Il nuovo consolato italiano a Bangalore super premiato per il suo design
Erogazione dei servizi consolari, ma anche attenzione alla promozione scientifica, commerciale e culturale dell'Italia: la sede italiana nella Silicon Valley indiana promuove il nostro soft power con mostre ed eventi. Ma anche con il design dei suoi interni
Da circa un anno l’Italia ha una nuova sede diplomatica nel Sud dell’India: il Consolato Generale a Bangalore, metropoli di oltre 14 milioni di abitanti divenuta la Silicon Valley del subcontinente. E il nuovo consolato, oltre a erogare servizi ai cittadini italiani e alle imprese italiane lì operanti (nonché visti per l’Italia ai cittadini indiani,) promuove il soft power italiano con mostre ed eventi, ma anche con il design dei suoi interni.
Il nuovo consolato italiano a Bangalore
Ma perché Bangalore? La decisione di aprire una nuova sede diplomatica italiana nel Sud dell’India è stata presa dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale alla fine del 2020, nel pieno della pandemia. Tre anni più tardi il nuovo Consolato Generale d’Italia, guidato dal Console Generale Alfonso Tagliaferri, era pienamente operativo. Con una storia antica che risale all’incirca all’anno 890 (e una fondazione formale nel 1537, antecedente a Mumbai e Kolkata!), Bangalore fu scelta dai britannici, durante l’occupazione coloniale, come quartier generale delle truppe per il Sud dell’India grazie al suo clima mite (si trova a circa 900 mt di altitudine). È rimasta una piacevole e tranquilla cittadina – con diversi soprannomi, da “paradiso dei pensionati” a “città giardino” – fino alla seconda metà del secolo scorso, quando è stata identificata dai vertici politici indiani come nuovo polo per il progresso tecnologico e digitale del Paese.
In pochi decenni la città ha vissuto un rapido sviluppo, divenuto tumultuoso negli ultimi 20 anni, quando passata da 5 milioni di abitanti nel 2000 a oltre 14 milioni nel 2024, diventando così la terza città più popolosa dell’India e tra le città con i maggiori ritmi di crescita (in termini di PIL e popolazione) al mondo. Ormai soprannominata la Silicon Valley dell’India, se non dell’Asia, Bangalore è oggi un polo tecnologico di livello mondiale, una fucina di start-up e spin-off universitari. Capitale dello stato indiano del Karnataka, ospita l’avanguardia della ricerca teorica e applicata indiana e le oltre 3500 aziende nel settore IT (con circa 1 milione di dipendenti diretti e 3 milioni nell’indotto) la rendono il quarto distretto high-tech al mondo, terzo per unicorni (ne ha una 40ina, il 40% dell’intera India).
L’importanza dell’Italia a Bangalore
L’Italia doveva quindi essere presente, soprattutto in un momento storico in cui l’India sta rafforzando il proprio ruolo economico e geostrategico e in cui le relazioni bilaterali sono in forte crescita. Il percorso immobiliare, architettonico e burocratico si è felicemente concluso con l’inaugurazione ufficiale degli uffici nell’ottobre 2023, nel Central Business District della città. Il nuovo Consolato Generale ha giurisdizione sugli Stati di Karnataka, Tamil Nadu (con Pondicherry), Telangana e Andhra Pradesh, coprendo così un’area grande quanto la Francia, con una popolazione di circa 220 milioni di persone (più del Brasile), che genera quasi un terzo del PIL indiano (oltre mille miliardi di dollari, quasi quanto l’Arabia Saudita).
Il Consolato fornisce supporto istituzionale a circa 200 aziende italiane che operano nel Sud dell’India, senza contare il significativo numero di imprese italiane che esportano in questo mercato; e il trend è in crescita. L’ufficio è diventato anche un punto di riferimento e di servizio per i cittadini italiani che vivono, in modo permanente o temporaneo, nella sua giurisdizione, promuovendo la crescita delle relazioni bilaterali in termini di cultura, commercio e rapporti interpersonali, e organizzando regolarmente eventi come spettacoli, concerti, forum economici, fiere di studio. Il Consolato offre anche assistenza alle aziende del Sud dell’India interessate a investire in Italia e rilascia migliaia di visti (11mila nel primo anno di operatività, con l’obiettivo di arrivare a 15mila nel 2025) a una popolazione sempre più interessata a visitare o lavorare in Italia. Un servizio visti di prossimità, con particolare attenzione a scienziati, ricercatori, studenti e imprenditori innovativi, non solo attrae turisti e uomini d’affari di alta qualità in Italia, ma contribuisce anche a consolidare il dialogo tra l’ecosistema della ricerca italiano e quello del Sud dell’India, così ricco di università di alto livello e centri di eccellenza.
I premi per il design alla sede consolare italiana a Bangalore
Il nuovo Consolato rappresenta un vero e proprio hub dell’Italia nel Sud dell’India, e grazie a una grande attenzione ai dettagli nel design degli spazi e al supporto di alcuni importatori indiani di mobili italiani, gli uffici offrono una vetrina del design e dell’estetica contemporanea italiana, arricchita da una selezione curata di arte contemporanea indiana, prestata a rotazione da alcune delle migliori gallerie della città.
È così che il The Economic Times, il più importante quotidiano economico nazionale indiano, ha premiato gli uffici del neonato Consolato Generale come “Miglior progetto commerciale di design di interni nel Sud dell’India” per l’anno 2024. Il progetto era stato sottoposto al concorso annuale dell’ET da Embassy Interiors, lo studio di architettura, guidato da un’architetta italiana residente a Bangalore, che aveva realizzato i disegni e seguito lo sviluppo dei lavori. Il quotidiano ha motivato la sua decisione argomentando che “il design [degli uffici] integra armoniosamente sicurezza, praticità ed eleganza, con elementi e materiali peculiari che offrono un’esperienza immersiva per il visitatore ed ottimizzano la produttività del personale. Il progetta mira a creare un ‘concerto’ non convenzionale di spazi ed usa un amalgama di materiali naturali caratteristici dell’Italia, creando in questo modo per il visitatore una sensazione quasi teatrale, che presenta subconsciamente l’Italia a Bangalore”. A distanza di qualche mese dal premio di ET, è arrivato anche quello della Design Awards India per il “Most futuristic and creative commercial project of 2024”.
Il nuovo consolato italiano a Bangalore: un’identità visiva non convenzionale
Tra le indicazioni impartite agli architetti c’era quella di un’identità visiva non convenzionale, lontana degli stereotipi di ufficio pubblico squadrato, freddo, ‘polveroso’. Si voleva un Consolato moderno, elegante, accogliente, che rappresentasse l’Italia in maniera contemporanea e non banale. Così buona parte delle pareti, del perimetro delle pavimentazioni e dei soffitti ha un andamento curvilineo, mentre l’ampio uso del vetro massimizza visivamente il volume interno e diffonde l’abbondante luce solare. Per infondere una sensazione accogliente sono stati usati il più possibile materiali naturali, seguendo una sorta di ‘codice ternario’ a seconda della funzione delle superfici stesse: a terra si alternano il cemento grezzo per le zone di camminamento; il marmo per le zone di attesa; e la moquette di sisal, una fibra naturale del Sud dell’India, per gli uffici. Anche le superfici verticali presentano un simile ‘codice ternario’, alternando una finitura a intonaco grezzo per le pareti diritte; un laminato minerale che dà un effetto pietra per quelle curve; e il vetro per i divisori e le porte di ingresso alle cabine del personale. I colori della bandiera italiana sono citati con dei richiami che attraversano tutto il Consolato.
Per quanto riguarda gli arredi interni (peraltro non contemplati dai premi), quelli delle cabine sono stati realizzati localmente, mentre il mobilio che arreda le aree accessibili al pubblico è stato integralmente donato dai tre maggiori rivenditori di complementi di design italiano a Bangalore, cui è stato proposto di essere parte di quella che si apprestava a diventare la ‘vetrina’ dell’Italia nel Sud dell’India. Si è così potuto abbellire gli ambienti scegliendo con cura divani e poltrone di Molteni e Natuzzi, scrivanie e tavoli di Cattelan e Tonin Casa, sedie di Calligaris, librerie e panche di Porro, lampade di Foscarini, etc., per un valore commerciale di diverse decine di migliaia di euro. Per le opere d’arte appese alle pareti si è infine optato per artisti indiani, grazie ad accordi con tre gallerie d’arte contemporanea di Bangalore, che hanno ceduto in prestito alcune opere di artisti locali, posizionate con un sistema di cavi trasparenti in modo tale da poter essere in futuro sostituite a rotazione con nuove opere e nuovi artisti.
Redazione
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