Trascorsi del tempo. Ludovica Gioscia a Milano

T-space, Milano – fino al 23 aprile 2017. Livellature fluorescenti, tra carta strappata e cortine in stoffa, arcobaleni psichici, portali, frammenti telepatici, ombre frammentate e osservatori stellari. La personale dell’artista romana riluce come l’ammaliante coda di un pavone e mette in scena il simulacro di sedimentazioni del tempo.

A Dublino, attorno alle seconda metà degli Anni Venti del Novecento, all’Abbey Theatre, fondato, tra gli altri, da Edward Martyn e W. B. Yeats, vennero aggiunti spazi addizionali e un piccolo teatro sperimentale, the Peacock stage, che dipendeva dal teatro principale. Con The Peacock Stage, Ludovica Gioscia (Roma, 1977; vive a Londra) allestisce in tre stanze del seminterrato di T-space Infinito Presente, la prima serie di mostre personali in cui l’artista esplora le strutture di nuovi approcci. All’ingresso sono presenti fondali di scena sovrapposti (Portal 1 e Portal 2), che si muovono non appena si apre la porta e l’aria filtra, increspando l’intera mostra attraverso le trasparenze dei veli. Veli che si allungano, si rapprendono, si accartocciano, si lacerano e si solidificano a seconda delle priorità narrative, che dilatano e si assottigliano fino a far vedere un altro mondo, sempre più dall’alto, sempre più lontano e ultraterreno.

Ginevra Bria

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Ginevra Bria

Ginevra Bria

Ginevra Bria è critico d’arte e curatore di Isisuf – Istituto Internazionale di Studi sul Futurismo di Milano. È specializzata in arte contemporanea latinoamericana.

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