L’Uzbekistan si distingue nel panorama globale dell’arte contemporanea grazie a un polo museale

Grazie a un ricco programma di mostre, residenze ed eventi il Centro per le Arti Contemporanee di Tashkent si è affermato nel panorama internazionale, stimolando il dialogo tra le arti e il pubblico

Costruita nel 1912 come stazione di servizio diesel e deposito per la prima linea tranviaria di Tashkent, la capitale uzbeka, la sede del Centro per le Arti Contemporanee (CCA) è ora in fase di attenta trasformazione, guidata da Gayane Umerova e in collaborazione con l’acclamato studio di architettura francese Studio KO. Progettato dall’architetto Wilhelm Heinzelmann – già autore di monumenti iconici di Tashkent come il Palazzo del Granduca Romanov e la Camera del Tesoro -, l’edificio rimane una potente testimonianza del patrimonio architettonico della città.
La Fondazione per lo Sviluppo dell’Arte e della Cultura dell’Uzbekistan, che lo gestisce dal 2019, ha programmato nell’ambito di un piano di sviluppo culturale a lungo termine due nuove importanti iniziative per il CCA in partenza nel 2026: il programma multidisciplinare Navruz Gala e il Tashkent Public Art Festival, a cui si aggiungerà la mostra Hikmah che riunisce le principali voci dell’arte contemporanea locale e internazionale (e visibile da marzo 2026).

La mostra “Hikmah” al Centro per le Arti Contemporanee di Tashkent

Il titolo della mostra Hikmah vuol dire “saggezza”, e riunirà le opere di Ali Cherri, Kimsooja, Nadia Kaabi-Linke, Nari Ward, Muhannad Shono e Tarik Kiswanson, insieme agli artisti uzbeki e karakalpaki Shokhrukh Rakhimov, Vladimir Pan, Daribay Saipov e Bakhtiyar Saipov. Con pezzi recenti e nuove commissioni, il progetto espositivo esplorerà il concetto di saggezza attraverso culture e materiali. Tra i lavori più importanti spiccano Flying Carpets di Nadia Kaabi-Linke, importante prestito del Solomon R. Guggenheim Museum; una nuova commissione di Muhannad Shono; l’opera partecipativa Archive of Mind di Kimsooja; una nuova installazione del ceramista uzbeko di settima generazione Shokhrukh Rakhimov; e un’opera site-specific di Nari Ward che attinge alle tradizioni artigianali locali. Un programma musicale complementare spazierà dai canti sufi ai generi elettronici, esplorando le manifestazioni antiche e contemporanee della hikmah nel suono.

Onorare la memoria di un edificio industriale: parola allo Studio KO

Nel progettare il Centro per le Arti Contemporanee, abbiamo cercato di onorare la memoria di un imponente edificio industriale, donandogli al contempo una nuova vita poetica”. Spiegano gli architetti Karl Fournier e Oliver Marty dello Studio KO. “Il nostro lavoro con materiali tradizionali uzbeki e motivi che filtrano la luce ci ha permesso di creare uno spazio al tempo stesso contemplativo e aperto, in grado di evolversi parallelamente ai diversi programmi e idee che ospiterà. L’architettura è concepita come un veicolo per lo spirito dell’arte contemporanea in Asia centrale”.

Il Centro per le Arti Contemporanee e le voci pionieristiche dell’Uzbekistan

“Il programma inaugurale del CCA riflette l’impegno a curare opere che attraversano aree geografiche, generazioni e discipline, riunendo voci pionieristiche provenienti dall’Uzbekistan, dall’Asia Centrale e da oltreoceano”, spiega Sara Raza, direttrice artistica del CCA. “Dalle mostre concettuali e dagli incontri guidati dagli artisti alle monografie, all’arte pubblica sperimentale, al cinema e alla performance, il programma affonda le sue radici nell’indagine critica, nella risonanza culturale e nell’immaginario collettivo. Nel suo cuore, il Centro è uno spazio di dialogo: tra artisti e pubblico, storie locali e idee globali, dove il passato diventa un catalizzatore per possibilità future”.

Valentina Muzi

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Valentina Muzi

Valentina Muzi

Valentina Muzi (Roma, 1991) è diplomata in lingue presso il liceo G.V. Catullo, matura esperienze all’estero e si specializza in lingua francese e spagnola con corsi di approfondimento DELF e DELE. La passione per l’arte l’ha portata a iscriversi alla…

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