Un rifugio a forma di capelli di Trump. Artisti scatenati nel sarcasmo contro il candidato repubblicano alla Casa Bianca

Si avvicina la convention del partito Repubblicano e crescono le manifestazioni creative anti-Trump: sotto accusa il rischio povertà e la chiusura della frontiera messicana

Se le tematiche artistiche e più largamente culturali non sembrano essere propriamente centrali nei programmi politici di Donald Trump, non si può certo dire che l’irruento candidato repubblicano alla presidenza USA non abbia contribuito ad animare il dibattito artistico e a stimolarne la creatività. Vi abbiamo già parlato del progetto del fotografo Spencer Tunick, che ha annunciato per il prossimo 17 luglio a Cleveland, in occasione della convention del partito Repubblicano, una performance con 100 donne nude per protestare contro la violenza delle politiche di Trump.
Ma con l’avvicinarsi di quella data, si moltiplicano le notizie di artisti mobilitati nell’avversione al tycoon, tanto che si potrebbe quasi parlare di una vera e propria corrente.

ISPIRATO ALL’INTERNAZIONALE SITUAZIONISTA
Fra questi ci sono gli americani Douglas Cameron e Tommy Noonan, che in verità non fanno gli artisti ma lavorano nella comunicazione creativa, e per realizzare il loro Trump Hut si sono “associati” con la scultrice messicana Roxana Casillas.
Di che si tratta? Di una piccola struttura abitabile costruita artigianalmente, che nella forma richiama quelle dei celebri capelli di Trump. Un progetto che essi definiscono come guerrilla marketing artistico, con il quale sono certi di catturare l’attenzione dei media che prevedono annoiati dalla convention repubblicana. A rimarcare le crescenti disuguaglianze di ricchezza che credono fioriranno se Trump dovesse diventare presidente, l’interno del rifugio – “ispirato all’Internazionale Situazionista” – sarà caratterizzato da simboli del lusso più sfrenato, compresi secchielli per lo champagne e impianti tecnologici avanzatissimi.

Il Trump Wall di David Gleeson e Maria Mihelic (foto marymihelicartist.com)

Il Trump Wall di David Gleeson e Maria Mihelic (foto marymihelicartist.com)

FIORI E FRUTTI APPASSITI
Ambiente diverso, stesso tenore per il Trump Wall, eretto da un’altra coppia di artisti – David Gleeson e la sua compagna, Maria Mihelic – alla periferia di Jacumba Hot Springs, in California, cittadina al confine fra USA e Messico a circa 70 miglia a sud est di San Diego. In questo caso, nell’occhio del ciclone creativo finiscono i propositi di Trump di costruire un muro alla frontiera: e così gli artisti innalzano il loro muro, rivestito su un lato da una grande campagna pubblicitaria del candidato repubblicano, sull’altro da fiori e frutti appassiti e da utensili da lavoro abbandonati, a simboleggiare gli effetti economici che l’ulteriore limitazione dell’immigrazione e la chiusura delle frontiere avrebbero sull’agricoltura, l’industria e la vita quotidiana. E visto che Trump ha dichiarato che i costi dell’eventuale muro di confine sarebbero a carico del Messico, i due artisti hanno provocatoriamente inviato una fattura delle spese per il loro “muro” al presidente messicano Enrique Peña Nieto: indirizzo per il pagamento, Trump Tower…

Massimo Mattioli

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Massimo Mattioli

Massimo Mattioli

É nato a Todi (Pg). Laureato in Storia dell'Arte Contemporanea all’Università di Perugia, fra il 1993 e il 1994 ha lavorato a Torino come redattore de “Il Giornale dell'Arte”. Nel 2005 ha pubblicato per Silvia Editrice il libro “Rigando dritto.…

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