Natale 2015 al museo. Londra e la Gran Bretagna

Vi abbiamo organizzato le ferie-lampo. Ad esempio, andate a Londra? E volete anche provare l’ebbrezza della guida a sinistra? Ecco una serie di mostre da non perdere, da Canterbury al confine con la Scozia, passando per il Galles. Per punteggiare la vostra vacanza con le arti visive e non solo.

POP GLOBALE E DISCOTECHE RADICALI
Si parte dalla capitale britannica per questa panoramica museal-galleristica. Non che dobbiate vedere solo mostre durante le vostre ferie all’estero, ma una buona iniezione di cultura visiva male non fa. E si parte con una grande rassegna alla Tate Modern (1) – siamo sulle sponde del Tamigi, a Londra – che racconta quando “il mondo divenne Pop”. Perché lo sapete che la Pop Art nacque proprio in Inghilterra e non negli Stati Uniti, come generalmente si crede? Ma soprattutto – ed è su questo che la mostra si concentra – l’approccio Pop si espanse in tutto il globo, dalla Spagna al Giappone. E qualcuno di questi artisti della seconda generazione merita una riscoperta.
E poiché di feste si parla, proseguiamo con rassegne che hanno il sorriso stampato in locandina. Vi portiamo così all’Institute of Contemporary Arts (2), dove l’Italia è protagonista, ma sotto una luce particolarissima. Si parla infatti dei rapporti fra architettura e vita notturna nel decennio che va dal 1965 al 1975. Sgranate gli occhi? Beh, sappiate che il Piper di Torino lo disegnarono Giorgio Ceretti, Pietro Derossi e Riccardo Rosso, mentre il Mach 2 di Firenze portava la firma di Superstudio. Domanda collaterale: ma perché mostre del genere non le facciamo nei nostri musei?

Fabio Mauri, Oscuramento. Il Gran Consiglio, 1975 - Museo delle Cere, Roma

Fabio Mauri, Oscuramento. Il Gran Consiglio, 1975 – Museo delle Cere, Roma

ITALIANI A LONDRA
Restiamo in Gran Bretagna ma con un occhio – anzi due – in Italia. Nella sede londinese della galleria Tornabuoni (3), Sergio Risaliti ha impaginato The Die is Cast. Contemporary Italian Art beyond Tradition, collettiva con quaranta artisti nostrani che racconta la relazione “conflittuale e irrisolta” fra tradizione e avanguardia; e lo fa concentrandosi in particolare su astrazione e scultura.
Un ultimo passaggio italiano da non mancare: la personale di Fabio Mauri da Hauser & Wirth (4), per una personale che Londra non aveva da oltre vent’anni. Focus del solo show, la serie Picnic o Il buon soldato, mentre in una sala a sé stanno le 29 figure a cera di Oscuramento – Il Gran Consiglio: quello del 24 luglio 1943, l’ultimo Gran Consiglio del Fascismo. Anche della storica performance in tre fasi è previsto il reenactment: l’appuntamento è per il 6 febbraio, giorno di chiusura della mostra. Un omaggio doveroso a un artista che in questo 2015 ha già avuto il tributo delle biennali di Venezia e Istanbul.

Malcolm McLaren & Vivienne Westwood, Spiky Shoes, 1974

Malcolm McLaren & Vivienne Westwood, Spiky Shoes, 1974

LUSTRATEVI GLI OCCHI
Ora che abbiamo fatto un affondo in tematiche serie e complesse, torniamo a un clima più spensierato – che non significa insulso, tutt’altro. Perché anche dietro il luccichio si cela una riflessione, quando l’arte ci mette del suo.
Da Elisabetta Cipriani (5), spazio di art jewellery rinomatissimo, c’è in queste settimane uno dei personaggi più celebri e chiacchierati del sistema dell’arte: Ai Weiwei. Sì, proprio lui, l’architetto-artista perseguitato dal regime cinese, che a Heddon Street porta i bracciali in oro puro a 24 carati. Piegatura manuale, pezzi unici, forme che rimandano ai tondini in ferro. Quelli che teoricamente avrebbero dovuto “armare” il cemento con il quale erano costruite le scuole della provincia del Sichuan, dove nel 2008 un devastante terremoto uccise circa 70mila persone.
La visita a Londra si chiude con le scarpe. Innanzitutto quelle esposte nella mostra Shoes: Pleasure and Pain al Victoria and Albert (6), ovvero duecento paia delle più azzardate calzature prodotte intorno al globo negli ultimi millenni. Dai sandali decorati in oro massiccio dell’Antico Egitto ai finissimi ricami sui mocassini tardo ottocenteschi che arrivano dal Manitoba, dalle Spiky Shoes (1974) di Malcolm McLaren e Vivienne Westwood agli status symbol griffati Prada. E poi c’è il Footwear from the Islamic World, rassegna allestita al British Museum (7), dove si dimostra per l’ennesima volta come un serissimo museo possa produrre mostre al contempo accattivanti e scientificamente sensate.

Elsa Schiaparelli, Persian tunic by Eric - Vogue, 13 ottobre 1937 -courtesy Kerry Taylor Auctions

Elsa Schiaparelli, Persian tunic by Eric – Vogue, 13 ottobre 1937 -courtesy Kerry Taylor Auctions

DISEGNI SU CARTA E TESSUTO. CON PARENTESI IN DIORAMA
Ci allontaniamo da Londra, ma non troppo, per un altro piccolo grande affondo sull’arte italiana. All’Ashmolean (8) – siamo dentro l’Università di Oxford – sono infatti esposti circa cento disegni della Venezia di Tiziano, Tintoretto e Canaletto. Forse a questa distanza geografica si ha più tempo e calma per apprezzare la maestria espressa anche in questo medium così sottovalutato. E per chi non riesce proprio a sganciarsi dalla contemporaneità, una mostra parallela e convergente espone i disegni di Jenny Saville.
Ancora una breve sosta a Warwick (9), cittadina che più inglese non si può, per scovare Gerard Byrne al locale arts center. Il quale a sua volta ha scovato una storia interessante: quella del Biologiska Museet di Stoccolma, primo museo di storia naturale a utilizzare un diorama, prima dell’invenzione di fotografia e cinema. Il resto della vicenda lo potete scoprire in loco.
Una bella tirata verso nord consente di tornare al mondo della moda. E così si approda a Manchester (10), dove in mostra c’è il fashion degli Anni Trenta, incarnato dalla grandissima Elsa Schiaparelli. Sono “soltanto” 25 gli outfit esposti ma, anche per chi non è addentro alle dinamiche della moda, salta agli occhi la carica di innovazione portata da “quell’artista italiana che fa abiti”, come la definiva Chanel.

Ron Terada, You Have Left The American Sector, 2005

Ron Terada, You Have Left The American Sector, 2005

IL COLLAGE E LA GUERRA
Bussola puntata a ovest, in direzione del Galles. A metà strada circa, sull’estuario del Mersey, si dispiega Liverpool. Qui la sosta artistica potrà pure essere breve ma va fatta: per vedere la dépendance della Tate (11) diretta da Francesco Manacorda. E – non fa mai male – il piccolo ma ficcante focus su Matisse.
A Llandudno – siamo arrivati in Galles, si sarà capito – segnaliamo invece la mostra War II curata da Adam Carr. È allestita al centro d’arte Mostyn (12), diretto fino a non molto tempo fa da Alfredo Cramerotti. L’esposizione è la sesta della serie dedicata alla storia dell’edificio e della cittadina; e l’edificio fungeva, durante la Seconda guerra mondiale, da luogo di ristoro e ricreazione per le truppe americane. E così, fra memorabilia e artefatti dell’epoca, una ventina di artisti contemporanei (con nomi come Claire Fontaine e Thomas Demand, Wilfredo Prieto e Mandla Reuter) lavorano su un pezzo di memoria storica.

Bill Murray fotografato a Cannes da Joel Ryan - gigantografia allestita all'esterno del Baltic di Gateshead

Bill Murray fotografato a Cannes da Joel Ryan – gigantografia allestita all’esterno del Baltic di Gateshead

L’OMAGGIO A BILL MURRAY E L’ANNO DEL MESSICO
È vero, non si tratta di una deviazione di poco conto: Gateshead è quasi in Scozia. Ma qui, in un imponente edificio industriale rifunzionalizzato da Dominic Williams, ha sede il Baltic (13), centro per le arti che, pur essendo stato inaugurato solo nel 2002, si è rapidamente conquistato un ruolo importante nello scacchiere europeo. In queste settimane potrete vedere, fra le altre mostre, l’omaggio che Brian Griffiths ha tributato a Bill Murray. All’interno e intorno a nove modellini architettonici, che rimandano a costruzioni di varia natura, si sviluppa una narrazione che trascina il visitatore in un confronto lieve e serrato con diverse scale e concezioni dell’everyday life.
E ora si torna al punto di partenza: Londra. Non prima però di aver fatto una visita a Canterbury e, poco più a est, nel borgo marinaro di Margate (14). Dove c’è Pedro Reyes, il quale ci rammenta che il 2015 è stato l’anno del Messico in UK. Con un’installazione di armi illegali confiscate dal governo del suo Paese, che qui si mostrano e soprattutto si fanno sentire. E se fosse l’ultima volta che udiamo uno sparo?

Marco Enrico Giacomelli

1
Londra // fino al 24 gennaio 2016
The World Goes Pop
a cura di Jessica Morgan
TATE MODERN
Bankside
+44 (0)20 78878888
[email protected]
www.tate.org.uk

2
Londra // fino al 10 gennaio 2016

Radical Disco: Architecture and Nightlife in Italy, 1965-1975
a cura di Catharine Rossi e Sumitra Upham
ICA
The Mall
+44 020 79303647
www.ica.org.uk

3
Londra // fino al 30 gennaio 2016

The Die is Cast. Contemporary Italian Art beyond Tradition
a cura di Sergio Risaliti
TORNABUONI ART
46 Albemarle Street
+44 (0)207 6292172
[email protected]
www.tornabuoniart.com

4
Londra // fino al 6 febbraio 2016

Fabio Mauri – Oscuramento
HAUSER & WIRTH
23 Savile Row
+44 (0)207 2872300
[email protected]
www.hauserwirth.com

5
Londra // fino al 16 gennaio 2016

Ai Weiwei
ELISABETTA CIPRIANI
23 Heddon Street
+44 (0)207 2875675
[email protected]
www.elisabettacipriani.com

6
Londra // fino al 31 gennaio 2016

Shoes: Pleasure and Pain
VICTORIA AND ALBERT MUSEUM
Cromwell Road
+44 (0)20 7942 2000
[email protected]
www.vam.ac.uk

7
Londra // fino al 15 maggio 2016

Life and Sole. Footwear from the Islamic World
BRITISH MUSEUM
Great Russell Street
+44 (0)20 73238299
[email protected]
www.britishmuseum.org

8
Oxford // fino al 10 gennaio 2016

Titian to Canaletto. Drawing in Venice
ASHMOLEAN MUSEUM
+44 (0)1865 278000
www.ashmolean.org

9
Warwick // fino al 12 marzo 2016

Gerard Byrne – 1/125 of a Second
WARWICK ARTS CENTER
Coventry
+44 (0)24 76524524
[email protected]
www.warwickartscentre.co.uk

10
Manchester // fino al 9 ottobre 2016

Schiaparelli and Thirties Fashion
MANCHESTER ART GALLERY
Platt Hall – Rusholme
+44 (0)161 2457245
www.manchesterartgallery.org

11
Liverpool // fino al 2 maggio 2016

Matisse in Focus
TATE
Albert Dock
+44 (0)15 1702 7400
[email protected]
www.tate.org.uk

12
Llandudno // fino all’8 maggio 2016

History Series – War II
a cura di Adam Carr
MOSTYN
12 Vaughan Street
+44 (0)1492 879201
[email protected]
www.mostyn.org

13
Gateshead // fino al 28 febbraio 2016

Brian Griffiths – Bill Murray: a story of distance, size and sincerity
BALTIC
+44 (0)191 4781810
[email protected]
www.balticmill.com

14
Margate // fino al 10 gennaio 2016

Pedro Reyes – Disarm (Mechanized)
TURNER CONTEMPORARY
Rendezvous
+44 (0)1843 233000
[email protected]
www.turnercontemporary.org

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Marco Enrico Giacomelli

Marco Enrico Giacomelli

Giornalista professionista e dottore di ricerca in Estetica, ha studiato filosofia alle Università di Torino, Paris 8 e Bologna. Ha collaborato all’"Abécédaire de Michel Foucault" (Mons-Paris 2004) e all’"Abécédaire de Jacques Derrida" (Mons-Paris 2007). Tra le sue pubblicazioni: "Ascendances et…

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