Tradurre le canzoni in Lingua Italiana dei Segni. Il progetto Sanremo LIS per il Festival 2020

Tra novità, performance e colpi di scena che hanno caratterizzato l’appena conclusosi Festival di Sanremo, particolare attenzione merita un progetto che ha permesso ai non udenti di seguire in diretta le puntate della manifestazione canora in Lingua Italiana dei Segni. Ecco di che si tratta

Il Festival di Sanremo da poco concluso ha fatto parlare di sé (e continua ancora a farlo) dal punto di vista artistico soprattutto per le performance di Achille Lauro, ma il 70esimo Festival della Canzone Italiana ha segnato un momento importante nella storia della televisione per quanto riguarda i temi dell’accessibilità e dell’inclusività. Per la prima volta infatti le cinque serate della manifestazione sono state segnate in diretta nella Lingua Italiana dei Segni (LIS), grazie a interpreti e performer che hanno tradotto le canzoni in gara per le persone sorde. In contemporanea con la diretta di Rai1, nello Studio 4 di via Teulada (e in onda su RaiPlay), 15 performer – di cui 3 sordi – di età media al di sotto dei 30 anni hanno così dato vita a uno show nello show, che ha permesso agli ipoudenti di tutta Italia di fruire del Festival di Sanremo, non solo “ascoltando” le parole delle canzoni, ma anche avendo percezione e imparando a conoscere e riconoscere, per la prima volta, i diversi stili musicali: pop, rap, trap, rock, latino. A parlarci del progetto Sanremo LIS è Laura Santarelli, direttrice dell’Accademia Europea Scuola Interpreti LIS e Performer LIS, istituzione romana specializzata in Lingua Italiana dei Segni per il settore artistico. 

LINGUA ITALIANA DEI SEGNI E PERFORMANCE. DALL’ACCADEMIA A ROMA A SANREMO 

“La nostra scuola ha come caratteristica quella di fare specializzare i propri allievi nel settore artistico, aspetto questo in cui ho sempre molto creduto”, spiega ad Artribune Laura Santarelli. “Questa specializzazione è risultata funzionale per il nostro progetto a Sanremo, ma già in precedenza abbiamo lavorato all’interpretazione in LIS del musical ‘Notre Dame de Paris’ di Riccardo Cocciante e Pasquale Panella. Ho sempre cavalcato l’onda del voler creare spettacolo attraverso l’uso della LIS fin dal 1994: ho iniziato questo percorso con il coreografo e regista Marco Ierva, che mi ha insegnato tutto sull’arte del musical e da lì ho poi pensato di creare la scuola”. Un’intuizione, quella di aprire la scuola, che per Laura Santerelli parte da molto lontano: suo padre è infatti Benedetto Santarelli, tra i primi ricercatori a creare il primo dizionario della LIS. “Provengo da una famiglia di quattro generazioni di sordi, e con me si è interrotta la catena genetica”, continua la direttrice dell’Accademia. “Però nasco e cresco come bambina sorda, e ho imparato l’italiano a cinque anni perché fino a quel momento avevo comunicato solo in LIS. Crescendo ho studiato danza classica e pianoforte, e tutte le volte che in TV c’era Sanremo, mia madre mi chiedeva di interpretare per lei le canzoni in gara”.

LA LINGUA ITALIANA DEI SEGNI AL 70ESIMO FESTIVAL DI SANREMO

Nel corso della nostra intervista, la domanda a Laura Santarelli giunge spontanea: come è possibile tradurre, interpretare, comunicare la musica attraverso la LIS? “Contrariamente ai sottotitoli, con la LIS è possibile esprimere l’intensità, il corpo diventa uno strumento che esprime ritmicità”, ci risponde. “Nell’opera, ad esempio, c’è un’estensione del corpo, nel rap invece i movimenti vengono scanditi in base alla metrica del brano; nel rock invece il volume e l’intensità della canzone vengono espressi con la mimica facciale. I sordi italiani grazie a questo Festival hanno capito per la prima volta che esistono diversi generi musicali, e hanno imparato a distinguerli. Questo progetto è stato importantissimo per tutti loro, e devo ringraziare Rai Pubblica Utilità se ha visto la luce”.

– Desirée Maida 

http://accademiaeuropeascuolainterpretilis.it/
https://www.raiplay.it/programmi/festivaldisanremo/festival-lis/festival-lis

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Desirée Maida

Desirée Maida

Desirée Maida (Palermo, 1985) ha studiato presso l’Università degli Studi di Palermo, dove nel 2012 ha conseguito la laurea specialistica in Storia dell’Arte. Palermitana doc, appassionata di alchimia e cultura giapponese, approda al mondo dell’arte contemporanea dopo aver condotto studi…

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