Da galera in Russia, da premio a Singapore. Pussy Riot finaliste al Prudential Eye Awards, proprio con Punk Prayer, il video anti-Putin: ma il premio va all’australiano Daniel Crooks

Era la prima volta che lasciavano il paese, dopo che la grazia concessa da Vladimir Putin – per molti una mossa politica, in vista delle elezioni – le aveva liberate anzitempo dal carcere. E quasi come pena del contrappasso per il contestato presidente, proprio il video della performance Punk Prayer, quella che aveva scatenato le […]

Era la prima volta che lasciavano il paese, dopo che la grazia concessa da Vladimir Putin – per molti una mossa politica, in vista delle elezioni – le aveva liberate anzitempo dal carcere. E quasi come pena del contrappasso per il contestato presidente, proprio il video della performance Punk Prayer, quella che aveva scatenato le sue ire, ha portato le Pussy Riot – due membri, Nadezhda Tolokonnikova e Maria Alyokhina – a Singapore.
L’opera è stata infatti selezionata nella shortlist della prima edizione del prestigioso Prudential Eye Awards, nella categoria digital/video. Premio ricco di una dotazione di 20mila dollari per ogni categoria, oltre ad altri 30mila dollari per la produzione di un’opera e alla possibilità di esporre presso la Galleria Saatchi di Londra entro la fine dell’anno. La trasferta, significativa in ogni caso, non è stata però coronata da successo: la vittoria finale è infatti andata all’artista multimediale australiano Daniel Crooks.

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Massimo Mattioli

Massimo Mattioli

É nato a Todi (Pg). Laureato in Storia dell'Arte Contemporanea all’Università di Perugia, fra il 1993 e il 1994 ha lavorato a Torino come redattore de “Il Giornale dell'Arte”. Nel 2005 ha pubblicato per Silvia Editrice il libro “Rigando dritto.…

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