Una tortura programmata. L’installazione che stressa la macchina

Si può provare empatia verso una macchina? L'installazione J3RR1 del collettivo NONE sottopone un computer a uno stress continuo e immotivato, trasformando poi i suoi parametri vitali in impulsi luminosi e sonori. Ecco il video

Una macchina sottoposta a stress continuo. Un processo ciclico fine a se stesso, studiato per testare le capacità e i limiti del computer. Si chiama J3RR1 ed è un’installazione realizzata dal collettivo NONE per la sezione Umano, sovraumano? curata da da Valentino Catricalà in occasione della tappa italiana mostra Human +. Il futuro della nostra specie al Palazzo delle Esposizioni di Roma.
Proprio come in una visita medica, l’andamento dei parametri vitali di base (cpu, ram, disco) di J3RR1 è costantemente monitorato e associato a un dispositivo che lo riproduce in impulsi sonori e luminosi. “Osservando J3RR1 scopriamo il nostro riflesso”, affermano gli artisti, “all’interno di una quadrisfera di specchi. Si crea così una dialettica tra il ‘paziente-macchina’ e ‘l’umano-osservatore’ che, specchiandosi, può ritrovare se stesso nella medesima condizione di ansia da prestazione, trascorrere una vita intera a cercare di migliorarsi, perdendo di vista spesso il perché di tanta fatica, di tanto dispendio d’energia. In fondo è una questione soggettiva, chi prova un’empatia verso i vegetali, chi crede che perfino i sassi abbiano un’anima, verso una macchina allora cosa proviamo?

Video di Ippolito Simion | NONE collective

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Valentina Tanni

Valentina Tanni

Valentina Tanni è storica dell’arte, curatrice e docente; la sua ricerca è incentrata sul rapporto tra arte e tecnologia, con particolare attenzione alle culture del web. Insegna Digital Art al Politecnico di Milano e Culture Digitali alla Naba – Nuova…

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