Carlo Delle Piane uomo di cinema e di teatro. Icona per Pupi Avati e amico di Aldo Fabrizi

L’attore, che da poco aveva festeggiato i 70 anni di carriera, si è spento a 83 anni. Una carriera iniziata con consapevolezza da giovanissimo e portata avanti con grande sincerità, gioco e lealtà. Ricordiamo Carlo Delle raccontandone l’uomo, attraverso le parole di chi l’ha conosciuto

Un naso grosso e storto, due occhi a palla e così profondi. Carlo Delle Piane è morto a 83 anni, uno di quegli attori bravi, ma troppo sottovalutati. Ancora adolescente sapeva già che voleva recitare davanti una macchina da presa e la gavetta non l’ha mai dissuaso dal suo obiettivo. Totò, Eduardo De Filippo, Alberto Sordi, Roman Polański, Vittorio Gassmann, Steno, Mario Monicelli, Sergio Corbucci, Pupi Avati e Aldo Fabrizi, solo alcuni dei grandi a cui ha affiancato o prestato il suo talento. Nato proprio nel cuore della capitale, a Campo de’ Fiori nel 1936, Carlo Delle Piane si era ritrovato nel 1948 un po’ per caso a interpretare il Garoffi per il Cuore di De Amicis diretto da Duilio Coletti, con Vittorio De Sica ad interpretare il maestro Perboni e la Mercader la maestrina dalla penna rossa. Un caratterista del nostro cinema? No, sarebbe troppo riduttivo. Carlo Delle Piane è stato un talento imprescindibile, silenzioso, per nulla invadente o da prima donna. Ha amato il suo mestiere e ha donato la sua espressione e fisicità a tanti personaggi e a tanto pubblico.

COME KEATON E IDILLIO CON AVATI

È il determinato e deciso figlio di Totò in Guardia e ladri nel 1951 a soli quindici anni e poco dopo è spalla di Alberto Sordi in Un americano a Roma. Musicarelli e commedie sono stati il sale della sua carriera. Era anche uno spettatore accanito Carlo Delle Piane. In un’intervista di qualche anno fa ha raccontato come e quanto gli mancasse l’atmosfera degli anni ’60 e ’70, in cui il cinema d’essai era vera moda e lui dalle due di pomeriggio alle due di notte, insieme a tantissimi altri, si chiudeva in sala e vedeva il cinema, tutto, dai fratelli Lumière ai titoli più recenti. Di Buster Keaton, in un certo senso sua fonte d’ispirazione, diceva: “mi interessava e mi è rimasta impressa la sua essenzialità, la sua asciuttezza nel recitare”. L’incontro con Pupi Avati grazie al fratello produttore, Antonio, avvenne intorno al 1976 quando il regista stava preparando Tutti defunti tranne i morti. Il loro fu amore a prima vista e quell’incontro segnò l’inizio di un sodalizio durato per anni, uno dei più belli di quel periodo.  Avati ha ricordato, al Corriere della Sera, con queste parole il suo attore icona: “non era un uomo facile, psicosomatizzava tutto, partendo da se stesso e da ipocondriaco non toccava nulla. La cosa triste è che, a parte Olmi per Tickets, nessuno dei miei colleghi l’ha mai preso in considerazione; forse si identificava troppo nel mio cinema. A Roma, poche settimane fa, hanno festeggiato i suoi 70 anni di carriera ma nella folla non c’era un regista”.

LOVE STORY, MOGLIE E RECITAZIONE

Una persona sincera, leale, che non ha mai accettato nessun tipo di compromesso. A un giornalista un po’ curioso sulle sue amicizie ha detto: “non ho un migliore amico. Mia moglie (Anna Crispino, cantante napoletana, ndr) è mia amica, mia compagna, è tutto per me. Solo lei può darmi la tranquillità di una vera amicizia”. Una grande affinità e un grande amore il loro che è stato portato in scena anche a teatro con lo spettacolo Io, Anna e Napoli, scritto dallo stesso Delle Piane insieme a Giuseppe Aquino, e grande successo nel 2010. Carlo Delle Piane era così, vero! Un uomo e un artista rappresentazione di una parte di cinema italiano che si faceva divertendosi, giocando come fosse una partita di calcio e in modo genuino, istintivo e animalesco al tempo stesso. Un cinema di cui negli ultimi anni sentiva indubbiamente la mancanza. Nel 1951, sono Steno e Mario Monicelli a volerlo per affiancare Aldo Fabrizi e Totò in Guardie e ladri. Su quel set nascerà una grande amicizia con Fabrizi, che Delle Piane ricorderà sempre negli anni. Vari film insieme ma anche molto teatro, a cominciare dalla Famiglia Passaguai. Negli anni Sessanta Carlo Delle Piane parte per Toronto con lo spettacolo Rugantino e con lui due talenti mostruosi. Nino Manfredi che interpretava Rugantino, Aldo Fabrizi nei panni di Mastro Titta e Delle Piane in quelli di Bojetto, il figlio di Mastro Titta. Adesso alzi la mano chi non vorrebbe assistere nuovamente o anche solo per un istante a uno spettacolo così, con loro, che oggi purtroppo non ci sono più!

– Margherita Bordino

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Margherita Bordino

Margherita Bordino

Classe 1989. Calabrese trapiantata a Roma, prima per il giornalismo d’inchiesta e poi per la settima arte. Vive per scrivere e scrive per vivere, se possibile di cinema o politica. Con la valigia in mano tutto l’anno, quasi sempre in…

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