Dopo le statue in Piazza Duomo e il ritiro della patente, Cristina Manetti premiata con l’assessorato alla cultura della Regione Toscana

Pratese, classe 1980, Manetti è giornalista e da tempo (mooolto) vicina al governatore appena riconfermato, di cui è stata portavoce e Capo di Gabinetto. Molto impegnata per la parità di genere e contro la violenza sulle donne, dal 2020 è presidente del Museo Casa di Dante

Se il nome che più desta curiosità, a poche ore dalla formazione della giunta regionale toscana della legislatura Giani bis, è quello della giovane Mia Bintou Diop – 23 anni, livornese e già consigliera del Partito Democratico nella sua città, ora nominata vicepresidente in Regione – la novità più significativa per quel che riguarda la gestione delle politiche culturali regionali è l’assegnazione di un incarico finora rimasto vacante.

La Regione Toscana torna ad avere un assessore alla Cultura

Negli ultimi cinque anni, durante il primo mandato di Eugenio Giani (riconfermato governatore della Toscana dalle elezioni amministrative dello scorso 13 ottobre), lo stesso presidente aveva mantenuto per sé le deleghe alla cultura, con esiti non sempre brillanti, specie nella (mancata) promozione dell’arte contemporanea

Chi è Cristina Manetti, nuova assessora alla Cultura in Toscana

Nella nuova giunta regionale figura invece un’assessora alla cultura, che risponde al nome di Cristina Manetti, in quota Casa Riformista, già Capo di Gabinetto uscente di Giani. Al centro di una recente polemica per guida non autorizzata in corsia d’emergenza sull’autostrada per eludere la coda dovuta al traffico intenso (proprio nel giorno della vittoria alle elezioni di Giani), Manetti, classe 1980 e una laurea in Giurisprudenza, è giornalista pratese (già redattrice per varie testate, quali il Giornale e Panorama), e nel 2022 è stata la prima donna a ricoprire l’incarico di Capo di Gabinetto della Toscana, da tempo assai vicina a Giani, di cui in passato fu anche portavoce.
Manetti – oltre a essere stata in prima fila nell’organizzazione del noto episodio delle statue di Giannelli in Piazza Duomo a Firenze, commentato qui su Artribune – è anche presidente dal 2020 del Museo Casa di Dante e ha ideato e coordinato il progetto Toscana delle Donne, un’iniziativa della Regione Toscana che affronta temi come la parità di genere, la violenza e le discriminazioni. Per questo, in attesa della prima riunione di giunta che chiarirà definitivamente l’assegnazione delle deleghe, resta aperta la possibilità, seppur remota, che Manetti possa ricevere la delega alle Pari Opportunità in luogo di quella alla Cultura.
Nel 2024, le neo-assessora è stata premiata al Festival Dantesco Fiorentino “per il suo impegno sia nella divulgazione dell’opera dantesca sia a favore delle donne”.

La gestione delle politiche culturali nella Toscana di Eugenio Giani

Per ora, le poche linee guida che dovrebbero orientare le future politiche culturali regionali sono contenute nel documento programmatico presentato da Giani nel discorso di insediamento in Consiglio Regionale. Nel contesto di “un orientamento progressista di buon governo in rapporto di stretta vicinanza ai territori e ai Comuni”, il Presidente ha rinviato la trattazione della materia culturale “agli Stati generali della cultura, cui abbiamo dato vita nella passata legislatura”. Certo, la designazione alla Cultura di una figura così allineata al percorso tracciato negli ultimi anni in Regione sembrerebbe consolidare una gestione delle politiche culturali in continuità con il recente passato: di fatto Manetti assessora alla cultura era già, gestendo in qualità di capo di gabinetto le deleghe trattenute da Giani. Una nomina che lascia scettici, ma vedremo i provvedimenti, i fatti e i risultati e speriamo di essere smentiti.

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Redazione

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