Tutto Giotto, ma senza Giotto. A Venezia

Cosa collega Paolo Fresu, Luca Zingaretti e Giotto? La prima edizione del progetto Magister, ideato da Cose Belle d’Italia Media Entertainment e dedicato al pittore che ebbe il merito di traghettare l’arte italiana dal Medioevo all’età moderna. Ma niente opere originali: un racconto, invece, tra riproduzioni in alta risoluzione, sonorità jazz e una voce inconfondibile.

La grande croce rossa, uguale a quella che compare nel riquadro del Presepe di Greccio nella Basilica Superiore di Assisi, si scorge fin dalla soglia della Scuola Grande della Misericordia, una location di grande suggestione e di altrettanto grandi dimensioni, dal momento che si tratta del secondo spazio veneziano per ampiezza dopo Palazzo Ducale. Attorno, sulle pareti, si susseguono interessanti proiezioni dei documentari di Luciano Emmer e di altri filmati d’epoca in bianco e nero.
Ma l’esperienza vera e propria comincia al piano superiore, dopo aver inforcato le cuffie di design e regolato il volume: percorso e durata di permanenza nelle stanze – in totale 45 minuti – sono predefiniti se si vuole seguire la narrazione di Zingaretti accompagnata dalle raffinate note di Fresu. Le sette stanze sono dedicate alla nascita del mito, al racconto di San Francesco, ai luoghi giotteschi, alle croci dipinte, a Giotto e Firenze, alla Cappella degli Scrovegni e infine alla Cometa di Halley. Quest’ultima non sembri fuori luogo, perché proprio con il nome del pittore si battezzò la prima missione spaziale europea che, nel 1986, andò a scoprire il nucleo della celebre cometa dipinta anche da Giotto nell’Adorazione dei Magi di Padova. La suggestione data dagli ambienti è indubbia, nonostante qualche contenuto non sia ben definito (ad esempio di un video di animazione non si riporta alcuna informazione), e risultino poco comprensibili gli stimoli olfattivi, che pur ci sono, e tattili.

Magister Giotto. Exhibition view at Scuola Grande della Misericordia, Venezia 2017

Magister Giotto. Exhibition view at Scuola Grande della Misericordia, Venezia 2017

I CONTENUTI RIGOROSI

Parlare di mostra però è fuorviante, visto che al suo interno non è esposta alcuna opera originale: l’esperienza infatti intende offrire una panoramica completa sulla vita e sulle innovazioni portate all’arte italiana da Giotto, basandosi su un assoluto rigore scientifico garantito da un comitato composto da Alessandro Tomei, Giuliano Pisani, Stefania Paone, Cesare Barbieri, con la consulenza di Serena Romano; questi gli studiosi che hanno elaborato i testi, approfondendo le vicende giottesche e i contesti in cui l’artista si trovò a operare, anche riprendendo fonti antiche.

LE PREMESSE

L’aspetto visivo è dato invece da proiezioni di immagini delle maggiori opere filmate ad alta risoluzione, cui si aggiungono ricostruzioni scenotecniche come le riproduzioni delle tre croci di Giotto in scala reale. Tra gli effetti, blow up e zoom, ma anche inquadrature strette sui dettagli: la tecnica è prevalentemente cinematografica e altrimenti non potrebbe essere, visto che la direzione artistica del progetto è stata affidata a Luca Mazzieri, regista che già si era confrontato con Giotto nella realizzazione di un film di 13 minuti sulla Cappella degli Scrovegni. Dopo quel lavoro, egli ha affermato che il pittore “doveva essere raccontato a tutti in modo contemporaneo attraverso le evolute tecnologie filmiche”, assegnando al format Magister l’ambizioso obiettivo di dar vita a “un atto autorale di rielaborazione contemporanea di capolavori del passato”. Il film, girato nel 2016, ha visto la partecipazione di alcuni degli stessi protagonisti – coordinati da Giuliano Pisani ‒ dell’attuale iniziativa veneziana, compresa Cose Belle d’Italia che compare tra gli sponsor del progetto padovano.

Magister Giotto. Exhibition view at Scuola Grande della Misericordia, Venezia 2017

Magister Giotto. Exhibition view at Scuola Grande della Misericordia, Venezia 2017

QUEL CHE NON C’È

Chi si addentrerà in Magister Giotto vivrà allora un’esperienza coinvolgente, ma non si deve aspettare una mostra “multimediale” come si sarebbe portati a pensare: mancano, per esempio, delle ricostruzioni 3D che avrebbero potuto far percepire tutta la maestosità degli ambienti affrescati, niente realtà aumentata, neppure delle possibilità di interazione e di scelta individuale mediante touch screen. Il visitatore è solo e soltanto spettatore.
Il format Magister non intende concludersi qui: nel 2018 il sipario si alzerà su Canova e nel 2019 su Raffaello. Nel frattempo, pare che alcune istituzioni giapponesi siano intenzionate a “comprare” Giotto – che per la cronaca è costato “qualche milione di euro” – per esporlo in tutto o in parte a Tokyo e a Kyoto.

Marta Santacatterina

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Marta Santacatterina

Marta Santacatterina

Giornalista pubblicista e dottore di ricerca in Storia dell'arte, collabora con varie testate dei settori arte e food, ricoprendo anche mansioni di caporedattrice. Scrive per “Artribune” fin dalla prima uscita della rivista, nel 2011. Lavora tanto, troppo, eppure trova sempre…

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