A Milano apre un nuovo spazio espositivo. Alleanza tra una galleria e una clinica
A Porta Venezia inaugura il nuovo avamposto della Galleria Alessandro Albanese in collaborazione con Julius Clinic, storica clinica milanese. Oltre alle mostre, lo spazio ospiterà anche laboratori artistici rivolti ai pazienti

Nata nel 1986 a Matera, la Galleria Alessandro Albanese nel corso degli anni si è saputa affermare nel panorama artistico contemporaneo ospitando mostre di artisti di rilievo, come Takis Leoncillo, Carla Accardi, Riccardo Licata, Renato Guttuso e Mario Schifano (per citarne solo alcuni). Nel 2019, il gallerista ha inaugurato la seconda sede della galleria a Milano, con un focus sui nuovi linguaggi dell’arte contemporanea e la promozione di giovani artisti internazionali. Sempre a Milano, Alessandro Albanese ha deciso di investire dando forma a Spazio BOXBOX, un nuovo spazio espositivo in Via Stoppani 36 nato dalla collaborazione con Julius Clinic, storica clinica milanese, fondata nel 1983 e da sempre attenta alle dinamiche dell’arte.
A inaugurare il nuovo spazio industriale il 15 ottobre è Diramante Schiuma Bollicine ed Opaco, la mostra di Matteo Valerio (Florida, 1989), a cura di Giorgio Verzotti.
















Spazio BOXBOX a Milano: tra arte e laboratori
I 400 mq di spazio industriale recentemente restaurato, frutto di un accurato restyling dell’intera clinica firmato dallo studio AArchitetti Noorda Schiavon, diventeranno quindi la nuova sede milanese della Galleria Alessandro Albanese, ospitando un programma espositivo ad hoc. Non solo, la galleria e la clinica hanno comunemente deciso che lo spazio ospiterà anche laboratori artistici e progetti di arteterapia pensati per i pazienti del nuovo centro diurno della Julius Clinic, collaborando con associazioni e fondazioni che operano nel settore sanitario e organizzando raccolte fondi per la ricerca.

La mostra di Matteo Valerio da Spazio BOXBOX a Milano
Le tele di Valerio sono patchwork composti da pezzi di tessuto cuciti con modalità sartoriali, ognuno dei quali trattati singolarmente con tinte naturali, xilografie e ricami. Le opere ceramiche, invece, sono realizzate con argille semi-refrattarie e gres. Nascono da un legame con l’aspetto morbido e avvolgente dell’argilla, che possiede caratteristiche simili al tessuto. Il dialogo tra i due lavori è rafforzato dalle applicazioni di colore, trasformato dal calore insieme a composti organici o minerali (stratificazioni di cotture a legna a 1200°, pentoloni bollenti con radici di robbia o riduzioni indaco).

Spazio BOXBOX a Milano: l’arte come strumento terapeutico
“Pensiamo fortemente che l’arte possa essere il volano di laboratori artistici rivolti ai pazienti del nuovo centro diurno integrato della clinica”, spiegano il gallerista Alessandro Albanese e Carola di Giulio di Julius Clinic. “L’arte tocca il cuore e la useremo come strumento terapeutico per gli anziani: grazie alla collaborazione con gli artisti, i pazienti potranno stimolare la mente, creare e migliorare il loro benessere”.
Valentina Muzi
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati