Pronta “Concrete”, opera d’esordio di Rem Koolhaas negli Emirati Arabi Uniti

A Dubai, nelle giornate dell’Art week at Alserkal Avenue, è stata inaugurata “Syria: Into the Light”, la prima mostra ospitata nella nuova “casa delle arti” progettata da OMA.

È stata la lecture di Rem Koolhaas dal titolo “Current Preoccupations” ad accompagnare, nei giorni scorsi, l’inaugurazione di Concrete, il nuovo spazio multidisciplinare che ricade nella Alserkal Avenue di Dubai. Come vi abbiamo di recente raccontato, l’intervento segna il debutto dello studio OMA negli Emirati Arabi Uniti e, più nello specifico, rafforza il processo di espansione del distretto artistico di Dubai. A partire dal 2008, infatti, il quartiere industriale di Al Quoz è al centro di una profonda riconversione funzionale: gallerie d’arte contemporanea hanno fissato la propria sede lungo l’Alserkal Avenue; iniziative destinate agli appassionati di arti visive si svolgono con regolarità; team creativi, attivi anche nei settori del design e della moda, osservano con interesse il potenziale di quest’area. Probabilmente mancava solo la “consacrazione” con un’archistar internazionale.

UN RECUPERO ALL’INSEGNA DELLA FLESSIBILITA’

Con uno sviluppo complessivo di 1.250 metri quadrati, Concrete si inserisce nel filone della conservazione e riuso di edifici esistenti intrapreso da OMA negli ultimi anni, i cui esiti interessano direttamente anche il nostro Paese. A Dubai, i progettisti hanno agito ridefinendo l’identità delle facciate esistenti, in parte ora contraddistinte da una superficie ruvida e riflettente, ottenuta mediante una miscela di cemento con porzioni di vetro. Pannelli in policarbonato, inoltre, sono stati impiegati per il rivestimento delle facciate anteriori del complesso. All’interno, l’esigenza espressa dalla committenza di ottenere la massima flessibilità è stata risolta collocando il blocco servizio in un’estremità, mantenendo il resto degli spazi aperti e neutri. Pannellatura interne, alte otto metri e in grado di ruotare e scorrere, assicurano configurazioni distinte sulla base degli eventi ospitati: previsto un palinsesto di mostre, spettacoli, conferenze e incontri pubblici. Seguendo la medesima logica, anche l’apertura dei lucernari può essere gestita, fino a consentire l’ingresso solo a sottili lame di luce. “Con questo progetto – ha dichiarato Rem Koolhaas – abbiamo voluto mantenere l’interno il più possibile neutrale e flessibile, mentre abbiamo trasformato l’esterno, rispetto all’esistente, in modo tale che sia possibile distinguerlo dagli edifici circostanti.” OMA, che ha esteso le proprie sedi estere con un’apertura anche a Dubai, ha ultimato Concrete con i partner locali Iyad Alsaka e Kaveh Dabiri; la realizzazione dell’interior design e dei dettagli ingegneristici dell’intervento sono state affidate a società locali.

UNO SGUARDO SULLA SIRIA NELLA MOSTRA INAUGURALE

Curata da Mouna Atassi, con la collaborazione di Rasha Salti, “Syria: Into the Light” è la mostra di apertura di Concrete. Aperta fino al 3 aprile prossimo, si concentra sull’arte siriana nel periodo compreso tra il 1924 e il 2016. Attraverso più di 60 opere, realizzate da oltre 40 artisti, il percorso espositivo delinea le traiettorie di movimenti artistici della Siria in un’ottica dilatata, includendo pittura, disegno, scultura, fotografia e video arte.

– Valentina Silvestrini

http://concrete.ae/
http://oma.eu/
http://alserkalavenue.ae/

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Valentina Silvestrini

Valentina Silvestrini

Dal 2016 coordina la sezione architettura di Artribune, piattaforma per la quale scrive da giugno 2012, occupandosi anche della scena culturale fiorentina. È cocuratrice della newsletter "Render". Ha studiato architettura all’Università La Sapienza di Roma, città in cui ha conseguito…

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