Confini e geometrie nella pittura di Gillian Lawler in mostra a Torino

Il dialogo tra geometria e memoria è al centro delle opere inedite di Gillian Lawler, artista irlandese in mostra alla Galleria Weber & Weber di Torino

La mostra Edgelands di Gillian Lawler (Dublino, 1979), presentata dalla Galleria Weber & Weber di Torino, accoglie l’ultima serie di dipinti dell’artista irlandese, in cui la realtà e l’immaginario si compenetrano, e riflette sul concetto di confine. Lawler in questi lavori inediti ha rinnovato il suo linguaggio pittorico suddividendo la tela in due parti, tracciando una demarcazione in cui la luce si incontra con forme geometriche, le quali fluttuano nei suoi fondali composti da spazi vuoti che permettono la creazione di una dimensione atemporale, astratta e onirica.

Gillian Lawler, Gillian Lawler, Edgeland IV, 2021, oil on canvas, 80 x 60 cm

Gillian Lawler, Gillian Lawler, Edgeland IV, 2021, oil on canvas, 80 x 60 cm

INTERVISTA A GILLIAN LAWLER

Cosa sono le Edgelands?
È una zona tra due ambienti, un luogo di transizione in cui il mondo urbano incontra quello naturale. Per me queste zone rappresentano un punto di trasformazione dove due mondi diversi si incontrano, si sovrappongono e transitano; sono paesaggi di solito disabitati e terre desolate al di fuori della civiltà umana. Anche la memoria e il ricordo sono fondamentali.

In che modo?
Io non uso riferimenti diretti quando dipingo nel mio studio, ma faccio affidamento sulla reminiscenza e sulla mia esperienza. Queste immagini possono anche essere descritte come memorie sulle Edgelands del mio inconscio e l’atto di raccoglimento fornisce un filtro o un portale che spoglia questi elementi fino alle loro forme più elementari.

Gillian Lawler, Transformation IV, 2021, oil on canvas, 100 x 70 cm

Gillian Lawler, Transformation IV, 2021, oil on canvas, 100 x 70 cm

LA PITTURA SECONDO GILLIAN LAWLER

Rinnovando il tuo linguaggio pittorico, sono apparsi sulla tela dei confini geometrici. Ci racconti qualcosa di più a riguardo?
Questi confini possono anche essere descritti come luoghi in cui l’esperienza reale e il mondo immaginato si incontrano e si attraversano, nei quali uso un motivo geometrico come marcatore che descrive gli elementi del mondo reale, giocando con il nostro senso della realtà. Sono una grande ammiratrice del regista e pittore David Lynch e mi piace come utilizza l’idea di un portale fluido e onirico che, una volta inserito, distorce e viene distorto. All’interno di questo processo di riduzione, le forme geometriche di base e il modello rappresentano elementi del mondo naturale e umano. Il motivo geometrico funge anche da camuffamento, portando queste strutture sospese a scomparire tra i due mondi. Questa realtà immaginaria per me ora è diventata una realtà sulla tela e descrive le Edgelands sia del mondo reale che dei bordi della nostra incoscienza.

Quali sono i tuoi progetti futuri?
Sono stata invitata dall’artista ed educatrice Rebecca Sitar a partecipare a una mostra collettiva intitolata On Walking. Questa esposizione riunisce sette artisti il cui lavoro è pieno di meraviglia, incontri, cose intraviste, ricordate e immaginate.

‒ Giulia De Sanctis

Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati

Giulia De Sanctis

Giulia De Sanctis

Dopo aver conseguito il diploma presso il Liceo Linguistico Santorre di Santarosa, l’amore per l’arte ha portato Giulia De Sanctis (Torino, 1998) a frequentare l’Accademia di Belle Arti di Torino, in cui attualmente è laureanda in Comunicazione e Valorizzazione del…

Scopri di più