E in tv arriva il design, anzi il “Daysign”. Sbarca su Rai5 il nuovo format nato sull’onda lunga della mostra di Gianni Veneziano alla Triennale di Milano: un viaggio tra food&restaurant, auto, appartamenti e città…
Tutto comincia il 19 maggio 2011. Quel giorno Gianni Veneziano, architetto e designer, compie 58 anni. E da quel giorno decide di tenere un diario in forma di schizzi e disegni, report intimo di una quotidianità che si rivela in realtà diffusa, spalmata sulla rete lungo l’arco di un anno intero. Incamera follower e commenti, […]
Tutto comincia il 19 maggio 2011. Quel giorno Gianni Veneziano, architetto e designer, compie 58 anni. E da quel giorno decide di tenere un diario in forma di schizzi e disegni, report intimo di una quotidianità che si rivela in realtà diffusa, spalmata sulla rete lungo l’arco di un anno intero. Incamera follower e commenti, like e amici vari; ricompatta l’esperienza in una mostra che va in scena nel giugno 2013 alla Triennale di Milano. Trattasi di Daysign, felice gioco di parole dal significato fin troppo chiaro e pulito. Trattasi di un’esperienza lungi dal dirsi esaurita, anzi. Pronta alla traduzione in format televisivo. Il titolo è bell’e buono anche per il piccolo schermo dove giovedì 4 luglio, alle 21.15, approda la prima puntata si una serie che indaga il mondo del design nella sua più complessa e fascinosa totalità: dall’idea alla realizzazione. L’operazione trova casa su Rai5, con le lezioni on the road di Veneziano e Luciana Di Virgilio, sua partner nello studio V+T, a toccare quattro ambiti specifici della creatività. Giro d’Europa sulle ali della golosità per l’inchiesta sul food&restaurant, con modelli e case history scovati a Roma, Londra e Bilbao; largo poi all’universo dei motori, salendo a bordo di automobili indecise se assomigliare a salotti o astronavi. Il menù prevede anche, scendendo dal generale al particolare, una visione sulla città come palestra per nuove sperimentazioni e una riflessione sulle unità abitative, individuando spunti per un design a misura d’uomo.
– Francesco Sala
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