Riapre il Giardino di Pojega. Un’oasi di natura (e cultura!) nel pieno della Valpolicella in Veneto
Un elegante giardino settecentesco all’italiana, con tanto di villa e teatro di verzura: dopo tre anni di restauro è nuovamente accessibile al pubblico il Giardino di Pojega a Negrar di Valpolicella. Ecco perché merita una visita

Da pochi giorni è uscita l’annuale classifica del New York Times sui giardini più belli al mondo. Cinque si trovano in Italia. Manca all’appello il meraviglioso Giardino di Pojega, dato che è stato da poco riaperto al pubblico, a seguito di una completa ristrutturazione (realizzata grazie ai fondi del PNRR).
La storia del Giardino di Pojega
Nel cuore della Valpolicella, presso Negrar, il Giardino di Pojega rappresenta uno straordinario esempio di giardino all’italiana, un luogo in cui natura e architettura dialogano in armonia. Nel 1649 il conte Rizzardi acquista un’ampia tenuta agricola. Il suo discendente Antonio Rizzardi, a metà del Settecento, decide di trasformare parte della tenuta in un “giardino di delizie”. Il progetto fu realizzato dall’architetto Luigi Trezza, che creò uno spazio romantico e spettacolare. I disegni del progetto e le tavole acquerellate di rara bellezza, sono ancora oggi conservati presso la Biblioteca Civica di Verona.

Le meraviglie del Giardino di Pojega
Il giardino copre un’area di 54mila metri quadrati e si sviluppa su tre livelli, seguendo le morbide pendenze della collina. I punti focali del progetto sono le architetture che abitano il luogo: l’ampia villa settecentesca, le limonaie, il belvedere, il tempietto e il magnifico teatro di verzura, che donano un carattere scenografico al giardino. Ampi percorsi si snodano in un raffinato gioco simbolico: la Via del Giorno, la Via della Notte, la Via della Conoscenza, il Sentiero del Boschetto, il Viale dei Cipressi, cuciono i vari punti del luogo guidando il visitatore attraverso un’esperienza profonda, visiva e contemplativa. Questi coni paesaggistici evocano percorsi interiori, in cui la natura diventa metafora del cammino della vita.
Il Teatro di Verzura e le sculture di Pietro della Vecchia
Uno degli elementi più affascinanti del giardino è il Teatro di Verzura, un ampio anfiteatro ispirato ai modelli classici della Grecia, completamente ricoperto di vegetazione, con centinaia di siepi in bosso scolpite a gradoni. Il Teatro di Verzura, rivolto a Ovest così da sfruttare le luci del tramonto, per la qualità del disegno e per le dimensioni, rappresenta un esempio unico al mondo.
Oltre 60 sculture in pietra calcarea animano l’intero giardino, in gran parte attribuite allo scultore vicentino Pietro Muttoni, detto Pietro della Vecchia (Venezia, 1603 – Vicenza, 1678), fondatore di un’accademia che impartiva lezioni di anatomia, disegno e prospettiva.









Il Giardino di Pojega tra natura e cultura
L’acqua è l’elemento vitale di questo luogo. Entra da una sorgente naturale a monte, scorre lungo il ninfeo attraversando fontane, aiuole, balze e sentieri, fino a giungere ad irrigare le vigne sottostanti. Il livello mediano del giardino è più informale, in stile romantico all’inglese, dove si trovano boschetti di alberi di carpini, lecci, tassi e aceri. Qui un’ampia area è lasciata a prato naturale, affiancata da giardini di fiori e di bulbi, tipici della cultura botanica del Settecento.
Per oltre trent’anni (dal 1967 al 2004), all’interno di Villa Rizzardi fu ospitato l’atelier dello scultore spagnolo Miguel Berrocal (Villanueva de Algaidas, 1933 – Antequera, 2006), noto per le sue opere definite “a puzzle”. Da questo lungo periodo di vita trascorso a Nergar, restano varie sculture disseminate nelle stanze dell’edificio.
La ristrutturazione del Giardino di Pojega
Il Giardino di Pojega, incastonato nel paesaggio, è circondato da una vasta tenuta vinicola (oltre 100 ettari), che coltiva uve pregiate di vigneti selezionati e produce vini d’eccellenza come l’Amarone e il Ripasso. È un luogo di bellezza che trasmette la cura e il senso del territorio. L’intervento paesaggistico di ristrutturazione è su progetto dall’architetto Giuseppe Rallo. Con un ampio team di esperti hanno voluto restituire l’autenticità del luogo attraverso interventi conservativi e di rigenerazione della vegetazione. Per potenziare l’espressività del giardino sono stati incrementati soprattutto gli scorci scenografici, recuperando tutta la statuaria esistente e luoghi come il Belvedere, chiuso da anni. Gli eredi Rizzardi, proprietari illuminati, desiderano condividere questo patrimonio con i cittadini e soprattutto con i giovani, realizzando serate a tema, concerti, letture, oltre a un fitto calendario di appuntamenti estivi per il pubblico.
Claudia Zanfi
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