Via Urbana, andata e ritorno. A Roma un progetto real estate diventa un ponte tra eredità del passato e nuovi standard abitativi: ecco le immagini
Il sottosuolo romano, è cosa nota, pullula di testimonianze del passato, di grandi e piccole vestigia sepolte dal tempo che aspettano solo di tornare a raccontare la propria storia. Succede così che, volenti o nolenti che siano gli abitanti della città eterna, ogni cantiere si trasformi non solo in un’occasione per ripensare il patrimonio immobiliare […]
Il sottosuolo romano, è cosa nota, pullula di testimonianze del passato, di grandi e piccole vestigia sepolte dal tempo che aspettano solo di tornare a raccontare la propria storia. Succede così che, volenti o nolenti che siano gli abitanti della città eterna, ogni cantiere si trasformi non solo in un’occasione per ripensare il patrimonio immobiliare cittadino, ma anche in un’opportunità per riscoprire la nostra eredità culturale a partire dai reperti che ogni scavo porta inevitabilmente con sé. Uno degli ultimi esempi? È successo nelle scorse settimane a due passi dal Colosseo, in un lotto di quella via Urbana nel Rione Monti che un tempo rappresentava il vero cuore popolare della capitale e che oggi si è trasformata nel più vitale crocevia tra nuovi indirizzi gourmet, botteghe artigiane e negozi di tendenza. Qui, il gruppo Navarra Iniziative Immobiliari ha curato la riprogettazione e l’edificazione di un nuovo complesso residenziale realizzato entro il perimetro di un palazzo secentesco, convertito durante la seconda metà del Novecento in spazio industriale per ospitare le tipografie del quotidiano Il Messaggero.
Gli imponenti lavori, che hanno mantenuto il prospetto storico su strada a fronte di un completo rifacimento delle strutture interne, hanno portato alla luce un’antica insula romana insieme ad alcuni reperti settecenteschi appartenenti ad un vecchio, illustre abitante del palazzo, quel Giovanni Trevisan detto Il Volpato – già amico del Canova -, a cui si deve l’invenzione del souvenir moderno. Fu proprio il Volpato, infatti, a realizzare le prime repliche in miniatura di monumenti famosi dell’Urbe destinati al nascente mercato dei turisti del Gran Tour. Oggi, il vecchio palazzo è tornato a nuova vita grazie ad un ripensamento totale delle volumetrie e degli standard abitativi, in linea con la cultura più avanzata della progettazione architettonica contemporanea. Il fiore all’occhiello è rappresentato da una corte interna verde, una nuova agorà su cui si affacciano e trovano luce tutte le nuove residenze (sia simplex che duplex, con tagli dai 50 ai 150mq). Altissimi gli standard tecnologici impiegati, volti a minimizzare l’impatto ambientale e a offrire la massima resa in termini di qualità delle finiture e dei rivestimenti. Ecco qualche immagine, nella speranza che questo bel progetto immobiliare convinca anche il Comune di Roma a procedere con decisione alla riqualificazione di Via Urbana, ad oggi lasciata a metà.
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