Rinascono i giardini seicenteschi di Villa Celle. Museo d’arte ambientale nella campagna toscana
Dagli Anni Ottanta, Villa Celle ospita una delle più grandi e prestigiose collezioni di arte ambientale contemporanea del mondo, grazie all’impegno di Giuliano e Pina Gori. Ma la tenuta pistoiese ha una storia secolare alle spalle e ora il restauro dei giardini storici permette di scoprire angoli inediti

Nella campagna toscana, alle porte di Pistoia, Giuliano Gori avviò all’inizio degli Anni Settanta la prima e più compiuta esperienza di arte ambientale in Italia, coinvolgendo decine di artisti contemporanei per lavorare con loro alla creazione di opere site-specific che hanno trasformato la Fattoria di Celle in un museo a cielo aperto.
L’arte ambientale a Villa Celle
Oggi, il parco di 45 ettari che circonda la villa di Santomato di Pistoia ospita una delle più grandi e prestigiose collezioni di arte ambientale contemporanea al mondo, visitata ogni anno (a partire dal 1982, quando il sito ha aperto al pubblico) da migliaia di persone nel periodo compreso tra maggio e settembre. L’imprenditore, collezionista e mecenate pratese è scomparso nel 2024 all’età di 94 anni. Ma nella tenuta di Celle l’impegno nel considerare cultura e ambiente come due facce della stessa medaglia prosegue e può contare su nuovi traguardi. Alla valorizzazione della collezione costituita da Giuliano e Pina Gori, infatti, si aggiunge la tutela del contesto storico della villa, che ora ritrova i suoi Giardini formali, importante testimonianza dell’arte paesaggistica toscana a cavallo tra Seicento e Settecento.

I giardini formali di Villa Celle. La storia
Realizzati per volontà della famiglia Fabroni, nobile casata pistoiese che intraprese un lavoro sistematico di arricchimento botanico e architettonico della tenuta già a partire dalla metà del XVII Secolo, i Giardini situati sul fronte principale della villa sono stati oggetto di un restauro appena concluso. E riapriranno al pubblico il prossimo 8 giugno, quando i visitatori potranno partecipare alla visita guidata curata dall’agronoma Simona Giorgini, seguita, alle ore 18, da un concerto di musica barocca a cura del quartetto I fiori armonici.
La storia dei Giardini formali di Villa Celle può essere ricostruita attraverso i disegni di Ignazio Fabroni, figlio cadetto di Atto Fabroni. Nei suoi schizzi, risalenti agli Anni Sessanta del Seicento, si distinguono non solo la villa e il suo circondario, ma anche numerose specie vegetali introdotte nel giardino, segno di una fase di sperimentazione botanica e ornamentale. Negli stessi anni si mettono a dimora agrumi e si costituisce un “orto dei bussoli”, con la creazione di siepi di bosso disposte geometricamente. Un programma comune a molte dimore gentilizie toscane del tempo. A Celle, nello specifico, la villa sorge su un terrapieno prativo, raccordato al piano inferiore da un imponente scalone a doppia rampa ellittica, che incornicia una grande vasca ornata da mosaici decorativi. Le rampe conducono a una terrazza inferiore dove trovano posto filari di limoni a spalliera e un’aiuola semicircolare, preludio a due giardini all’italiana speculari, racchiusi da antiche murature e accessibili attraverso cancelli in ferro battuto, sovrastati da due leoni in pietra. Nei pressi si trova anche un pomario con varietà fruttifere tradizionali.

Il restauro dei giardini formali di Villa Celle
Finanziato tramite il PNRR cultura (al capitolo “programmi per valorizzare l’identità dei luoghi: parchi e giardini storici”), il restauro è stato accompagnato dal censimento/mappatura digitale delle piante del parco ottocentesco. E ha rappresentato un’occasione per approfondire la progettualità originaria dei giardini, analizzare le tecniche costruttive e ricostruire le trasformazioni subite nel corso dei secoli.
Ne sono scaturiti anche nuovi percorsi di visita per i giardini e per il parco, corredati da strumenti di guida digitali e da una serie di pannelli esplicativi realizzati in legno riciclato da Rilegno, nell’ottica sostenibile che ha sempre guidato il progetto visionario della famiglia Gori.
Livia Montagnoli
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