Nasce a Parigi il primo museo per la Street Art. A volerlo è il miliardario filantropo Xavier Niel

4mila metri quadri e 150 opere da una grande collezione per questo museo a Batignolles, nato per volontà del genio della telecomunicazione francese

art42, a Parigi
art42, a Parigi

Francia, a Parigi, hanno deciso di dedicarle un museo permanente che ha aperto al pubblico negli scorsi giorni, in uno spazio di quasi 4mila mq e forte di una collezione di 150 opere. Si chiama art42 e si trova nell’arrondissement numero 17, nel quartiere trendy di Batignolles. Ha un allestimento site specific che comprende sia le opere della collezione di Nicolas Laugero Lassere, direttore della scuola Icart, che ha raccolto negli anni pezzi di street artist con un focus specifico su quelli francesi, sia graffiti rimossi dalla loro collocazione originaria e poi riportati all’interno del museo. Che questo sia giusto o sbagliato, che tradisca o meno la vocazione della street art è ancora in discussione. Ciò che è certo è che il museo ha cercato di rispettare in maniera discreta e delicata la vocazione dei lavori, immettendoli all’interno della vita, occupando anche gli spazi comuni del museo, come il caffè o l’area relax.

CHI C’E’ DIETRO IL PROGETTO
Tra le opere esposte nella mostra di apertura, ci sono anche quelle di alcuni nomi noti: i “nostri” Ericailcane e Blu, ma anche Miss Van e Banksy, tra gli altri. Il museo è stato fortemente voluto dal filantropo e miliardario Xavier Niel, genero di Bernard Arnault, patron della compagnia di telecomunicazioni Illiad, ma anche fondatore della scuola École 42, dalla quale lo spazio prende il nome. Si tratta di un modello di formazione peer-to-peer che permette agli studenti dai 18 ai 30 anni di liberare la propria creatività, offrendo la migliore infrastruttura disponibile in maniera totalmente gratuita per diventare programmatori. Fondata da Florian Bucher, Xavier Niel, Nicolas Sadirac e Kwame Yamgnane nel 2013, è un progetto noprofit che ha già creato una strada per molti talenti in questo settore.

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IL PRECEDENTE DI LA TOUR 13
Non è certo la prima volta che Parigi dedica attenzioni alla Street Art, anche con progetti ambiziosi. 3 anni fa è accaduto con La Tour 13, uno dei progetti dedicati all’arte urbana più grandi d’Europa. Un edificio di nove piani (4500 mq), situato in uno dei quartieri più dinamici della capitale francese, tra la Bibliothèque Nationale de France e la nuova Cité de la Mode et du Design, un museo temporaneo con una selezione di un centinaio di artisti di scenari emergenti come l’America Latina, il Medio Oriente, Portogallo e anche l’Italia. Con artisti come C215, Ethos, Inti ed eL Seed, e un intero piano occupato dal meglio del Writing e della Street Art italiana, da 108 a Dado, Moneyless, Joys, Hogre, MP5, Peeta, Tellas. Ma il progetto arriva dopo esperienze internazionali analoghe di musealizzazione della Street Art, a partire dal progetto di Wynwood a Miami, che ha riqualificato uno dei quartieri socialmente più a rischio della città americana, pur ricollocando i graffiti all’interno di una operazione di real estate, fino a quella più vicina a noi geograficamente e che ha creato non poche polemiche a Bologna, all’interno del progetto espositivo voluto da Fondazione Carisbo nell’ambito di Genus Bononiae.

Santa Nastro

Art42
Parigi, 96 Boulevard Bessières
http://www.art42.fr/fr/accueil.html

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Santa Nastro
Santa Nastro è nata a Napoli nel 1981. Laureata in Storia dell'Arte presso l'Università di Bologna con una tesi su Francesco Arcangeli, è critico d'arte, giornalista e comunicatore. Attualmente è caporedattore di Artribune. È Responsabile della Comunicazione di FMAV Fondazione Modena Arti Visive e della Fondazione Pino Pascali. Collabora con Fondazione Pianoterra Onlus a Roma. È stata inoltre autore per il progetto arTVision – a live art channel, ha collaborato con l’American Academy in Rome. Dal 2011 al 2021 ha collaborato con Demanio Marittimo.KM-278 diretto da Pippo Ciorra e Cristiana Colli. Dal 2006 al 2011 è stata Segreteria Scientifica del Festival dell'Arte Contemporanea di Faenza, diretto da Angela Vettese, Carlos Basualdo e Pier Luigi Sacco. Dal 2005 al 2011 ha collaborato con la testata Exibart nelle sue versioni online e onpaper. Ha pubblicato per Maxim e Fashion Trend, mentre dal 2005 ad oggi ha pubblicato su Il Corriere della Sera, Arte, Alfabeta2, Il Giornale dell'Arte, minima et moralia e saggi testi critici su numerosi cataloghi e pubblicazioni. È autore del saggio Come vivono gli artisti? edito da Castelvecchi (2022) nella collana Fuoriuscita.