Milano Updates: Scelte sofisticate e “minimostre” per i galleristi che partecipano alla sezione “Then now” che contrappone giovani e maestri. Tutte le foto dagli stand
Da sempre è il cuore di miart così come l’ha concepita Vincenzo De Bellis. Si tratta della sezione, nata nel 2013 in occasione della prima edizione curata dal direttore uscente, Then Now, progetto che mette a confronto un artista storico o storicizzato e uno di nuova generazione per far incontrare passato e presente, ma anche per […]
Da sempre è il cuore di miart così come l’ha concepita Vincenzo De Bellis. Si tratta della sezione, nata nel 2013 in occasione della prima edizione curata dal direttore uscente, Then Now, progetto che mette a confronto un artista storico o storicizzato e uno di nuova generazione per far incontrare passato e presente, ma anche per rileggere attraverso il lavoro dei giovani quello dei maestri. Nel 2015 erano diciotto le gallerie coinvolte; quest’anno il curatore prossimo a trasferirsi negli States, al Walker Art Center di Minneapolis sceglie di lavorare in maniera analoga selezionandone 16. Sono otto gli spazi, e dunque le coppie di artisti, coinvolti, in una sezione che mantiene senza nessun cedimento il suo tono “monumentale” di piccola mostra nella mostra. Sicuramente un grosso sforzo per i galleristi coinvolti che scegliendo di stare in questa sezione costruiscono una grossa operazione non di sicuro ritorno e che per questo 2016 hanno fatto proposte molto sofisticate, soprattutto per ciò che attiene la scelta dei maestri italiani.
IL GIOCO DELLE COPPIE
Se lo scorso anno si erano visti al confronto artisti come Giorgio Morandi e Paloma Warga Weisz o Max Bill e Ulla von Brandeburg, o ancora Alan Shields e Hayley Tomkins per citarne qualcuno. La nuova edizione, visitabile fino a stasera, invece, è curata da Jarret Gregory, curatrice al LACMA di Los Angeles e Pavel Pyś, collega, collega di De Bellis a Minneapolis nelle arti visive, nominato lo scorso settembre dal museo, ex Henry Moore Foundation. I quali hanno scelto di contrapporre Giovanni Anselmo per la Galleria Vistamare di Pescara con Daniel Steegman Mangrané di Ester Schipper, Berlino; Irma Blank è il cavallo vincente degli immancabili P420 di Bologna, con la loro partecipazione massiccia in fiera, a confronto con Maaike Schoorel di Marc Foxx, Los Angeles. Armanda Gori di Prato e Pietrasanta presenta un serioso Giuseppe Chiari in atto di suonare il piano, in compagnia dei pozzi luminosi di Lawrence Abu Hadman per la Galleria Laveronica di Modica. Una minimostra di Pietro Consagra con opere scultoree di grandi dimensioni proposte da Tega, Milano, fa da contraltare al lavoro di Luca Monterastelli presentato da Lia Rumma, Napoli, Milano. Uno degli stand più belli è sicuramente quello della coppia Martini & Rochetti di Genova e Massimo Minini, Brescia con gli artisti Florence Henri e Haris Epaminonda, un gioco di linee e corpi molto spirituale in cui la presenza geometrica del bianco, del blu e soprattutto dell’oro, spezza, seducendola, la regolarità delle forme.
Altrettanto sensuale, ma in questo caso materico è lo stand del praghese Jiří Kolář, scomparso nel 2002, qui portato da Lelong, Parigi-NY e da Ibrahim Mahama, portato dalle italiane Apalazzogallery di Brescia, con le cascate di sacchi di tela e juta che vanno a incorniciare in un’aura oscura e riflessiva lo spazio. Completano il percorso un omaggio meritato a Gastone Novelli per la Galleria dello Scudo di Verona e Nick Mauss per Campoli Presti, Londra – Parigi e lo stand estremamente di impatto, voluto da Gavin Brown’s Enterprise (NY- Roma) e da Clearing (NY- Brussels) con Rirkrit Tiravanija e Korakrit Arunanonchai. Qui tutte le immagini.
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