Un’alleanza fra progettisti e artisti: riutilizzare i beni confiscati alle mafie

E se gli artisti venissero attivamente coinvolti in tutti i progetti per il riuso dei beni confiscati alle mafie? Dalle colonne di Artribune, l’architetto Luigi Centola, presidente di NewItalianBlood no profit, lancia un’importante proposta per il futuro del Paese.

Viviamo una fase molto delicata, soprattutto al sud, dove è necessario arginare l’eccezionale emergenza economica post pandemia. Per l’anno in corso le previsioni indicano un crollo del PIL del 10% e l’aumento della disoccupazione del 3%: una catastrofe. Dopo l’aiuto alle fasce deboli e il sostegno agli imprenditori in crisi, prima che per sopravvivere possano essere costretti a rivolgersi al “welfare mafioso”, c’è bisogno di programmi per governare la transizione, contrastare la povertà, l’usura e la compravendita di consenso con investimenti, lavoro e legalità. Un’Italia concreta e coesa, dove lo Stato, le regioni e i comuni concentrano le risorse sulle priorità possibili, eliminando la burocrazia superflua, può avviare un nuovo progetto socio-economico a sostegno del terzo settore per arrivare più velocemente ai soggetti deboli o svantaggiati. Attraverso il riuso dei beni confiscati alle mafie si consegue un triplice risultato: etico, ecologico e socio-economico. I beni immobili sottratti alla criminalità organizzata nel Bel Paese sono oltre 35.000, in continua crescita, grazie all’azione di contrasto sempre più efficace dello Stato e della magistratura: ville, palazzi, quartieri, hotel, masserie, capannoni, terreni agricoli, spazi pubblici. Un potenziale di sviluppo enorme, a consumo di suolo zero, nella disponibilità dei comuni, da recuperare e valorizzare in tempi brevi. La proposta è di mettere in rete le energie creative del Paese ‒ committenti, progettisti, artisti e associazioni ‒ attraverso masterplan agili collegati a progetti di agopuntura per realizzare rigenerazioni urbane e paesaggistiche diffuse e replicabili dal ritorno immediato, opere-manifesto in grado di stimolare il senso di appartenenza e favorire l’inclusione e la partecipazione delle comunità.

L’ESPERIENZA DI NEWITALIANBLOOD E AGRORINASCE

Newitalianblood no profit e il consorzio Agrorinasce, con i giovani progettisti dei Master Architettura|Ambiente e Progettazione|Bim, negli anni hanno sviluppato una ventina di masterplan e studi di fattibilità per il recupero di beni confiscati in Campania, alcuni dei quali in via di finanziamento. Tra questi, per aprire al necessario quanto auspicabile coinvolgimento degli artisti, può essere interessante analizzare le idee-progetto per gli spazi pubblici e gli orti sociali in via di elaborazione per i comuni di Villa Literno e San Cipriano d’Aversa nel territorio dei casalesi.
Il “Chilometro della Legalità” sviluppa il Parco Lineare previsto dal Piano Regolatore di San Cipriano D’Aversa, un asse di verde pubblico che libera la fascia di rispetto della linea ferroviaria demolendo una serie di residenze abusive. Un’azione politica e culturale coraggiosa dove un’area sottratta da pochi privati ritorna alla fruizione collettiva. Due lotti confiscati, importanti segnali di discontinuità alla cementificazione diffusa, costituiscono le testate di accesso al parco: a ovest l’Oasi Verde (860 metri quadrati), per il recupero della vita in armonia con la natura, e a est il Playground Urbano (800 metri quadrati) per lo sport, il gioco e l’incontro della comunità. I due interventi rappresentano il prologo concreto a un indispensabile processo di legalità e rigenerazione del territorio.

MASTER NewItalianBlood Tiziano D'Angelo e Luisa Santoriello Km della legalità San Cipriano d'Aversa © Master NIB e singoli autori

MASTER NewItalianBlood Tiziano D’Angelo e Luisa Santoriello Km della legalità San Cipriano d’Aversa © Master NIB e singoli autori

IL CHILOMETRO DELLA LEGALITÀ

L’Oasi Verde offre ai cittadini un luogo di sosta protetto e ombreggiato. La base curvilinea in cemento integra una serie di sedute continue, la trama in tondini di acciaio da costruzione genera un filtro che protegge dall’esterno e disvela un giardino segreto, luogo delle esperienze sensoriali con fiori, frutti, colori e profumi sempre diversi in ogni stagione. Un piccolo bar e una sala comune costituiscono i servizi a disposizione dell’associazione che, attraverso un bando pubblico, sarà selezionata per curare e gestire lo spazio naturale recuperato. Il Playground Urbano restituisce alla comunità uno spazio per lo sport, il divertimento e l’aggregazione. Il campo da calcetto, adattabile a spettacoli e incontri, è affiancato dagli spalti verdi. Nell’angolo tra i muri esistenti si realizza un piccolo edificio di servizio su due livelli con bar, accoglienza e spogliatoi a servizio del campetto e delle attività di spettacolo. La composizione cromatica del parterre si estende all’esterno del lotto, segno sia di un invito a entrare che dell’esigenza di uscire dal recinto dell’esclusione.

OCCASIONI DI RISCATTO, LAVORO E SOCIALITÀ

Il “Quartiere Campania Felix”, tra gli agglomerati urbani di Villa Literno da un lato e Casal Di Principe e San Cipriano D’Aversa dall’altro, riutilizza una sequenza di beni confiscati – terreni e immobili ‒ in grado di offrire a quest’area marginale, un tempo cuore agricolo della regione, importanti occasioni di riscatto, lavoro e socialità. I preziosi beni liberati e messi in rete generano occasioni di economia legata alla terra, all’accoglienza, ai servizi condivisi, a opportunità didattiche e spazi di inclusione. Il trait d’union dei diversi progetti è di offrire un nuovo senso al quartiere come simbolo di legalità e vita in armonia con la natura. Lo scopo degli Orti Sociali con le piccole serre personalizzate e i container di riciclo è molteplice: arrestare il consumo di suolo, risarcire il paesaggio maltrattato, produrre in proprio ortaggi, frutta e altri beni di necessità, attraverso un progetto collettivo in grado di promuovere l’integrazione e l’economia sociale. Sono coltivazioni biologiche perfette per ricostruire la biodiversità e gestite senza l’utilizzo dei fertilizzanti che permettono di ritrovare il contatto con la terra, conoscere il ciclo delle stagioni, comprendere l’ecosistema e rispettarlo. Il terreno agricolo è ordinato in fasce per ricondurre lo spazio alla misura umana e organizzare le coltivazioni locali tipiche, in netto contrasto con l’edificazione confusa e senza regole al contorno. A sud della provinciale si recuperano 10.000 metri quadrati di spazi pubblici e orti sociali, a nord si riqualifica il parcheggio esistente e si creano nuove aree attrezzate e coltivate per oltre 5.000 metri quadrati. Una volta organizzati i terreni si potrà recuperare un palazzo di 4 piani, anch’esso sottratto alla criminalità organizzata (1.650 metri quadrati), con negozi di vicinato e laboratori di artigianato al piano terra, social housing e accoglienza per persone svantaggiate ai tre livelli superiori. Infine, appena disponibile, il capannone industriale confiscato di un ex zuccherificio (3.000 metri quadrati) sarà particolarmente utile per rafforzare l’attrattività e le opportunità di lavoro del quartiere e del territorio.

MASTER NewItalianBlood Sabrina Cruoglio e Nadia Peruggi Orti Sociali a Villa Literno © Master NIB e singoli autori

MASTER NewItalianBlood Sabrina Cruoglio e Nadia Peruggi Orti Sociali a Villa Literno © Master NIB e singoli autori

UNA CHIAMATA AGLI ARTISTI IN NOME DELLA LEGALITÀ

Dopo aver descritto brevemente questi esempi pilota e considerato le necessità urgenti dei territori, anche alla luce della nuova emergenza economica, sarebbe interessante aprire il confronto sul progetto dei beni confiscati. Dall’esperienza sul campo, oltre alla necessità di sviluppare masterplan agili per coordinare gli interventi, emergono tre principi guida indispensabili al successo per il riuso dei beni confiscati: programmi funzionali autosostenibili in grado di generare reddito per le associazioni che gestiscono i beni; progetti emozionali e accoglienti utili per innescare comunità e partecipazione alla vita delle opere; architettura leggera come sovrascrittura in filigrana per evitare di fare tabula rasa di memoria e contesto. Ad esempio, come immaginano gli artisti un contributo alla costruzione del “Chilometro della legalità”, allo sviluppo del giardino segreto e del playground di Villa Literno? Quali gli interventi per rendere più efficaci, utili e partecipati gli orti sociali e gli spazi comuni sui terreni confiscati a San Cipriano D’Aversa? E, più in generale, sono in grado gli artisti di mettere a punto nuovi dispositivi di inclusione e partecipazione per la rigenerazione dei territori e delle periferie superando la cosmetica della Street Art?

UN’OPPORTUNITÀ DI SPERIMENTAZIONE

Il recupero dei beni confiscati, anche per il significato simbolico, è un’opportunità unica per la sperimentazione. Come per i lavori pubblici si dovrebbe sempre prevedere almeno il 2% del budget a disposizione delle opere d’arte e dei creativi. Alcuni fondi sono già disponibili attraverso bandi regionali e nazionali, altre importanti risorse giacciono invece ancora inutilizzate. E poi, a breve, saremo sommersi da una valanga di nuovi incentivi europei da utilizzare con cura per non gettare al vento opportunità di lavoro e rinascita socio-economica.
Newitalianblood e Agrorinasce auspicano il coinvolgimento e la collaborazione degli artisti in tutti i progetti per il riuso dei beni confiscati. In attesa di poterci incontrare per un laboratorio progettisti-artisti presso la Stazione Marittima Zaha Hadid a Salerno, utile anche per mettere a punto i bandi per una serie di concorsi simbolo, ci farà piacere conoscere e raccogliere spunti e riflessioni a distanza. Vi aspettiamo!

Luigi Centola

www.newitalianblood.com

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Luigi Centola

Luigi Centola

Luigi Centola si laurea in Architettura alla Federico II di Napoli, ottiene il Master in Graduate Design dall'Architectural Association di Londra ed è Fulbright Fellow presso l'American Academy in Rome. Lo studio Centola&Associati con Waterpower Amalfi vince il Premio Lafarge-Holcim,…

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