In Estonia parte Tartu Capitale Europea della Cultura. Il programma è bizzarro

Un festival di dibattiti culturali tutti nudi in sauna, la più grande mostra al mondo di sticker adesivi, esposizioni d'arte dedicate ai neonati e un festival in cui tutti limonano e si insegna a dare il primo bacio

Tartu è la seconda città più rilevante dell’Estonia. Non solo per il numero di abitanti (circa 100mila contro i 400mila della capitale Tallinn) ma anche per l’importanza della sua Università, per essere sede del tribunale nazionale e del più grande museo pubblico statale, autentico landmark architettonico. 
Assieme a Bodø in Norvegia e Bad Ischl in Austria per questo 2024 Tartu è Capitale Europea della Cultura. Dopo aver visto in questo ruolo ambiziose metropoli internazionali come Marsiglia o iconiche città d’arte come Matera è sempre complicato immaginare come piccole cittadine disperse nella foresta nel mezzo del nulla possano raccogliere la sfida di coinvolgere visitatori da tutta Europa. Tartu comunque, a un paio d’ore di auto o di trenino dall’aeroporto di Tallinn, ci proverà con un programma ricco di contenuti e curiosità.
Puntiamo a un milione di visitatori” spiegano infatti gli organizzatori di Tartu 2024grazie al nostro programma ‘Art of Survival’ che è anche un messaggio geopolitico in questa zona, a poca distanza dalla Russia e dunque in supporto del popolo ucraino“.

ERM, Museo Nazionale Estone, Tartu
ERM, Museo Nazionale Estone, Tartu

Cosa fare e cosa vedere a Tartu in Estonia: i musei

Il programma costerà oltre 25 milioni di euro: 10 forniti dallo Stato, altri 10 dalla municipalità di Tartu e il resto da privati e dalle piccole città dell’hinterland visto che l’anno di capitale della cultura vuole sancire per Tartu una profonda alleanza con tutta l’area dell’Estonia del sud col tentativo di affermare il quadrante come una destinazione turistica all’insegna di sostenibilità e natura. Per il momento Tartu resta una cittadina universitaria coi suoi parchi, i suoi quartieri di tipiche case in legno, la vecchia cattedrale senza tetto, il suo fiume che la caratterizza, l’ateneo prestigiosissimo, il piccolo centro storico, le solite fabbriche abbandonate riadattate a spazi creativi e una quantità smisurata di musei su ogni cosa: sulla stampa, sulle bevande, sul canto, dei giocattoli, dello sport, dell’agricoltura, ovviamente sul KGB. Nella piazza principale c’è il museo d’arte, la pinacoteca è piuttosto mediocre ma la struttura è simpatica: un palazzetto pendente come la Torre di Pisa. C’è una strada, Vanemuise, che è un po’ una piccola museum mile locale con tanti musei, teatri e biblioteche che vi affacciano. E poi c’è un curioso art district baltico in una ex fabbrica che ospita (oltre a ristoranti e locali) tante gallerie d’arte private: si chiama Aparaaditehas. Il museo più rilevante tuttavia è ERM, il Museo Nazionale Estone. Una architettura che fa paesaggio, concepito nel 2006 da un gruppo di tre giovani architetti (DGT) che poi diverranno famosi in seguito da solisti: Dan Dorell, Lina Ghotmeh e Tsuyoshi Tane. L’ERM si trova relativamente fuori città (una passeggiata di 30 minuti dal centro storico) perché ha preso parzialmente il posto di una detestatissima pista aeroportuale militare sovietica assumendone le forme strette e lunghe: si sviluppa per 350 metri e 70 di larghezza e custodisce in 6mila mq di gallerie molte collezioni un tempo private che aiutano a ricostruire storia, costumi, usi, mestieri e sviluppo della società estone dalla preistoria alla fondazione di Skype, una delle più famose startup nate qui. 

Il programma di Tartu 2024 Capitale Europea della Cultura

Ma a cosa serviranno i 25 milioni di investimenti per il programma dell’annata? Il programma culturale risponde al nome di Art of Survival e punta a mettere in fila più di 1000 eventi. Alcuni particolari e perfino divertenti, anche se molte attività (dopo il festone performativo e musicale del 26 gennaio, con esibizione lungo il fiume e processione laica fino al Museo Nazionale con party finale) si svolgeranno a partire dalla primavera, dopo lo scioglimento delle nevi e dei ghiacci con i quali qui bisogna fare i conti. Verranno prodotti documentari sull’Estonia del sud con proiezioni il 4 maggio; ci sarà il primo festival culturale mondiale che si svolgerà dentro a delle saune (10 e 11 maggio) con dibattiti diversi per ogni sauna, di massimo 30 minuti. E ancora mostre dedicate ai neonati per tutta l’estate, nuove produzioni teatrali (6-20 giugno), un festival sulla stencil art con l’obiettivo di raccontare all’Europa l’arte di strada di Tartu e di realizzare la più grande mostra di sticker al mondo (dal 4 al 7 luglio). A livello artistico la cosa più importante – sulla carta – si farà attendere fino a novembre 2024 quando al Museo Nazionale (l’ERM di cui parlavamo sopra) inaugurerà la mostra dell’artista, performer e compositore giapponese Rayoji Ikeda che sta lavorando con l’Università di Tartu e in particolare con l’istituto che si occupa di genoma e dna. Ma al di là di sofisticate mostre al confine tra arte e scienza, non mancheranno eventi pop: performance di Sting il 10 giugno e poi l’Orchestra di Parigi il 15 giugno e Bryan Adams il 7 luglio.

Il festival dei baci a Tartu

E poi il 18 maggio ci sarà forse l’evento più bizzarro: una specie di festival del bacio in cui, durante un concerto di Conchita Wurst e di stelle del pop locale, si manderà un messaggio al mondo… limonando! Una risposta anche al periodo pandemico, dicono gli organizzatori. Non mancherà anche un corso per chi ancora non ha dato il primo bacio: “Quando abbiamo saputo che per il Covid bisognava stare ad almeno 2 metri qui in Estonia abbiamo pensato ‘così vicini???’ visto che non siamo abituati come voi italiani ad una prossimità fisica” spiegano gli organizzatori “ora questa manifestazione è la fine gioiosa di un periodo difficile e lanciando una storica epidemia del bacio vogliamo porre fine ai preconcetti sulla freddezza degli estoni”. 

Massimiliano Tonelli

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Massimiliano Tonelli

Massimiliano Tonelli

È laureato in Scienze della Comunicazione all’Università di Siena. Dal 1999 al 2011 è stato direttore della piattaforma editoriale cartacea e web Exibart. Direttore editoriale del Gambero Rosso dal 2012 al 2021. Ha moderato e preso parte come relatore a…

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