Verso la Biennale: la scultura di Piero Golia sarà l’opera più iconica dell’edizione 2013? 60mila euro d’oro disciolti in un cubo di cemento armato. Che il pubblico potrà rubarsi pezzo a pezzo
Quale sarà l’opera più d’impatto della Biennale? Difficile dirlo fin da ora? Quale sarà invece il lavoro che ‘resterà’ più degli altri nell’ambito del Padiglione Italia? Forse qui qualche ipotesi può essere fatta. Pensate alla scultura di Piero Golia, ad esempio. Artribune ha avuto modo di vedere il lavoro completato ed ha intercettato in esclusiva […]
Quale sarà l’opera più d’impatto della Biennale? Difficile dirlo fin da ora? Quale sarà invece il lavoro che ‘resterà’ più degli altri nell’ambito del Padiglione Italia? Forse qui qualche ipotesi può essere fatta. Pensate alla scultura di Piero Golia, ad esempio. Artribune ha avuto modo di vedere il lavoro completato ed ha intercettato in esclusiva delle foto della fase preparatoria. Ma perché questo cubo in cemento armato potrebbe essere una delle sculture più iconiche dell’edizione 2013 della kermesse lagunare? Forse per il suo livello di interattività con lo spettatore.
Nei giardini del padiglione, l’opera si presenterà, appunto, come un cubo in cemento, piuttosto poroso e dunque, relativamente friabile. La caratteristica di questa malta però è del tutto inedita, nella colata di cemento infatti l’artista (lo si vede dalle foto, con il sacchetto in mano) ha disciolto nell’impasto di acqua e pozzolana un considerevole quantitativo di polvere d’oro, per un controvalore superiore ai 60mila euro. Il risultato una volta tolte le casseforme di legno? Sorprendente: un monolite grigio, ma venato e screziato di venature dorate che risplendono al sole di maggio. Implicazioni sull’attuale momento economico, sul rapporto con la ricchezza, la sua solidità, il suo impiego e annessi e connessi che i bravi critici d’arte sapranno spiegarci.
Ma c’è di più: interattività, avevamo detto. A quanto pare, infatti, ogni visitatore potrà, per così dire, intervenire sull’opera minando alla sua geometria ortogonale. Come piccoli cercatori d’oro gli artlovers potranno, con mezzi di fortuna, staccarsi, se ci riusciranno, un pezzo di questo monolite. Come si faceva col Muro di Berlino negli anni Ottanta, ma qui, oltre al valore simbolico, ci sarà un fattivo valore pecuniario seppur difficilissimo da estrarre (trattasi di polvere: non di pepite, non di vene). Vedremo chi e come riuscirà ad appropriarsi di una parte di questo lavoro, chi poi sarà disposto a portarsi con se, in giro per Venezia, una pesante zavorra di cemento. La scultura di Piero Golia sarà, a fine Biennale, quello che rimarrà dall’intervento del pubblico…
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