La scena italiana secondo Pratesi

L’ultimo libro di Ludovico Pratesi si propone nientemeno di redigere un atlante dell’arte italiana “delle ultime generazioni”. Come diceva Carmelo Bene, tuttavia, “nostro l’intento, ma l’esito...”. E per discuterne con l'autore, appuntamento oggi al Maxxi di Roma.

L’ultima generazione di artisti italiani”, scrive Ludovico Pratesi nell’introduzione di New Italian Art. L’arte contemporanea delle ultime generazioni, “agisce in un contesto del quale riflette la complessità con le stesse modalità dei colleghi stranieri, per dare vita ad una scena articolata ma estremamente interessante nelle sue sofisticate articolazioni. Tralasciando maldestre ripetizioni, questa frase presume l’intero contenuto e la postura strutturale della nuova pubblicazione. Autolegittimato ante litteram da un carattere impossibilitato all’esaustività e da un approssimativo intento enciclopedico, New Italian Art si muove con soavità. Veleggiando neutro su una superficie apparentemente non increspata del bacino contemporaneo italiano.
Sessanta artisti, nati dopo il 1970, si inseriscono all’interno di otto “aree di interesse” e di schede descrittive del loro percorso. Diego Perrone, Paola Pivi e Francesco Vezzoli, accomunati dalla loro data di nascita e dalla disposizione in ordine alfabetico, vengono posti accanto a Marinella Senatore, Matteo Rubbi e Rä di Martino. Artisti che, nella sola prefazione del volume, sembrano appartenere a una presunta “area di interesse”: la Storytelling. Sezione formal-tematica così definita: “Il piacere di una narrazione che unisce argomenti personali e collettivi, per raccontare storie interpretate da un punto di vista soggettivo attraverso procedimenti complessi e spesso disturbanti appartiene a una delle modalità più frequenti tra gli artisti degli anni Duemila”.

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Michael Fliri - 0O°°°oo°0Oo°O0 - 2010 - Centro per l'Arte Contemporanea Luigi Pecci

Sebbene l’intento di Pratesi resti quello di illustrare “l’evoluzione delle tendenze e dei linguaggi creativi dell’ultimo decennio”, portando il lettore a porsi domande del tipo “chi sono gli artisti italiani più interessanti? Come si esprimono?”, viene spontaneo chiedersi la reale finalità di una raccolta così compartimentata. Un atlante che scheda senza operare una precisa selezione né, infine, approfondire processi formali, finalità estetiche e autonomie visuali della lunga lista di artisti inclusi.
Dunque che obiettivo si pone un libro che definisce “strutture inutili” i campi di forza di Michele Bazzana? Quale fine può sostenere un libro che, intitolandosi New Italian Art, omette di preporre l’articolo determinativo ‘the’ e dunque, nel proprio elenco, può non includere artisti del calibro di Michael Fliri, Giovanni Oberti e del promettente Matteo Fato? A che pro, quindi, sistematizzare “giovani emergenti che hanno già partecipato a mostre importanti in Italia e all’estero o vinto premi prestigiosi, per comprendere l’evoluzione dell’arte di oggi e di domani”, quando alla scena dell’arte contemporanea italiana mancano visioni d’insieme e il senso di appartenenza a una comunità? Parliamone.

Ginevra Bria

Ludovico Pratesi – New Italian Art. L’arte contemporanea delle ultime generazioni
Castelvecchi, Roma 2012
Pagg. 288, € 22
ISBN 9788876155994
www.castelvecchieditore.com

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Ginevra Bria

Ginevra Bria

Ginevra Bria è critico d’arte e curatore di Isisuf – Istituto Internazionale di Studi sul Futurismo di Milano. È specializzata in arte contemporanea latinoamericana.

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