Video in mostra attraverso Vimeo. Il caso del collettivo Abounaddara e la Triennale di Milano

La crew di filmmaker siriana Abounaddara Films, impegnata nella documentazione degli effetti della guerra in Siria e dell’emergenza dei profughi, ha accusato gli organizzatori della mostra La Terra Inquieta, curata da Massimiliano Gioni, che tratta proprio del tema della migrazione. Sebbene il collettivo avesse rifiutato di partecipare alla mostra, i loro video sono stati resi fruibili attraverso un monitor collegato al canale Vimeo dei registi. Nonostante questa soluzione, il collettivo ha richiesto e ottenuto la rimozione del monitor dall'esposizione.

Tra social network e piattaforme web di condivisione, oramai è sempre più dilagante in rete la diffusione di immagini e video, un ping pong di “share” che spesso dimentica un dettaglio di non poca rilevanza: i margini di utilizzo dei contenuti online. Sempre più frequentemente, sono gli stessi autori dei contenuti a decidere di utilizzare il web come mezzo per diffondere e soprattutto far conoscere i loro lavori al vasto e anonimo pubblico della rete, consapevoli del fatto che gli utenti virtuali possano decidere di fruirne liberamente, in quanto “di pubblico dominio”. Un fatto recentemente accaduto, che fa riflettere sulla complessa questione della fruibilità e condivisione dei contenuti online, è il caso che ha coinvolto Abounaddara, un collettivo siriano di registi anonimi, e La Terra Inquieta, la mostra curata da Massimiliano Gioni promossa dalla Fondazione Trussardi e allestita, fino al 20 agosto, alla Triennale di Milano. Il motivo della questione? Stando a quanto afferma il collettivo, gli organizzatori della mostra avrebbero utilizzato i loro video senza avere ricevuto il loro esplicito consenso.

La Terra Inquieta. Exhibition view at La Triennale di Milano, 2017

La Terra Inquieta. Exhibition view at La Triennale di Milano, 2017

LA VICENDA: DALL’INVITO RIFIUTATO ALL’UTILIZZO DEI VIDEO IN MOSTRA

Abounaddara è un collettivo di filmmaker autodidatti nato nel 2011, a seguito dello scoppio della rivolta siriana. Da quel momento, la crew ha filmato e documentato la tragedia degli effetti della guerra sulla popolazione e l’emergenza dei profughi, tema, quest’ultimo, che è anche alla base della mostra attualmente in corso a Milano. Secondo la versione dei registi siriani, Gioni li avrebbe invitati a partecipare all’esposizione, ma il collettivo avrebbe però scelto di non prendervi parte. Ciò nonostante, Gioni avrebbe comunque scelto di rendere fruibili i video ai visitatori della mostra attraverso un monitor collegato al canale Vimeo dei registi. Secondo quanto ha dichiarato Gioni al NY Times, il curatore avrebbe comunicato tale decisione al collettivo via mail, senza però ottenere risposta. I registi però, sulla loro pagina Facebook, dopo aver saputo della loro presenza alla mostra, hanno scritto il seguente post: “Abbiamo scoperto attraverso i media che i film di Abounaddara fanno parte della mostra “La Terra inquieta”, che tratta della “crisi dei profughi” nell’ambito della Triennale di Milano”, afferma il collettivo. “Tuttavia, abbiamo esplicitamente respinto l’invito del curatore quando siamo stati invitati a partecipare nel novembre 2016. Quindi, com’è possibile che i nostri film siano esposti senza il nostro consenso? In risposta a questa domanda, la Triennale di Milano sostiene che non stanno esibendo film, ma semplicemente forniscono i monitor collegati al canale Vimeo di Abounaddara in cui quei film sono “disponibili”.

La Terra Inquieta. Exhibition view at La Triennale di Milano, 2017

La Terra Inquieta. Exhibition view at La Triennale di Milano, 2017

COPYRIGHT E CONDIVISIONE ONLINE DEI CONTENUTI

Interpellata La Triennale avrebbe risposto che ad essere in mostra non sono i film – protetti da copyright, ma dei monitor collegati al canale Vimeo degli artisti di pubblica fruizione che permette la visione degli stessi. Fermo nella propria posizione, il collettivo ha richiesto la rimozione del monitor con i propri video dalla mostra, cosa effettivamente accaduta la settimana scorsa. Interpellato dal giornale americano, così Gioni ha commentato l’accaduto: “Mi sono rivolto a Cahirf (portavoce del collettivo)  nel febbraio 2017 e mi ha detto in un’email che non avrebbero partecipato alla mostra. Ho risposto a quella email dicendo che, se fosse stato così, avrei voluto semplicemente mettere a disposizione del pubblico le opere che sono già pubblicamente disponibili online sul loro canale Vimeo ‘Abounaddara’. Questo è ciò che ho fatto: collegare semplicemente un monitor al loro canale Vimeo che è già online e disponibile a tutti”. Quella del copyright dei contenuti condivisi online e del loro margine di utilizzo da parte degli utenti, è una questione al giorno d’oggi sempre più spinosa che colpisce milioni di persone, dal “semplice” utente all’artista. Sul caso di Abounaddara e la Triennale di Milano, abbiamo chiesto un parere alla nostra esperta di new media Valentina Tanni: “un museo non è internet. Un conto è mettere la propria opera a disposizione di tutti tramite un canale Vimeo, in maniera indipendente, un altro è vederla all’interno di una mostra, che è per sua natura un contesto creato da altri. La mostra veicola un messaggio, e partecipare implica anche accettare il contesto istituzionale all’nterno della quale si svolge”.

– Desirée Maida

Triennale di Milano – mostra “La Terra Inquieta” (COMPLETE) from Nicolò Piccione on Vimeo.

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Desirée Maida

Desirée Maida

Desirée Maida (Palermo, 1985) ha studiato presso l’Università degli Studi di Palermo, dove nel 2012 ha conseguito la laurea specialistica in Storia dell’Arte. Palermitana doc, appassionata di alchimia e cultura giapponese, approda al mondo dell’arte contemporanea dopo aver condotto studi…

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