Viaggio a Venezia nel segno di Ernest Hemingway e Adriana Ivancich

Se siete in laguna e volete arricchire il vostro itinerario, ecco qualche curiosità sullo scrittore americano e la sua musa veneziana. A partire dal romanzo “Across the River and Into the Trees”

Nel settembre del 1950 Charles Scribner’s Sons pubblicò a New York il quinto romanzo di Ernest Hemingway, Across the River and Into the Trees. La vicenda è interamente ambientata a Venezia e ruota attorno alla relazione clandestina tra Richard Cantwell, colonnello americano gravemente malato e prossimo alla morte, e la giovane contessa veneziana Renata.
Sebbene la vicenda sia una finzione letteraria, nella storia vi è una larga componente autobiografica, a partire dal protagonista, alter ego dell’autore stesso, e dalla sua giovane amante, alias Adriana Ivancich.

Ernest Hemingway al Gritti

Ernest Hemingway al Gritti

IL LEGAME DI HEMINGWAY CON IL VENETO

Non tutti sanno che il vincitore del premio Nobel nel 1954 ebbe un forte legame con il territorio veneto. Mr. Papa, come fu da tutti soprannominato, arrivò in Italia durante la Prima Guerra Mondiale come volontario della Croce Rossa e nel 1918 fu ferito a Fossalta di Piave, dove ancora oggi si trova una lapide in sua memoria. Fu durante la Grande Guerra che Hemingway vide Venezia per la prima volta e ne rimase fin da subito affascinato, al punto che ben trent’anni dopo decise di farvi ritorno, insieme alla sua quarta moglie Mary Welsh.
Era l’inverno del 1948 quando Ernest fu invitato da amici friulani a una battuta di caccia alle anatre nella laguna di Caorle, più precisamente nella tenuta di San Gaetano in Valle Grande. In un piovoso pomeriggio di dicembre la Buick di Hemingway con cui i cacciatori si stavano recando in laguna fece tappa a Latisana, dove ad aspettarli c’era una giovane aristocratica veneta, Adriana Ivancich. Appena diciannovenne, la ragazza colpì profondamente Hemingway, che appariva assai più vecchio dei suoi quarantanove anni ed era ancora nel pieno di una crisi creativa che durava dall’uscita di For Whom the Bell Tolls. Adriana, discendente di una famiglia di armatori dalmati, riuscì con la sua vitalità a far ritrovare l’ispirazione ad Ernest: nacque così il romanzo Across the River and Into the Trees, i cui protagonisti hanno le stesse età dell’autore e della sua musa.
Da quella battuta di caccia lo scrittore e la giovane Ivancich instaurarono un forte legame di amicizia e stima reciproca, che però fu sempre bersaglio di pettegolezzi maligni, volti ad additare la diciannovenne come l’amante di un uomo sposato e molto più vecchio di lei.
Attraverso le pagine di Across the River si può ricostruire l’itinerario veneto dell’autore, tuttavia esso non può dirsi completo senza la lettura dell’autobiografia della Ivancich, La torre bianca, libro mai più ristampato dal 1980 e difficilmente reperibile anche nelle biblioteche.

Il Ponte Remedio a Venezia

Il Ponte Remedio a Venezia

HEMINGWAY DALLA CAMPAGNA VENETA A VENEZIA

Se siete muniti di auto una tappa interessante potrebbe essere Latisana, o meglio San Michele al Tagliamento, un paesino al confine tra Veneto e Friuli in cui si trovava la villa di campagna della famiglia Ivancich, distrutta durante la Seconda Guerra Mondiale dai bombardamenti alleati, di cui a oggi restano solo le rovine di una delle barchesse ‒ ala di fabbricato rurale tipico dell’architettura delle ville venete ‒ e il grande parco che circondava l’edificio. Oltre a essere il luogo del primo incontro tra Hemingway e Adriana, Latisana è anche il punto geografico in cui inizia e finisce Across the River and Into the Trees e il luogo in cui si apre La torre bianca.
Scendendo poi verso Venezia si può passare dalla laguna di Caorle, frequentata da Mr. Papa che amava definirsi un cacciatore, ma che in realtà più che sparare alle anatre sorseggiava gin mentre prendeva appunti per il suo romanzo.
Arrivati a Venezia, si può scegliere di spostarsi a piedi oppure dirigersi verso Piazzale Roma e, come fa Cantwell, prendere una vecchia barca e godersi la vista mentre si scivola lungo il canale. Scendendo lungo il Rio Nuovo, si passa sotto il ponte del Prefetto, quindi sotto a quello della Cereria, immettendosi sul Rio dei Tolentini. Troviamo di seguito il ponte dei Ragusei e, dopo il Rio de Ca’ Foscari, l’imbarcazione procede lungo le acque del Canal Grande, si lascia alle spalle il Ponte dell’Accademia e supera la Casetta Rossa di D’Annunzio, giungendo infine al pontile del Gritti Palace Hotel, proprio di fronte alla Basilica di Santa Maria della Salute, sul lato opposto del canale. L’Hotel Gritti è un luogo molto amato dal protagonista della storia, ma anche il suo creatore lo considerava la sua casa veneziana. Ancora oggi infatti è possibile dormire, a una cifra tutt’altro che modesta, nella suite un tempo riservata al grande scrittore e che porta tuttora il suo nome.
Il salottino e la camera sono ancora parzialmente arredati con mobili dell’epoca e i piccoli balconi con affaccio sul Canal Grande offrono una vista mozzafiato, ma l’oggetto più importante è una copia del romanzo veneziano autografata dall’autore e conservata sotto una teca di vetro, così da poter essere visibile a chiunque prenoti un soggiorno nella suite.
Inoltre, nella hall dell’hotel è conservata una copia del Libro d’oro del Gritti, con le dediche e gli autografi di molti personaggi famosi che vi sono transitati nel corso degli anni, fra queste anche la dedica di Hemingway corredata di un breve articolo dell’epoca, che testimonia il soggiorno dello scrittore in laguna. I dialoghi tra Cantwell e Renata si svolgono tutti al Gritti, nella camera o nel ristorante dell’hotel, oppure all’Harry’s Bar di Cipriani, ancora oggi locale esclusivo che conserva un fascino retrò. Hemingway era solito passarvi molti dei suoi pomeriggi, bevendo Martini dry e chiacchierando con Adriana e altri comuni amici veneziani.

La Suite Hemingway al Gritti

La Suite Hemingway al Gritti

VENEZIA SECONDO HEMINGWAY

Con le sue descrizioni sorprendenti Across the River and Into the Trees fa immergere il lettore in una Venezia di fine Anni Quaranta, guidandolo per le calli e i campi, le chiese, il mercato di Rialto e la Scuola Grande di San Rocco, in cui si trovano le preziose opere di Tintoretto, per cui Cantwell/Hemingway ha un’ammirazione particolare.
Le figure fantastiche di Richard e Renata lasciano spazio a quelle di Ernest e Adriana, che passeggiano per Piazza San Marco, passano dal Caffè Florian e, attraversando i ponti di pietra sui piccoli canali, arrivano alla Calle del Remedio, dove al numero 4421 del sestiere Castello si trova tuttora Palazzo Ivancich, residenza cittadina della famiglia di Adriana, di cui la donna parla spesso nella sua autobiografia.
A oggi l’edificio, che prende il nome di Palazzo Rota Ivancich, è di proprietà degli eredi di Gianfranco, fratello maggiore di Adriana, e accoglie esposizioni d’arte contemporanea legate alla Biennale di Venezia.

Anita Capecchi

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