Venezia Updates: al Festival tornano i samurai Kurosawa e Mifune. Un commovente omaggio per ricordare il grandissimo regista e il protagonista dei suoi film

È l’ultima pellicola in cui Akira Kurosawa e Toshiro Mifune hanno lavorato insieme, girata esattamente mezzo secolo fa. Il restauro di Akahige (Barbarossa) è stato presentato in anteprima mondiale nella rassegna Venezia Classici: i 185 minuti hanno emozionato il pubblico in sala, introdotti da una delegata di Toho (la casa di produzione di Godzilla), che […]

È l’ultima pellicola in cui Akira Kurosawa e Toshiro Mifune hanno lavorato insieme, girata esattamente mezzo secolo fa. Il restauro di Akahige (Barbarossa) è stato presentato in anteprima mondiale nella rassegna Venezia Classici: i 185 minuti hanno emozionato il pubblico in sala, introdotti da una delegata di Toho (la casa di produzione di Godzilla), che ha finanziato l’operazione. Un commovente affresco umano, in cui Mifune, l’unico attore che Kurosawa – per sua stessa ammissione – abbia mai amato, veste i panni di un samurai che non ha più bisogno della spada. È infatti un medico alla guida di un ospedale di poveri e derelitti: un uomo nobile, ironico sempre a difesa degli ultimi, ruolo ormai a lui familiare dopo 15 film con il grande regista giapponese.
E lo schermo ridotto della sala Volpi, tra le più piccole del Movie Village, sembra assumere dimensioni grandiose di fronte a tali giganti del cinema. In abbinamento alla pellicola, il bellissimo documentario di Steven Okazaki, Mifune: l’Ultimo Samurai, che ripercorre la carriera dell’attore senza dimenticare le origini del genere chambara (i combattimenti con la spada) che ha caratterizzato il cinema giapponese già dai primi anni del Novecento. Mifune, ricorda una attrice intervistata, era come l’oceano, sconfinato e turbolento. Ma anche perseverante, e devoto a Kurosawa. Insieme raggiunsero le vette più alte delle rispettive carriere, realizzando capolavori che furono più che fonte di ispirazione per opere come Star Wars e Per un pugno di dollari. Il regista e l’attore si ammalarono quasi contemporaneamente, ma Mifune morì un anno prima. Kurosawa, già molto malato, non poté salutarlo, ma affidò il suo ricordo ad alcune toccanti righe: “Ciao amico mio, avrei voluto dirti queste parole davanti una bottiglia di sake, ma ci rivedremo presto”.

Mariagrazia Pontorno

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