Da Cinico Tv al nuovo Cinema De Seta di Palermo. Franco Maresco primo direttore artistico per i redivivi Cantieri Culturali alla Zisa? Ed è subito petizione

Era il 24 aprile 2012. Un periodo caldo per Palermo, attraversata da subbugli d’ogni sorta: dalle agitazioni dei precari ai cumuli di monnezza per le strade; dalla corsa affannosa per la conquista delle poltrone – di nuovo libere – di sindaco e assessori, all’avanzare sempre più infuocato di proteste e azioni urbane, da parte del […]

Era il 24 aprile 2012. Un periodo caldo per Palermo, attraversata da subbugli d’ogni sorta: dalle agitazioni dei precari ai cumuli di monnezza per le strade; dalla corsa affannosa per la conquista delle poltrone – di nuovo libere – di sindaco e assessori, all’avanzare sempre più infuocato di proteste e azioni urbane, da parte del mondo della cultura. Il movimento I Cantieri che Vogliamo, operativo da mesi con presidi, manifestazioni, assemblee, provava a far ripartire l’immensa macchina dei Cantieri Culturali alla Zisa, mentre gli occupanti del Garbaldi sceglievano la via dura dell’illegalità, prendendo possesso dello splendido teatro cittadino, restaurato e abbandonato.
Quel giorno di aprile segnò un passaggio importante, in mezzo al bailamme di voci dissidenti e di traversie politiche d’ogni sorta. Un colpo a segno per gli attivisti dei Cantieri: nel cuore di una mattina assolata, in una primavera convulsa come poche, il padiglione che ospitava un cinema perfettamente allestito – 500 posti, poltroncine riscaldate, mega schermo, luci, macchinari – veniva restituito alla città. Sigillato da tempo, nonostante i soldi spesi per metterlo su, il cinema della Zisa era un morto vivente, un cadavere imbalsamato dall’incuria, la stoltezza e l’inefficienza amministrativa. Antiestetico buco nero senza logica né decoro.

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Il movimento I Cantieri che Vogliamo nel giorno della riapertura dei cinema De Seta

Il movimento I Cantieri che Vogliamo ne aveva chiesto la temporanea riapertura, come segnale di un possibile cambiamento. Una settimana di attività, in cui fare quello che era giusto, ovvio e sano fare: proiettare dei film, da offrire al pubblico. Lo intitolarono a Vittorio De Seta, il grande documentarista palermitano scomparso nel 2011, e sperarono che il futuro sindaco quelle porte non le avrebbe chiuse mai più.  E così è stato. Il Cinema De Seta è vivo e vegeto e ospita regolarmente rassegne cinematografiche, ad oggi curate dall’associazione Falsi Raccordi. Ancora una situazione di passaggio, forse, nell’attesa di capire cosa fare di questo imponente spazio, che di potenzialità ne avrebbe davvero moltissime.
E se c’è chi, probabilmente, spererebbe in una gestione orizzontale, coinvolgendo magari le tante associazioni che avevano animato la protesta tra l’inverno e la primavera scorsi, qualcun altro ritiene che una direzione forte sia necessaria: un uomo al timone, che orienti scelte e destini del nuovo cinema d’essai palermitano. Uno come Franco Maresco, per esempio. Autore simbolo della cinematografia di ricerca siciliana, divenuto celebre per la straordinaria avventura condotta insieme a Daniele Ciprì – da Cinico Tv e dei cult come Totò che visse due volte o Lo zio di Brooklyn – Maresco ha contribuito alla creazione di un’estetica filmica originale, radicale e potentissima: romanticismo isolano, traboccante di macerie, incagliato tra un passato riemerso e rigurgitato, e un futuro di desolazione post atomica. Cinema nutritosi di realismo visionario, capace di annullare il confine tra paradosso e verità, comicità e tragedia, crudeltà e leggerezza.

Oggi in molti vorrebbero Maresco alla direzione artistica del De Seta. Tanto che una lettera aperta, indirizzata al Comune, sta per essere pubblicata sulla stampa locale, seguita da diverse decine di firme, tra intellettuali, critici, artisti, scrittori, sceneggiatori, registi. Siciliani e non. I promotori? Tutti nomi di prestigio: Gianni Amelio, Letizia Battaglia, Mario Bellone, Luca Bigazzi, Sara Conforti, Steve Della Casa, Gian Luca Farinelli, Goffredo Fofi, Enrico Ghezzi, Giuseppe Lo Bianco, Rean Mazzone, Emiliano Morreale, Marco Müller, Andrea Occhipinti, Tatti Sanguinetti, Claudia Uzzo, Valentina Valentini.
Nell’attesa di sapere quale sarà la reazione dell’amministrazione di fronte a questa presa di posizione, certi che non mancherà qualche polemica qui e là, ci uniamo al coro di chi ritiene Franco Maresco una bellissima figura da giocarsi per un ruolo così strategico. Uno che, in quanto a competenza, genio creativo e libertà intellettuale, non avrebbe poi troppi competitor sulla scena locale, ma anche nazionale. E che rinascita sia, dunque, a Palermo. Ma per davvero. Partendo dagli spazi, va bene, ma passando dai budget, dalle strategie, dai progetti, da quello che ancora non c’è. E dagli uomini, soprattutto.

– Helga Marsala

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Helga Marsala

Helga Marsala

Helga Marsala è critica d’arte, giornalista, editorialista culturale e curatrice. Ha innsegnato all’Accademia di Belle Arti di Palermo e di Roma (dove è stata anche responsabile dell’ufficio comunicazione). Collaboratrice da vent’anni anni di testate nazionali di settore, ha lavorato a…

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