera di giovani artisti, contenuti in cataloghi redatti in occasione di mostre personali e collettive. Per conto della Fondazione Corriere della Sera, in qualità di membro del consiglio scientifico, ha curato cicli di incontri dedicati all’arte contemporanea nell’ambito dell’iniziativa “Da Est a Ovest Bari incontra il mondo” (2015/2016) e “Quanto è contemporanea l’arte contemporanea?” (2016, con Marco Scotini, Achille Bonito Oliva, Domenico Fontana, Marco Senaldi). Laureata in Lettere presso l’Università degli Studi di Bari, con una tesi in Storia dell’arte contemporanea, ha conseguito la specializzazione triennale in storia dell’arte medievale e moderna presso l’Università “La Sapienza” di Roma e il titolo di Dottore di ricerca in Documentazione, catalogazione, analisi e riuso dei beni culturali presso la facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Bari. Insegna Storia dell’arte nel locale Liceo artistico.