Lo Strillone: nessuna nuova distruzione a Palmira liberata dall’Isis su Il Messaggero. E poi il rilancio di Moschino, Caravaggio a Monza

“L’impegno ad evitare in ogni modo nuovi danni alla città antica ha rallentato l’iniziativa militare, ma ha dato i suoi frutti, perché non risultano, dalle prime ispezioni sul terreno e dalle riprese fotografiche aeree, nuove ferite al preziosissimo tessuto urbano della città conquistata tanti secoli fa dalle legioni di Aureliano senza apportare distruzioni sostanziali all’antica […]

L’impegno ad evitare in ogni modo nuovi danni alla città antica ha rallentato l’iniziativa militare, ma ha dato i suoi frutti, perché non risultano, dalle prime ispezioni sul terreno e dalle riprese fotografiche aeree, nuove ferite al preziosissimo tessuto urbano della città conquistata tanti secoli fa dalle legioni di Aureliano senza apportare distruzioni sostanziali all’antica alleata di Roma”. A dispetto dei sensazionalismi dei profeti di sventura a caccia di qualche lettore anche a costo di menzogne, che ancora parlano di una Palmira rasa al suolo, sono confortanti le parole di qualcuno che se ne intende come Paolo Matthiae su Il Messaggero: “le rovinose esplosioni provocate dall’Isis/Daesh in questi mesi angosciosi hanno distrutto il piccolo Tempio di Baalshamin (un tempo quasi intatto), l’edificio di culto, solo in parte diroccato, del grande santuario di Bel, altissima testimonianza dell’architettura d’Oriente del primo secolo della nostra era, e diversi degli originalissimi sepolcri a torre della Valle delle Tombe”. Ma non sembra che siano proseguite, le distruzioni: “ora, tuttavia, comincia un tempo difficile, il tempo della definizione puntuale delle perdite, dei progetti degli interventi di restauro, dell’impegno nelle ricostruzioni filologicamente corrette, del contrasto alle inevitabili speculazioni, della nuova tutela di beni brutalmente feriti, della valorizzazione di un patrimonio inestimabile, della ripresa delle ricerche archeologiche”.

Moda e Letteratura: Il Sole 24 Ore riprende l’articolo del New Yorker dedicato “al rilancio di Moschino (brand di proprietà del gruppo Aeffe, quotato alla Borsa di Milano) da parte dello stilista Jeremy Scott. Secondo l’autrice dell’articolo, Lizzie Widdicombe, Scott ha avuto il merito di cogliere lo spirito del brand fondato da Franco Moschino, introducendo tutti quegli elementi che fanno il successo di un marchio nell’era dei social media e di Instagram in particolare”. “Dopo il successo dell’esposizione del San Francesco in meditazione di Caravaggio, visitata l’anno scorso da migliaia di persone, torna l’appuntamento con la mostra gratuita di una singola opera di Michelangelo Merisi (Milano, 1571-Porto Ercole, 1610) presso la Villa Reale di Monza”. È Libero a raccontare il viaggio de La Flagellazione di Cristo, proveniente dal Museo Nazionale di Capodimonte di Napoli: “il dipinto è ospitato negli appartamenti della Villa, nel Salone delle Feste del piano nobile, e non più nel Serrone. Come di consueto, la mostra si apre con alcuni pannelli didascalici che ricostruiscono il personaggio di Caravaggio, segue un video divulgativo, con interventi di critici e storici dell’arte sul viaggio e gli spostamenti di Caravaggio, quindi la mappa dell’itinerario dell’artista tra Napoli, Malta e la Sicilia e infine l’opera”.

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Massimo Mattioli

Massimo Mattioli

É nato a Todi (Pg). Laureato in Storia dell'Arte Contemporanea all’Università di Perugia, fra il 1993 e il 1994 ha lavorato a Torino come redattore de “Il Giornale dell'Arte”. Nel 2005 ha pubblicato per Silvia Editrice il libro “Rigando dritto.…

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