Santarcangelo. Il theatrum mundi di Cristian Chironi e DOM-

Alcune note su due luminose proposizioni itineranti in programma all’ultima edizione del Festival Internazionale del Teatro in Piazza.

Vien da pensare alle celeberrime valigette di Fluxus: opere come attivatori di sensazioni inaspettate, intese come esperienze propriamente estetiche (termine da leggersi come opposto di anestetiche, non di inestetiche). Proposte che fanno del ready made l’origine e la destinazione del gesto artistico, divertenti nel senso etimologico del proporre al fruitore una variazione dall’abituale, anestetizzato modo di stare nel mondo.
Alla quarantaseiesima edizione del Festival Internazionale del Teatro in Piazza di Santarcangelo di Romagna (l’ultima diretta da Silvia Bottiroli prima di lasciare spazio, per il triennio 2017-2019, alla trentaseienne Eva Neklyaeva), due proposizioni hanno incarnato con particolare efficacia il segno e il senso dell’apertura, dell’invito ad “accorgersi del circostante”. E lo hanno fatto camminando.

Cristian Chironi, Audio Guide - photo © Ilaria Scarpa

Cristian Chironi, Audio Guide – photo © Ilaria Scarpa

CHIRONI, QUI E ALTROVE
La sua ricerca tenta di mettere in relazione l’immagine e l’immaginazione, la realtà e la finzione, la memoria e la modernità, il conflitto e l’integrazione, il materiale e l’immateriale”: perfettamente sintetiche le note dalla biografia di Cristian Chironi, artista di origine sarda e di base a Bologna che al Festival di Santarcangelo ha proposto Audio Guide, un progetto già realizzato per Il Marché de la Libération a Nizza e per il Mercato di Piazza Seminario a Cuneo. Forniti di una mappa numerata e di un’audio guida “da museo”, gli spettatori sono invitati ad attraversare da soli il centro storico di Santarcangelo di Romagna. Il luogo in cui abitualmente viene svolto il mercato è trattato come fosse uno spazio espositivo: i numeri delle tracce sonore nelle audio guide corrispondono all’assegnazione numerica degli stalli in concessione agli ambulanti. Digitandoli, è possibile ascoltare descrizioni, brevi racconti, minime suggestioni, registrazioni live effettuate dall’artista nei giorni di svolgimento del mercato. Lo stile è tassonomico, oggettivo, freddo (nel senso indicato da Marshall McLuhan: lo scopo pare essere quello di ottenere una “alta partecipazione” dell’utente per riempire, completare le informazioni non trasmesse). Lo spazio vuoto in cui risuonano tali fantasmi (come non pensare alla Piramide invisibile di Gino De Dominicis del 1969?) rimanda al fondatore dell’Estetica, Alexander Gottlieb Baumgarten, là dove ragiona sulle idee, distinguendole tra noetà (quelle “pensate”) e aisthetà (quelle “sentite”), a loro volta suddivise in sensualia (le sensazioni percepite col corpo, nel qui e ora) e phantasmata (le “sensazioni assenti”, di cui resta traccia nella memoria o che sono prodotte dall’immaginazione). È proprio nello iato tra sensualia e phantasmata (tra il qui e ora e l’altrove, si potrebbe dire), che si collocano le umanissime presenze evocate dalle Audio Guide di Chironi.

DOM-, L'uomo che cammina - photo © Diane - Ilaria Scarpa - Luca Telleschi

DOM-, L’uomo che cammina – photo © Diane – Ilaria Scarpa – Luca Telleschi

DOM-, SGUARDO E VISIONE
Un vero teatro, propriamente inteso come luogo sia dello sguardo che della visione, è anche quello su cui ci si affaccia grazie alla luminosa ed illuminante proposta di DOM-, progetto artistico nato nel 2014 per sintetizzare e rilanciare le ricerche sulla relazione tra corpo e paesaggio di Leonardo Delogu e Valerio Sirna.
L’uomo che cammina, questo il titolo della loro proposta, è una camminata di quasi quattro ore che, partendo dalla stazione ferroviaria di Rimini, attraversa zone residenziali, tratti di spiaggia affollati di bagnanti, strade statali, il greto di un fiume, edifici abbandonati, un cantiere navale, scarpate, campi, boscaglie e una grande cava dall’aspetto lunare.
Un manipolo di spettatori cammina in silenzio a qualche decina di metri da un attore-guida (Maurizio Lupinelli). Uniche parole, alcune asciutte istruzioni preliminari scritte su un muro: “segui l’uomo che cammina / accorda il tuo passo al suo / mantieni una certa distanza / affonda nel paesaggio che attraversi”.
Accorgersi del theatrum mundi che ogni giorno si attraversa distratti: per fare ciò DOM- crea una suggestiva “drammaturgia degli spazi” nella quale incastona minimi eventi performativi, in una scansione evocante la Commedia di Dante. Il salutare effetto ottenuto è quello di far progressivamente dubitare se ciò che si ha di fronte è reale o costruito, fortuito o intenzionale: con finezza e apparente semplicità, DOM- pone una questione allo/sullo sguardo, tema così vivo nelle ricerche artistiche odierne.

DOM-, L'uomo che cammina - photo Andrea Rogolino

DOM-, L’uomo che cammina – photo Andrea Rogolino

GUARDARE IL MONDO
A tal proposito, sia Audio Guide che L’uomo che cammina paiono inserirsi perfettamente in una trasformazione in atto nel mondo delle arti (plurale necessario), declinabile almeno in quattro voci principali: passaggio dall’oggettualità alla crisi dell’oggetto, con opere sempre più spesso concepite come strutture dinamiche e smaterializzate; proposizioni non più intese come mezzo di espressione di contenuti spirituali ma concepite come esperienze estetiche di carattere mondano; passaggio dalla definizione all’indeterminazione, all’alea, all’accoglimento del caso come elemento costitutivo; evoluzione dalla chiusura alla struttura aperta, intenzionata ad affidare allo spettatore il ruolo essenziale del proprio completamento (Umberto Eco docet).
I gesti artistici di Chironi e DOM-, che fanno del “confondere” (nel senso etimologico di versare un elemento nell’altro) spinte opposte (presentazione e rappresentazione, assenze e presenze, tempo presente e tempo passato) potrebbero forse essere sintetizzati da un’immagine trasparente: Painting to let the evening light go through, installazione di Yoko Ono del 1961 costituita da un rettangolo di plexiglas attraverso cui (semplicemente?) vedere il mondo: esso è lì, sembrano dirci con forza Chironi e DOM-, e certe volte basta solo guardarlo.

Michele Pascarella

www.santarcangelofestival.com

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Michele Pascarella

Michele Pascarella

Dal 1992 si occupa di teatro contemporaneo e tecniche di narrazione sotto la guida di noti maestri ravennati. Dal 2010 è studioso di arti performative, interessandosi in particolare delle rivoluzioni del Novecento e delle contaminazioni fra le diverse pratiche artistiche.

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