Nuda all’Armory Show. Ecco le immagini delle tre opere più viste della fiera newyorkese: autori Romina de Novellis, Los Carpinteros e Jonathan Schipper

Sull’Armory Show appena chiuso a New York alla sua ventiduesima edizione vi abbiamo detto molto, raccontandovelo anche con qualche galleria fotografica. Fra le immagini che comunque sono circolate maggiormente, e sulle quali non ci eravamo soffermati abbastanza, ci sono quelle degli special projects presentati nell’ambito della sezione Armory Presents: con gli artisti Romina De Novellis, […]

Sull’Armory Show appena chiuso a New York alla sua ventiduesima edizione vi abbiamo detto molto, raccontandovelo anche con qualche galleria fotografica. Fra le immagini che comunque sono circolate maggiormente, e sulle quali non ci eravamo soffermati abbastanza, ci sono quelle degli special projects presentati nell’ambito della sezione Armory Presents: con gli artisti Romina De Novellis, Los Carpinteros e Jonathan Schipper rappresentati da loro opere già proposte in contesti precedenti, ma qui ricontestualizzate nell’atmosfera fieristica. La foto probabilmente più vista è quella di Romina de Novellis, artista italiana che – con la Galerie Alberta Pane – ha messo in scena La Gabbia, performance già presentata a Parigi nel 2012. Completamente nuda, l’artista ricopriva con rose bianche la gabbia di ferro quadrata in cui era seduta. Attraverso questo gesto ripetitivo, durante le giornate della fiera l’artista creava un suo spazio personale che la separava dagli sguardi degli spettatori.

UN CHIODO GIGANTE, UN’AUTO SCHIANTATA
La Sean Kelly Gallery proponeva invece Los Carpinteros, collettivo di artisti di l’Havana, con la mastodontica scultura Clavo Tres: un chiodo di grandi dimensioni, decontestualizzato da tutto e collocato sul Pier 94 quasi casualmente, come se fosse un oggetto quotidiano di cui ci si è dimenticati. Jonathan Schipper era invece presente con Pierogi al Pier 92 con Slow Motion Car Crash, lavoro già proposto nel 2012. Protagonista della performance un’automobile destinata a schiantarsi contro una parete: una scultura mobile rallentata che si muove alla velocità di 7mm all’ora, spinta da una forza meccanica inarrestabile e impercettibile, simulando una collisione.

Beatrice Roncaglia, Chiara Balbo, Diana Del Moro

Questo articolo è anche un’esercitazione degli studenti del Corso di laurea magistrale in Arti, Patrimoni e Mercati dell’Università IULM

 

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