Morto a Buenos Aires Leon Ferrari. L’Argentina che festeggia un grande Papa, perde un grande artista, il più anticlericale del Novecento

Considerato uno dei più irriverenti, ribelli e anticlericali artisti del XX secolo, secondo quanto scritto recentemente dal New York Times, questa mattina in una fredda Buenos Aires è morto Leon Ferrari. Figlio di immigrati italiani provenienti da San Possidonio in provincia di Modena, avrebbe compiuto 93 anni il prossimo settembre. Autodidatta, anche se il padre […]

Considerato uno dei più irriverenti, ribelli e anticlericali artisti del XX secolo, secondo quanto scritto recentemente dal New York Times, questa mattina in una fredda Buenos Aires è morto Leon Ferrari. Figlio di immigrati italiani provenienti da San Possidonio in provincia di Modena, avrebbe compiuto 93 anni il prossimo settembre. Autodidatta, anche se il padre era solito dipingere o affrescare scene religiose utilizzando come modelli tutta la famiglia, compreso il giovane Leon. Si avvicina però all’arte durante il suo primo viaggio in Italia, quando conosce a Roma negli Anni ‘60 Rafael Alberti, con il quale collabora al libro Scritto nell’aria con una serie di disegni che manifestano la sua interesse artistico per la “scrittura visiva” o “scrittura astratta” che continuò per tutta la vita.
Nel 1976 lascia l’Argentina a causa della dittatura e si stabilisce a San Paolo fino al ristabilimento della democrazia nel suo paese. Poi torna a Buenos Aires, dove uno dei suoi figli è presente nel lungo elenco dei “desaparecidos”: Ferrari continua la sua lotta contro tutti gli avversari della libertà, creando opere che stimolano sempre un forte dibattito, come quando nel 2000 presenta un Cristo crocifisso su un bombardiere americano, opera che – esposta di nuovo nel 2004 nel  Centro Cultural Recoletà – viene censurata dalle autorità che chiudono anticipatamente la mostra suscitando grande scandalo nel mondo della cultura mondiale. Nel 2007 gli viene assegnato il Leone d’Oro alla carriera alla 52a Biennale di Venezia, e nel 2009 il MoMa di New York presenta una sua grande retrospettiva che include le ultime coloratissime e come sempre provocanti sculture di poliuretano.

– Massimo Scaringella

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