L’attrice Michela Giraud debutta come regista al cinema e fa breccia al cuore

La stand-up comedian più popolare del nostro Paese debutta alla regia e lo fa con una storia che le appartiene. Con ironia, profondità e autenticità racconta una storia d’amore tra due sorelle. Il trailer

Michela Giraud, divenuta popolare per la sua comicità e a tutti gli effetti la più famosa stand-up comedian italiana, debutta dietro la macchina da presa con Flaminia, al cinema dall’11 aprile con Vision Distribution.

In questo film, l’attrice, compie un vero atto ribelle: mette a nudo, meglio delle altre volte e usando anche un altro registro, la sua anima e la sua storia più personale. Con ironia e tenerezza, racconta una storia d’amore coinvolgente e fortemente emotiva. Il rapporto tra due sorelle, due persone strette da un legame di sangue che hanno due destini e percorsi molto differenti: una decisamente ambiziosa e attenta all’opinione altrui, l’altra emarginata, distante e difficile da gestire.

Con Flaminia, Michela Giraud porta sul grande schermo lo spettro autistico e lo fa con grande senso di responsabilità e autenticità. Il film è liberamente ispirato a un racconto della stessa Giraud, tratto da Tea. Storia (quasi) vera della prima messia di Daniela delle Foglie, Laura Grimaldi, Michela Giraud e Serena Tateo pubblicato in Italia da HarperCollins Italia nel 2020.

Il ritrovarsi di due sorelle

In Flaminia le due sorelle sono interpretate rispettivamente da Michela Giraud e Rita Abela (attrice dal talento straordinario che arriva dal teatro). Quest’ultima veste i panni di Ludovica, trentenne con disturbi autistici, che irrompe nella vita di Flaminia con la forza di un terremoto, mettendo a nudo tutte le sue ipocrisie con cui crede di convivere benissimo.

Per essere più precisi, Flaminia De Angelis è tutto quello che una ragazza di Roma Nord dev’essere: sorridente, ossessionata dalla forma fisica e soprattutto ricca o meglio arricchita. Sotto la pressione della madre Francesca sta per sposare Alberto, il figlio di un importante diplomatico, regalando all’intera famiglia la tanto agognata scalata sociale.

Tutto è pronto per il grande evento quando Ludovica torna a vivere con loro. Se in un primo momento la convivenza delle sorelle è per Flaminia un vero incubo ad occhi aperti, ad un certo punto avviene un ribaltamento, una sorta di colpo di scena… avviene qualcosa che allo spettatore regala un momento di grande riflessione e speranza.

Dalle parole di Michela Giraud

“Flaminia è la mia opera prima, un film che ho voluto fortemente perché avvertivo la necessità di raccontare una storia che mi permettesse di mostrare diverse sfaccettature di me stessa, ma anche del mondo in cui sono cresciuta e che tuttora è parte della mia vita”, afferma Michela Giraud.

“Era molto importante per me delineare la parabola di un personaggio che avesse apparentemente accettato un chiaro contesto sociale, familiare e lavorativo – senza però, come in tutte le favole, rendersi conto di esserne prigioniera – messo in discussione da un elemento esterno, capace di insinuare il dubbio nella protagonista e di rivoluzionare i suoi punti di vista. Così ho realizzato un film nel quale spero che le persone della mia generazione si possano in qualche modo riconoscere e per certi versi anche consolare. Così è stato per me, che ho visto questo progetto trasformarsi piano piano in qualcosa di molto personale, soprattutto nel rapporto tra le due sorelle”.

Sull’estetica del lungometraggio la Giraud spiega: “Ovviamente ho cercato di mettere a servizio del film anche la mia esperienza di stand up comedian e credo che molti aspetti della storia rispecchino non solo il mio stile narrativo, ma anche quello estetico su cui ho insistito particolarmente. L’immagine del film ne è un esempio, a partire dai colori fino ad arrivare ad un’attenzione particolare per i costumi, così direttamente connessa all’andamento della storia. Anche la scenografia e i luoghi sono stati pensati con il preciso obiettivo di sottolineare i forti contrasti al centro del film”.

Margherita Bordino

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Margherita Bordino

Margherita Bordino

Classe 1989. Calabrese trapiantata a Roma, prima per il giornalismo d’inchiesta e poi per la settima arte. Vive per scrivere e scrive per vivere, se possibile di cinema o politica. Con la valigia in mano tutto l’anno, quasi sempre in…

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