Rinasce la Villa di Reale di Monza: fotogallery dalla Versailles lombarda, restituita al pubblico dopo due anni di restauri costati 20 milioni

Due anni di lavori costati poco più di venti milioni di euro per un cantiere che ha rivoluzionato il modo di concepire un tesoro fino ad oggi ampiamente sottodimensionato e sottovalutato. Riapre al pubblico in queste ore la Villa Reale di Monza, che ritrova la piena fruibilità del suo principale corpo di fabbrica: con il […]

Due anni di lavori costati poco più di venti milioni di euro per un cantiere che ha rivoluzionato il modo di concepire un tesoro fino ad oggi ampiamente sottodimensionato e sottovalutato. Riapre al pubblico in queste ore la Villa Reale di Monza, che ritrova la piena fruibilità del suo principale corpo di fabbrica: con il piano zero e il Belvedere completamente rifunzionalizzati; il secondo piano nobile, con i lussuosi appartamenti degli ospiti di Casa Savoia, riportato ai fasti di fine Ottocento; il primo piano – già oggetto di recenti interventi – armonizzato al resto della struttura.
Cinquecento i biglietti staccati nei primi novanta minuti di una riapertura offerta al pubblico, fino al 18 settembre, in via gratuita: segno di una curiosità e un’attenzione altissima da parte della città, che si candida a punto di riferimento in vista – è chiaro – di Expo 2015. Ma non solo.
A parlare apertamente di “laboratorio Monza” è Philippe Daverio, membro del comitato scientifico della società di scopo creata per la gestione del complesso: piace la quadratura del cerchio tra pubblico e privato, con la società di scopo Nuova Villa Reale SpA a farsi carico dei lavori di recupero e della realizzazione dei progetti di messa in valore del bene, sotto l’ovvia supervisione dell’ente pubblico. Uno schema logico e apparentemente semplice, con la collettività a godere di un patrimonio finalmente recuperato e l’imprenditore a trovare possibilità di business – splendidi il ristorante e il lounge bar appena aperti all’ingresso della Villa; un modello virtuoso che, Daverio non ha mancato di sottolineare, si è scontrato ed è possibile si scontrerà con i meccanismi farraginosi e le prevenzioni della nomenclatura ministeriale. Non mancano allora punture di spillo ai danni delle soprintendenze, indicate come strumenti incapaci di guardare al futuro e di immaginare altro che non sia lo stucchevole mantenimento dell’esistente: “la macchina pubblica è abituata a pensare al 2015 come a un 2014 bis; l’imprenditore guarda invece al 2015 immaginando già che ci sarà un 2016, un 2017, un 2018…”. Ecco indicato, allora, chi dovrebbe reggere il timone.
Cosa c’è nel futuro della Villa Reale? Il Belvedere reinventato da Michele De Lucchi, spettacolare sottotetto con capriate a vista da oltre tremila metri quadrati accoglierà esposizioni, workshop, mostre, eventi e laboratori firmati Triennale; il resto del corpo centrale sarà visitabile dal pubblico e ospiterà mostre ed eventi culturali vari e disparati. Ma il laboratorio Monza guarda al resto dell’immobile, a quei circa 15 milioni di euro necessari per recuperare anche l’ala nord; e a un progetto – già sul tavolo di sindaco e Presidente della Regione – per adibire quella porzione a foresteria. Non un ostello della gioventù, ovviamente: ma un albergo che è facile immaginare di pregio. Una soluzione che, se gestita con l’intelligenza dimostrata fin qui, sembra non presentare che aspetti positivi. Un progetto che, è facile prevedere, scatenerà la raffica di niet dei puristi.

– Francesco Sala

 

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