Al via il Pergine Festival: tre weekend di teatro, musica e passeggiate

La storica rassegna d'arte performativa trentina torna dopo lo iato della pandemia con teatro classico, residenze di danza, giochi immersivi e tanta musica all'aperto: come sempre, offrendo “esperienze diverse”. Ecco com'è andato il primo fine settimana

Teatro tradizionale, giochi immersivi, passeggiate creative e musica indipendente: parte col botto il primo weekend del Pergine Festival, storico appuntamento d’arte performativa nella provincia di Trento. Nata nel 1967 (è il più antico festival del Trentino), la rassegna torna ad animare le strade, i teatri, le piazze e le valli intorno alla cittadina di Pergine Valsugana per i primi tre fine settimana del mese di luglio con una ampia proposta artistica: non sono infatti gli spettacoli tradizionali a permettere al festival, giunto alla sua 47esima edizione, di distinguersi dopo tanto tempo, bensì le proposte di gusto contemporaneo alternative al mainstream e i progetti in dialogo diretto con il territorio.

I PROTAGONISTI DEL PRIMO WEEKEND DEL PERGINE FESTIVAL

Il programma del primo weekend ha preso le mosse da Eutopia, una esperienza immersiva e partecipativa tra la performance e il gioco: riusciranno i partecipanti (18 massimo) a comprendere le dinamiche di un complesso ecosistema e mantenerlo in equilibrio, collaborando tra loro in un mondo che non fa sconti a nessuno? Un calcolato mix di strategia, intimità e riflessione ecologica sulle conseguenze delle nostre azioni è il risultato di un’ora e mezza con Trickster-P, progetto di Cristina Galbiati e Ilija Luginbühl, supportati da istituzioni come LAC e Fog – Triennale. Si prosegue con Penelope, studio dello spettacolo di Martina Badiluzzi che debutterà al festival Romaeuropa: il dramma accosta, con piglio sardonico, una piena consapevolezza degli stereotipi propria del XXI secolo con una serie di immagini e suggestioni scaturite da una attenta rilettura dell’Odissea, narrandoci di una vera donna contemporanea. Profondamente attuale anche Darwin Inconsolabile (un pezzo per anime in pena), la tragicommedia di una famiglia alle prese con una totale incomunicabilità: la regia di Lucia Calamaro ci accosta a una donna, artista e madre, che inscena per i tre figli la propria morte imminente. Tra verdura marcia, grassofobia da seconda elementare e opere d’arte eco-consapevoli, la prole e la madre continuano a rimpallarsi con incalzante ironia le proprie visioni del mondo, mettendo in luce (e in crisi) un modello egoistico e antropocentrico. Con il calar del sole c’è tempo per un ultimo salto in piazza per la musica indipendente trentina, e via la mattina dopo con il primo appuntamento di S-Velare Paesaggi, l’esperienza di camminata e scoperta profonda della nostra Terra con Luca Stefanelli/ Montanamente, per poi tornare in paese la sera e osservare l’interazione tra umano e digitale della performance musicale, filosofica e artistica di Fabrizio Saiu, Métron Extended. Ce n’è davvero per tutti, basta avventurarsi senza pregiudizi nella valle: camminando nella piazza del municipio, domenica mattina, avreste persino potuto assistere alla trasformazione dello spazio pubblico in sala prove incrociando la residenza urbana del collettivo francese di danza Sauf Le Dimanche.

Il collettivo francese Sauf Le Dimanche ph Giulia Lenzi

Il collettivo francese Sauf Le Dimanche ph Giulia Lenzi

La stessa varietà la vedremo nelle prossime settimane: con Il teatro dei Borgia, il prossimo 6 luglio, sarà visibile in anteprima nazionale lo spettacolo Giacomo dedicato all’onorevole Matteotti (cui presterà la voce la premio Maschere del Teatro Elena Cotugno); passando dalla performance site-specific e partecipativa di Elisabetta Consonni Soft Skills But Strong, dal 7 al 10 luglio, si toccherà nuovamente la danza di Ombelichi Tenui (Ballata per due corpi nell’aldilà) di e con Filippo Porro Simone ZambelliE poi ancora un monologo poetico di Lorenzo Marangoni, la danza contemporanea di Macarena Recuerda Shepherd una performance nello spazio urbano di Leonardo Delogu: trovate qui il calendario integrale.

La direttrice artistica di Pergine Festival Carla Esperanza Tommasini

La direttrice artistica di Pergine Festival Carla Esperanza Tommasini

DUE PAROLE CON LA DIRETTRICE DEL PERGINE FESTIVAL

La scelta dei lavori, tutti di alto livello e di estrema urgenza contemporanea, è affidata alla direttrice artistica del festival Carla Esperanza Tommasini, che dopo tanti anni all’estero è tornata nel proprio territorio per restituire quello che ha imparato: “Cerco sempre lavori che portino alla ribalta quello che c’è in giro di significativo. Mi piace che ci sia un punto d’ingresso diverso per ogni spettatore sperimentando con diversi formati, dal teatro duro e puro al gioco più intelligente, con un occhio particolare per la scrittura contemporanea che parli di temi attuali”. Al centro di tutta la proposta, dice la direttrice, c’è la volontà di “offrire esperienze diverse”, guardando prima di tutto a un pubblico locale, già conteso dall’esplosione dei festival post-pandemia. “Primariamente vogliamo rispondere ai bisogni delle persone che sono qua e coinvolgere quello che ci circonda. È una risposta comunitaria che vuole diventare sempre più ampia. Anche per questo la musica in piazza è di soli artisti locali”, racconta Tommasini. Ogni sera, infatti, le giornate di festival si concludono con le offerte musicali degli artisti indipendenti della regione, e per questa prima settimana hanno preso posto alla consolle Under Legginsgs, Violenzo Psichedelico e Toolbar. Locale sì, ma sempre inseriti in un contesto nazionale e internazionale: per il primo weekend il festival ha ospitato il progetto europeo Stronger Peripheries: a Southern Coalition, che collega organizzazioni, artisti e pratiche culturali delle cosiddette periferie facendo emergere le loro somiglianze, oltre a selezionare un/a artista da co-produrre per uno spettacolo che debutterà nel 2023.

I workshop di Stronger Peripheries ph Elisa Vettori e Giulia Lenzi

I workshop di Stronger Peripheries ph Elisa Vettori e Giulia Lenzi

Una combinazione necessaria, quella di apertura e focus sul territorio, per andare in aiuto di un tipo di intrattenimento a cui le persone si avvicinano con meno facilità rispetto ad altri media più popolari: “Con il teatro è sempre stato un po’ difficile: la gente comune non ci pensa come prima cosa. Quando lo propongo, i miei amici operai e artigiani mi dicono tutti la stessa cosa: ‘Non so niente di teatro’. Ma non devi essere esperto, basta che vieni”. Per coinvolgerli, la strategia dell’associazione Pergine Spettacolo Aperto è stata quella di aguzzare lo sguardo, scovando grimaldelli per coinvolgere senza forzature: “Siamo in Trentino, la gente non fa che camminare: abbiamo detto, usiamo questo per raggiungere altri pubblici e le nuove generazioni, che sono così difficili da coinvolgere. Noi lavoriamo con dei gruppi di giovani, e io chiedo sempre cosa ne pensino del teatro: è lontanissimo da loro. Bisognerebbe iniziare a scuola, ma non come si fa adesso, con cose polverose ed esperienze di bassa qualità. È una questione di sistema. Siamo stati in Occitania con dei partner francesi e in questa cittadina a mezzora di pullman da Lourdes, un martedì sera, c’erano 200 persone a vedere uno spettacolo contemporaneo. Quando un sistema investe si vede, e in Italia la situazione è farraginosa: il ministero a noi chiede numeri, non qualità. Dovrebbe essere uno sforzo organico, a partire dalle scuole e con più livelli. Poi noi siamo fortunati: un festival è un momento ‘altro’ rispetto alle dinamiche delle rassegne e possiamo rischiare! Per questo un’artista danese farà un’immersione nella natura e una riconnessione alle rocce, un danzatore farà una danza con il torrente… piano piano porteremo sempre più gente a teatro”.

– Giulia Giaume

www.perginefestival.it/

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Giulia Giaume

Giulia Giaume

Amante della cultura in ogni sua forma, è divoratrice di libri, spettacoli, mostre e balletti. Laureata in Lettere Moderne, con una tesi sul Furioso, e in Scienze Storiche, indirizzo di Storia Contemporanea, ha frequentato l'VIII edizione del master di giornalismo…

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