Il Vaticano parteciperà per la prima volta alla Biennale di Architettura di Venezia

Dopo le indiscrezioni rimbalzate sulle principali testate di architettura internazionali, è arrivata la conferma: Francesco Dal Co curerà un “padiglione diffuso” nel bosco dell’Isola di San Giorgio Maggiore.

Arriveranno da Italia, Spagna, Portogallo, Gran Bretagna, Stati Uniti d’America, Australia, Brasile, Giappone, Cile/Serbia e Paraguay i dieci architetti che definiranno, ciascuno con un proprio intervento, il debutto assoluto della Santa Sede alla Biennale Architettura 2018. Una partecipazione già in parte emersa nelle motivazioni con cui gli organi ufficiali della Santa Sede avevano chiarito la mancata presenza del Paese all’Esposizione Internazionale d’Arte curata da Christine Macel, dopo le esperienze degli anni precedenti.

IL CURATORE

Il nuovo progetto è stato promosso dal Cardinale Gianfranco Ravasi, con il coordinamento del Pontificio Consiglio della Cultura, e si avvarrà della curatela dello storico dell’architettura Francesco Dal Co. Un nome non certo nuovo sul fronte Biennale: a capo dal 1996 della testata Casabella, Dal Co ricoprì infatti l’incarico di direttore del settore architettura nel quadriennio 1988 – 1991. Più di recente, in occasione di Fundamentals, l’edizione curata da Rem Koolhaas del 2014, la figura dello storico ferrarese era tornata al “centro della cronaca” per il netto rifiuto espresso all’invito, ricevuto dall’allora ministro Massimo Bray, alla proposta di coordinare il Padiglione Italia. Il progetto fu affidato, alla fine, all’architetto milanese Cino Zucchi.

Expo 2015 - Padiglione Vaticano

Expo 2015 – Padiglione Vaticano

COME SARÀ IL PADIGLIONE DELLA SANTA SEDE

In attesa della presentazione ufficiale, fissata per il prossimo mese di aprile, sono già stati resi noti importanti dettagli sul padiglione d’esordio della Santa Sede. Ciascun architetto – stando ai rumors i professionisti selezionati sarebbero Francesco Cellini, Norman Foster, Eduardo Souto de Moura, Flores&Prats, Smiljan Radic, Carla Juaçaba, Javier Corvalán, Sean Godsell, Andrew Berman e Teronobu Fujimori – è stato invitato a misurarsi con il tema della “cappella nel bosco”. Il modello di riferimento per ciascun partecipante è la Skogskapellet, la struttura costruita dall’architetto svedese Gunnar Asplund, nel 1920: un piccolo edificio in legno, minuziosamente progettato in un’ottica di fusione con l’ambiente naturale circostante, destinato a fare scuola. Concepito per il cimitero di Stoccolma, dal 1994 è incluso nel World Heritage List dell’UNESCO. Per ogni cappella dovrà essere prevista la possibilità di riutilizzo al termine dell’esposizione, dando priorità ai concetti di “tutela e rispetto dello spazio naturale circostante. Nella nostra cultura, infatti, è usuale identificare la cappella come ambiente parte di spazi religiosi e ambienti di culto più ampi, come chiese e cattedrali; – precisa la nota ufficiale – nel Padiglione della Santa Sede alla Biennale di Architettura 2018, invece, le cappelle saranno isolate, collocate in un ambiente naturale e astratto, metafora del peregrinare della vita: il bosco, appunto.” Il sito scelto è il bosco dell’Isola di San Giorgio Maggiore. La partecipazione della Santa Sede prevede anche un evento speciale: organizzato dal Cortile dei Gentili e in programma per il prossimo 21 settembre 2018, sarà un confronto “tra quattro architetti di fama internazionale” e il pubblico, promosso con l’intento di “indagare come viene interpretato il messaggio contenuto nella Enciclica Laudato Sì di Papa Francesco”.

Valentina Silvestrini

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Valentina Silvestrini

Valentina Silvestrini

Dal 2016 coordina la sezione architettura di Artribune, piattaforma per la quale scrive da giugno 2012, occupandosi anche della scena culturale fiorentina. È cocuratrice della newsletter "Render". Ha studiato architettura all’Università La Sapienza di Roma, città in cui ha conseguito…

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