Sky Arte updates: un secolo di tagli sul web. È online “Cinecensura”, mostra virtuale con cui il MIBACT racconta cent’anni di divieti

Lasciate ogni speranza di cavarvela con una scorsa di pochi minuti, voi che entrate su www.cinecensura.com, museo virtuale con cui la Direzione Generale per il Cinema del MIBACT racconta un secolo esatto di tagli, denunce, polemiche e bollini rossi. L’effetto serendipity è assicurato per chi finisce su un portale che nasce nel centesimo anniversario dell’entrata […]

Lasciate ogni speranza di cavarvela con una scorsa di pochi minuti, voi che entrate su www.cinecensura.com, museo virtuale con cui la Direzione Generale per il Cinema del MIBACT racconta un secolo esatto di tagli, denunce, polemiche e bollini rossi. L’effetto serendipity è assicurato per chi finisce su un portale che nasce nel centesimo anniversario dell’entrata in vigore di quei decreti attuativi con cui si dava seguito alla legge del quarto (nel frattempo terminato) governo Giolitti in merito al decoro e alla liceità di immagini, scritti e quant’altro fosse diffuso pubblicamente. Censura, insomma: abbattuta con risultati tragicomici su opere in effetti piuttosto sbarazzine – un titolo recente? Selen Superporca, nelle sale nel 1992 – ma anche su titoli oggi ritenuti pietre miliari del cinema internazionale. E tutt’altro che licenziose.
Perché se nell’Ultimo Tango a Parigi danzato da Marlon Brando e Maria Schneider è facile riscontrare qualche motivo di turbamento, appare oggi teneramente anacronistica la pruderie nei confronti di tanta parte delle pellicole di Federico Fellini, o anche quella che ha colpito le pudiche scollacciature de La famiglia Passaguai di Aldo Fabrizi.
Circa trecento i lungometraggi censiti e documentati sul portale, cui si aggiungono manifesti – memorabile quello per il  Larry Flint di Miloš Forman – frammenti di corti e persino servizi dei diversi cinegiornali: per una documentazione puntuale che ci racconta con dovizia di particolari come è cambiato il senso del pudore, del lecito, nella nostra società.
A compendio di immagini, spezzoni tagliati e fortunosamente recuperati, scansioni di documenti e denunce anche i contributi di chi la censura l’ha subita. Non mancano interviste video in cui i vari Tinto Brass, Luciano Emmer, Alejandro Jodorowsky e colleghi raccontano, tra sorrisi e turbamenti, il proprio rapporto con l’istituto della censura.

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