Su Sky Arte: il ’68 e la rivoluzione

A cinquant’anni di distanza dalla svolta che il 1968 impresse alla storia recente, il canale tematico satellitare ospita una serie in quattro puntate che ripercorre il ’68 italiano attraverso le testimonianze dei suoi protagonisti

68 – Pop Revolution, in onda su Sky Arte HD a partire da venerdì 25 maggio, offre un excursus sul cambiamento complessivo vissuto dalla società italiana nella seconda metà degli Anni Sessanta. A raccontare la propria esperienza sono alcuni tra i leader del movimento studentesco, Capanna, Boato e Viale, ma anche storici e protagonisti della “società dello spettacolo” come Carlo Verdone o Toni Capuozzo.
Il primo dei due episodi trae spunto dalle origini del movimento sessantottino e dunque dalle prime occupazioni a Pisa e a Trento nel 1966, compiute dagli studenti per migliorare l’organizzazione dei corsi e a ottenere, nel caso trentino, il riconoscimento legale del titolo di studio in sociologia. Anche la musica risente di questo fermento, ne è la prova l’emergere di gruppi come i Beatles e i Rolling Stones, ma anche l’Equipe84 e i Rokes. Con l’aumento della consapevolezza da parte dei giovani, le proteste si diffondono. A Milano, gli studenti della Cattolica occupano l’università e i loro leader, tra i quali Mario Capanna, vengono espulsi. Queste vicende scatenano la protesta in tutta la città.

UNA RIVOLUZIONE CULTURALE

Il secondo episodio tratteggia i contorni del primo fenomeno di contestazione globale, che coinvolge anche i vari ambiti della creatività ‒ dal cinema, con Marco Bellocchio che con il suo film I pugni in tasca descrive l’universo della società borghese di provincia, al teatro fino ai cineclub in cui vengono proiettate le pellicole d’autore. Il Sessantotto divampa in tutto il mondo, dagli Stati Uniti alla Cina a Praga. In Italia le cose prendono una piega violenta quando la polizia interviene contro gli studenti a Roma, a Valle Giulia, dando vita a uno scontro non solo fisico, ma anche culturale. L’oggetto della lotta sono infatti i tabù delle generazioni precedenti, spazzati via dal desiderio di emancipazione dei giovani di allora.
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Redazione

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