La madre di tutte le censure? Una mostra all’Andy Warhol Museum di Pittsburgh celebra la grande “cancellazione” dalla facciata della World’s Fair di New York

Come andarono le cose non è mai stato appurato con certezza, come spesso accade negli States quando una questione sfiora anche solo marginalmente polizia, FBI o peggio CIA. In occasione della World’s Fair del 1964, l’anno in cui esplose la Pop Art a livello mondiale, ad Andy Warhol fu commissionata una grande opera per la […]

Come andarono le cose non è mai stato appurato con certezza, come spesso accade negli States quando una questione sfiora anche solo marginalmente polizia, FBI o peggio CIA. In occasione della World’s Fair del 1964, l’anno in cui esplose la Pop Art a livello mondiale, ad Andy Warhol fu commissionata una grande opera per la facciata del New York State Pavilion. Invece di una delle sue classiche e già famose Campbell Soup, l’artista scelse di collocare un pannello che raffigurava i 13 criminali più ricercati dal New York Police Department. Per qualche ragione, ufficialmente per evitare uno scandalo, subito dopo l’inaugurazione le immagini furono cancellate, lasciando un pannello interamente grigio. Ora l’originale torna sulla facciata dell’Andy Warhol Museum di Pittsburgh, nell’ambito di una mostra appena inaugurata che espone anche dipinti nello stesso anno caratterizzati dagli stessi schermi utilizzati per il murale, e tutti i documenti che raccontano i retroscena del mistero della scomparsa.

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Massimo Mattioli

Massimo Mattioli

É nato a Todi (Pg). Laureato in Storia dell'Arte Contemporanea all’Università di Perugia, fra il 1993 e il 1994 ha lavorato a Torino come redattore de “Il Giornale dell'Arte”. Nel 2005 ha pubblicato per Silvia Editrice il libro “Rigando dritto.…

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